Atto di intesa fra associazioni e categorie lavoratori su Piano del Parco del Gargano e aree contigue
In data 14 giugno 2012, presso la sala consiliare del comune di San Giovanni Rotondo, si è tenuta una riunione – dibattito, fra l’amministrazione comunale, rappresentata dal vice sindaco Dott. CARRIERA Antonio e un nutrito gruppo di categorie lavorative e associazioni, in merito all’approvazione del “Piano del Parco Nazionale del Gargano”, con maggiore indirizzo di discussione sulle “Aree Contigue”.
In assise è intervenuto il presidente dell’Ente Parco, Dott. PECORELLA Stefano, il quale ha risposto alle domande e ai dubbi espressi dai presenti anche su un eventuale allargamento dei confini attuali del parco.
Aprendo una parentesi storica, il piano del parco, altro non è che lo strumento regolatore e di gestione delle aree protette, stilato e progettato dalla società romana di servizi ambientali “AGRICONSULTING”, diversi anni orsono e sulla falsa riga di uno già redatto per il Parco Nazionale delle Alpi Bellunesi, il cui territorio è completamente diverso dal nostro, fu mandato alla revisione dei comuni interessati dal Parco Nazionale del Gargano nell’anno 2010, ove il parere espresso dagli enti locali era vincolante ai fini dell’approvazione e che vedeva la maggioranza degli stessi esprimere un giudizio contrario al piano. Successivamente l’Ente Parco provvedeva, con apposita delibera, a trasmettere gli atti acquisiti alla regione Puglia, per l’eventuale approvazione finale o rivisitazione dello stesso.
A questo punto sono molte le considerazioni fatte in sede di riunione, sia dalle categorie presenti, che contestavano il piano in quanto così stilato prevedrebbe le aree contigue senza una discussione tecnico-politica, sia dal presidente dell’ente, il quale affermava testualmente, che per l’approvazione delle aree è obbligo della regione convocare nuovamente i comuni del parco, per discuterne modalità e confini. Dichiarazione questa che va in contrasto con l’articolo 32 della Legge 394/92 sulle aree protette, il quale al comma 2 recita:” I confini delle aree contigue, sono determinati dalle Regioni sul cui territorio si trova l’area naturale protetta, di intesa con l’organismo di gestione dell’area protetta (Ente Parco)”, mentre ne richiede il parere degli enti locali solo per stabilire piani e programmi (comma 1). Da ciò scaturisce l’elementare deduzione che se nell’invio del piano del parco, da parte dell’Ente Parco,bnon siano state estrapolate la aree contigue, la regione Puglia sulla scorta dei pareri espressi dai comuni, può decidere per l’istituzione delle stesse di intesa con l’ente, in conformità a quanto citato nell’articolo 32 L394/92 comma 2.
Adesso occorre chiarire cosa sono effettivamente le “aree contigue”. Si tratta di una sorta di cuscinetto naturale, fra parco effettivo e zone libere, dove molte attività sono regolamentate come la caccia, la pesca e le estrazioni minerarie, fermo restando la facoltà dell’Ente Parco di intervenire in qualsiasi altro campo: agricolo, industriale, o umano in genere, qualora ritenga che gli interessi naturalistici, ambientali e paesaggistici possano essere messi a rischio. Ad esempio non sarebbe stato possibile, senza il parere dell’Ente Parco, assegnare i cinque ettari di terreno demaniale alla Casa Sollievo per il centro ricerche, come anche risulterebbe problematica la realizzazione di una grande opera pubblica se ci fosse un contrasto con l’ambiente circostante in termini paesaggistici, anche se si trattasse di territori già esclusi dai confini del parco anzitempo per motivi di scarso interesse, vedi la costruzione del nuovo depuratore.
Tutto questo avverrebbe poiché nelle aree contigue può essere adottato lo stesso regolamento del parco in senso di divieti e concessioni, anche per convezione, cioè se all’interno del parco è presente una zona di attenzione e se la stessa risultasse similare in tutto o in parte con una nelle aree contigue, ci sarebbe una sorta di legame per cui varrebbe la regola della continuità, con un effettivo e reale allargamento dei confini del parco.
Inoltre con l’istituzione delle aree contigue, già inserite nel piano e quindi senza la consulta dei comuni, si andrebbero a vincolare, come detto, le poche zone libere ed ulteriormente quelle già sottoposte a regolamento SIC e ZPS.
Un atto politico e del tutto lecito in merito alla questione e a dimostrazione del “vizio di forma” del piano del parco, è stato fatto dall’Amministrazione Provinciale di Foggia, la quale nei giorni scorsi ha approvato una delibera all’unanimità dei 26 consiglieri presenti, con dichiarazione di voto, in cui si chiede che dal Piano del Parco Nazionale del Gargano venga estrapolata la parte che definisce le zone contigue e che le stesse siano sottoposte a ridiscussione con il coinvolgimento degli Enti locali interessati.
In conclusione le categorie rappresentate, come Assoalbergatori, Confcommercio, Federcaccia, Ambito Territoriale di Caccia, Confederazione Agricoltori, Associazione Allevatori, Società italiana Setter, sentite le argomentazioni trattate e le varie esposizioni, credono sia opportuno che anche gli amministratori locali diano un indirizzo politico, seguendo la linea della provincia e della quasi totalità dei comuni ricadenti nell’area parco, che si sono già mossi in tale direzione anche loro con delibera comunale, in quanto l’approvazione delle aree contigue così come stilata nel piano del parco, risulterebbe penalizzante per i motivi precedentemente citati.
Pertanto ne scaturisce che l’amministrazione comunale deve: in primis impegnarsi nel tutelare il proprio territorio, gli interessi ad esso legato, nonché i propri cittadini, con una azione tesa principalmente a chiedere la non accettazione delle aree contigue così come previste dal piano del parco, poiché anche se non previsto dalla legge crediamo sia deleterio da parte della Regione Puglia prendere decisioni in netto contrasto con gli indirizzi dati dagli enti locali interessati ed effettivamente presenti sul territorio. In secondo luogo, sempre l’amministrazione deve, chiedere la rivisitazione del piano del parco, poiché vecchio di anni, in considerazione dei mutamenti avvenuti nel territorio, a fronte delle crescenti realtà economiche, sociali e culturali presenti all’interno del comune di San Giovanni Rotondo.
Infine di rimando alle rassicurazioni del Presidente Pecorella, vorrei concludere con un mio personale, ma credo abbastanza condivisibile opinione: in vent’anni di gestione Parco del Gargano, non un solo investimento, non un intervento sono stati fatti per favorire lo sviluppo economico sociale e territoriale a favore delle realtà presenti nell’area protetta, abbiamo avuto, continuiamo ad averle, solo false promesse, ritardi nell’approvazione dei permessi, vincoli su vincoli, con il solo risultato di vedere il nostro territorio gestito per mantenere vivo un parco che in realtà esiste solo negli uffici e sulla carta.
San Giovanni Rotondo 11/07/2012
Il coordinatore Giovanni Canistro
Responsabile CONFCOMMERCIO San Giovanni rotondo
Responsabile ASSOALBERGATORI San Giovanni Rotondo
Responsabile FEDERCACCIA San Giovanni Rotondo
Responsabile AMBITO TERRITORIALE CACCIA Foggia
Responsabile CONF. ITALIANA AGRICOLTORI
Responsabile COLDIRETTI
Responsabile CACCIA PESCA AMBIENTE
Responsabile ALLEVATTORI San Giovanni Rotondo
Responsabile ITALCACCIA San Giovanni Rotondo
Responsabile SOCIETA’ ITALIANA SETTER