“… perché la distanza di oggi possa farci ritrovare più solidali anche domani”
Sotto un cielo velato – quasi a voler essere discreto – alle 16.30 di oggi domenica 5 aprile, ricorrenza delle Sante Palme, rappresentanti di operatori sanitari e socio-sanitari, Istituzioni civili e religiose, Forze dell’Ordine e Protezione Civile, si sono ritrovati sul pronao della Casa Sollievo della Sofferenza per un toccante momento di preghiera presieduto dal Vescovo della nostra diocesi, Padre Franco Moscone.
Con voce commossa e in un silenzio surreale Padre Franco ha consegnato ai pochi presenti parole di gratitudine e conforto, perché potessero farle loro e portarle nella quotidianità del proprio operato, conforto per quanti, ricoverati nella Casa del Sollievo, si trovano ad aver a che a fare con questo mostro sconosciuto «i malati – ha pregato il nostro Vescovo – rendono presente in modo singolare la persona stessa del Signore, Egli si identifica negli infermi rendendo come rivolto a Se ogni gesto compiuto in loro favore» e rivolgendosi poi a tutti gli operatori sanitari impegnati in prima linea in questa guerra sanitaria ha ribadito il proprio grazie dando loro la santa benedizione «per tutti quelli che si prodigano al servizio della Casa rischiando la loro stessa salute – estendendo la supplica agli operatori, alle forze dell’ordine, ai volontari e alle varie associazioni tutte – che in questo momento si danno da fare per chi soffre e perché chi soffre possa trovare in loro sollievo e serenità».
Dopo aver impartito il sacramento della confessione in forma di assoluzione generale con indulgenza plenaria per «tutti coloro che lo desiderano, per gli ospiti in situazioni di malattia o di lavoro», Padre Franco, riprendendo le parole del Santo Padre, ha ancora una volta sottolineato l’importanza dell’agire insieme anche e soprattutto nella fitta nebbia che si addensa «insieme nel nome del Signore per chi crede e nel nome della scienza per chi ci cura, nel nome del buon senso che accomuna tutte le persone e nel nome dell’umanità che ci rende tutti fratelli e soggetti alla medesima situazione, alla medesima storia, sulla medesima barca».
Al calore di queste parole si è subito dopo aggiunto l’inno d’Italia per rendere omaggio al lavoro di quanti si stanno battendo da settimane contro un nemico oscuro che ormai da troppo tempo ha stravolto la normalità delle nostre vite.
L’abbraccio virtuale delle Istituzioni, delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni presenti, dispiegando le sirene dei propri mezzi, ha spezzato il silenzio domenicale regalandoci una delle immagini più toccanti di questo triste periodo.
Un modo bello e rumoroso per dire Grazie!
Grazie ad ogni singola persona che a suo modo sta facendo di tutto per non arrendersi, un Grazie per chi si ritrova ogni giorno in trincea in una guerra non prevista, un Grazie a quanti dietro quelle mascherine continuano a sorridere nonostante tutto, un Grazie perché quegli occhi continuino a non cedere e a infondere coraggio e un Grazie “perché la distanza di oggi possa farci ritrovare più solidali anche domani”.