Il perenne valzer della politica
“Perché la vita è un brivido che vola via è tutto un equilibrio sopra la follia”, il ritornello musicale di Vasco Rossi fotografa perfettamente gli equilibri politici interni alla nostra città.
È da troppo tempo che i cittadini subiscono una maggioranza basata su accordi meramente personali, che trascura l’obiettivo primario, ovvero l’interesse pubblico dei cittadini, e l’amministrazione stessa della città.
La solita giostra cittadina, ove politici espongono teorie, strategie e capricci, dimenticando la delega che gli elettori, votando, hanno demandato ad ognuno di loro per il governo del paese.
Lo scenario è complesso, senza dubbio, ma merita una riflessione.
La forte spaccatura nella maggioranza era emersa già nei mesi scorsi, venendo poi ricucita ben presto.
La crisi a Palazzo di Città era stata risolta con il documento presentato in Consiglio Comunale e sottoscritto da 9 consiglieri comunali a sostegno di Costanzo Cascavilla.
Tra le condizioni dettate per il rilancio dell’attività amministrativa c’erano le dimissioni di Nunzia Canistro dalla carica di Vice Sindaco, chieste dal gruppo della Lega. Dimissioni che poi sono state formalizzate.
A distanza di pochi mesi lo spauracchio di una nuova crisi si ripresenta e l’iniziativa di protesta del neonato Gruppo Misto, formato dai consiglieri comunali Leonardo Maruzzi, Michele Pennelli e Salvatore Ricciardi, consiglieri di opposizione e Antonio Pio Cappucci e Daniela Di Cosmo consiglieri di maggioranza, altro non è che l’epilogo di un travagliato percorso politico-amministrativo che ha visto, di fronte alle carenze dell’amministrazione Cascavilla, numerosi momenti di dissenso e scontro.
Antonio Pio Cappucci aveva già parlato di “fase gestita in malo modo dal primo cittadino” ed era stato tra i più critici e poco deciso sulla risoluzione dell’ultima crisi politica facendo presagire lo scenario che si sta delineando in queste ore: “Se nei prossimi mesi non saremo in grado di raggiungere questi obiettivi sarò il primo a calare il sipario su questa esperienza amministrativa”.
Tutto questo teatrino di protagonisti innesca un meccanismo di autodistruzione dell’immagine della politica sia di campo che istituzionale, alimentando in un circolo vizioso che accresce la distanza dal popolo, lo stesso che dovrebbe teoricamente rappresentare.
Così mentre l’incessante populismo continua a crescere attraverso una politica urlata e di facile protesta, si assiste sempre più a una politica vuota che trasforma la città nella solita giostra politica.
Mentre la città si prepara ad accogliere il premier Conte, l’antitesi della democrazia avanza, tutto un equilibrio sopra la follia, insomma.
Berto Dragano