“Questione di numeri”
di Berto Dragano
La campagna elettorale è entrata nel vivo mentre i contendenti sembrano avere tutti un unico scopo: dare lezione di bon ton. I toni sono misurati, nessuno osa invettive o colpi bassi.
Tempo di elezioni e calano dall’alto i nomi dei candidati. I futuri politici non vengono più dal basso, come nelle democrazie di una volta.
E’ abbastanza difficile credere che un solo uomo possa cambiare la cultura o il mal governo cittadino, ma la collaborazione di gruppi e gruppetti di fedelissimi ci porterà a credere perdutamente a questo.
C’è un monologo in dialetto romanesco di Trilussa, in cui “UNO” si rivolge a un altro, un certo “ZERO”:
“Conterò poco, è vero: – diceva l’UNO ar ZERO – ma tu che vali? Gnente: proprio gnente. Sia nell’azione come ner pensiero, rimani un coso voto e incrocruente”.
L’UNO prosegue nelle sue considerazioni “ar ZERO”; “Io invece, se me metto a capofila de cinque zeri tale e quale a te, lo sai quanto divento? Centomila”.
“E’ questione de numeri. E’ quello che succede ar dittatore che cresce de potenza e de valore, più so li zeri che je vanno appresso”.
Leggo i programmi, senza strapparli, da molti anni per decidere se stare con gli UNO o con gli ZERO. O per evitare entrambe le cose.
Berto Dragano