“Avanguardie con le spalle scoperte”
di Gianfranco Pazienza
Sono passati pochi giorni dal Primo Maggio e un sondaggio ci rivela: il 50% degli operai si sente rappresentato dal PdL e dalla Lega. Questo la sinistra (da sempre avanguardia nelle fabbriche) lo sapeva già: nel voto per le elezioni politiche del 2008 erano "spariti" i voti operai. Questi ultimi avevano votato con la pancia e non con la testa. La destra sa parlare alla pancia, dicevano gli analisti, e le politiche del centro sinistra, con le ricette “liberiste” dei lavori a progetto e precari, hanno fatto da portavoce alla destra che ora raccoglie i voti…
Voglio tentare di mettere a confronto due esperienze o, se vogliamo, due modi diversi dl parlare alla pancia che, a quanto pare, riscuotono successo elettorale.
La prima riguarda la gestione dei contratti precari nelle varie società dei servizi, negli enti pubblici e privati a San Giovanni Rotondo. Ce ne sono tante dove si occupano persone con “contratti a rotazione” per pochi mesi cercando di non scontentare nessuno, dei molti in cerca di lavoro in tempi di crisi sempre più difficili. E’ una risposta utile più al sistema delle clientele che non ai giovani per garantire loro un futuro. Se non quello di dover arrotondare lo stipendio lavorando in nero, o con espedienti.
L’altra risposta viene dalla giunta del Presidente Nichi Vendola. Riguarda circa 750 persone delle cooperative che gestivano i servizi nelle ASL della Provincia di Foggia. Sono stati stabilizzati e sottratti ad un sistema di precariato sul quale sono state fatte non poche fortune (di qualche presidente di coop. e di qualche politico). Vendola ha potuto fare questa stabilizzazione razionalizzando la spesa sanitaria, programmando i servizi e rispettando un impegno: creare le condizioni per garantire lavoro stabile.
Questo non ha riguardato solo la sanità come molti imprenditori pugliesi sanno. Un successo riguarda l’assunzione di “lavoro competente” laureato e specializzato, formato presso le aziende che ricevono poi un assegno per assumerlo. Un modo di avvicinare con la formazione il lavoro ai giovani. Ma ancora più successo ha riscosso lo sforzo compiuto dalla Giunta Vendola con la prima legge sulle diossine all’acciaieria ILVA di Taranto. Spiegando a Padron Riva (ora nella cordata per salvare l’Alitalia) come il rispetto dei limiti di emissione può evitare la chiusura della fabbrica. Cosa accaduta invece nel 1989 all’Enichem di Manfredonia. A Taranto (pure lì la fabbrica entra letteralmente nei quartieri) l’ILVA i soldi per gli investimenti li ha, per adottare misure ambientali adeguate a migliorare la salubrità di chi vive fuori e dentro l’acciaieria. In questo modo
Così pure parla alla pancia dei lavoratori la parola d’ordine della sinistra, quando afferma: le fabbriche che stanno ricevendo abbondanti aiuti di stato non devono licenziare. Aiuti offerti alle aziende per far fronte alla crisi finanziaria, causata dal gioco sporco con il quale il lavoro e l’economia reale, sono stati fatti sparire con le speculazioni in borsa; qui le imprese e le banche si sono alleate per giocare con i soldi ma non per favorire gli investimenti. Giusto?
Sbaglia la sinistra, però, quando sulla fusione Fiat-Crysler pone esclusivamente questioni sul rispetto dei diritti sindacali (sacrosanti), oltre che sulla necessità di ripensare al trasporto pubblico (come hanno fatto Paolo Ferrero e Nichi Vendola da Lucia Annunziata).
Sbaglia ad avere dubbi e a tralasciare gli aspetti ambientali della vicenda quindi, secondo il mio modesto e ininfluente parere, la sinistra, in questo modo, non parla alla pancia dei lavoratori ma neppure a quella dei propri elettori. Non spende una parola sulla necessità e urgenza di innovare e sviluppare la ricerca sulla tecnologia dei nuovi motori per l’autotrazione, per uscire dalla schiavitù energetica. Abbiamo in questi anni regalato fior di milioni alle industrie automobilistiche, perché si producessero auto nuove meno inquinanti e favorire nuove logiche nel trasporto pubblico. Solo ora, però, la crisi capitalistica è giunta al capolinea dell’attuale modello di sviluppo e l’America di Obama (che a questo programma vincola gli aiuti di stato) accelera sul rispetto degli impegni previsti dal Protocollo di Kyoto, quindi sull’innovazione dei processi industriali. A questo devono prepararsi le imprese italiane.
E, proprio ora, la sinistra, emblema delle grandi trasformazioni sociali ed economiche figlie della rivoluzione industriale, una sinistra oggi più sensibile sulle politiche ambientali, cosa fa? Si fa venire dei dubbi? Direi che non è proprio il caso.