Si tratta di una piazzetta a cui verrà dato il nome di “Largo 28 luglio 1916”, che ricorderà l’esperienza spirituale vissuta dalla sangiovannese Lucia Fiorentino, la quale in una «visione immaginaria», riportata nei cenni autobiografici del 1929, scrive: «Vidi nella visione un albero di smisurata grandezza nell’atrio del nostro convento dei cappuccini e sentii una voce che mi diceva: “Questo è il simbolo di un’anima che ora è lontana e verrà qui; farà tanto bene in questo paese… Sarà forte e ben radicata come quest’albero e tutte le anime che verranno – sia di qui come da lontano – se si rifugeranno all’ombra di quest’albero, saranno liberate dal male (ossia chi verrà da questo degno sacerdote per averne lume e trovare perdono e rimedio alle proprie colpe). Se si umilieranno, da questo degno sacerdote riceveranno consigli e frutti di vita eterna. E guai a coloro che disprezzeranno i suoi consigli, il suo modo di agire, il Signore li punirà severamente in questa e nell’altra vita. La sua missione si estenderà da per tutto il mondo e molti verranno a rifugiarsi all’ombra di questo mistico albero per avere frutti di grazia e di perdono» (Epistolario III, p. 470).
Al momento della “visione” Lucia Fiorentino, non conoscendo Padre Pio, associò l’immagine dell’albero ad un bravo sacerdote di San Giovanni Rotondo, che era fuori residenza (ivi, p. 471). Successivamente, nel 1923, con una «locuzione» interiore, le fu rivelato che l’albero piantato nel convento simboleggiava Padre Pio: «Gesù mi diceva: “Ti ricordi di quanto ti ho manifestato nel 1906, mentre eri inferma?”: “Sì, mi ricordo”. Gesù mi aveva detto, sempre in locuzione: “verrà da lungi un sacerdote, simboleggiato in un grande albero, che si doveva piantare in convento”. Albero così grande e ben radicato doveva coprire con la sua ombra tutto il mondo. Chi, avendo fede, si sarebbe rifugiato sotto quest’albero, così bello e ricco di foglie, avrebbe avuto la vera salvezza; al contrario, chi avrebbe disprezzato e deriso quest’albero, Gesù minacciava di castighi. E così ora mi spiega che l’albero è Padre Pio, che venuto da lontano è radicato al convento per volontà di Dio, e a rifugiarsi sotto sono quelle anime, da lui guidate che ubbidiscono con fede ed andranno avanti; mentre quelle che lo disprezzano, lo deridono e lo calunniano saranno da Dio castigate» (ibidem).Tra l’altro, Lucia Fiorentino conobbe Padre Pio proprio alla fine di luglio del 1916 e divenne una delle sue prime figlie spirituali (cfr. ivi, pp. 471, 472).
Alla luce di quanto descritto, al centro della piazza verrà piantato un grande albero, sotto i cui rami saranno allestiti dei sedili in pietra, insieme a due iscrizioni su lastre di pietra che ricorderanno le rivelazioni di Gesù alla Figlia spirituale di Padre Pio. Il tutto per consentire la sosta e favorire la memoria dell’evento centenario.
Nella piazza sarà anche collocata la statua in bronzo “Homeless Jesus” ,“Gesù senzatetto”, realizzata dallo scultore canadese Timothy P. Schmalz e donata al santuario di San Pio.
L’opera raffigura un uomo, un senza tetto, disteso su una panchina avvolto da una copertina leggera. Del corpo si vedono solo i piedi, con i segni dei chiodi delle crocifissione. L’artista ha avuto l’idea di rappresentare in questo modo originale la persona di Cristo dopo aver visto un senzatetto che dormiva su una panchina all’aperto durante le feste di Natale.
Diversi altri esemplari della statua sono collocati in vari luoghi nel mondo.