Intervista esclusiva al sindaco Salvatore Mangiacotti
L’idea del Palazzo dell’Arte e della Cultura è stata proposta tempo fa e già allora l’avevi accolta positivamente, quali sono i passi che avete compiuto fino ad oggi? E quali i passi successivi?
E’ partito qualche mese fa il bando di “Concorso idea” per il Palazzo dell’Arte e della Cultura. Cinque sono i progetti giunti dalla maggior parte delle università italiane.
La commissione ha iniziato a valutarli da qualche giorno e la settimana prossima dei cinque sapremo quale progetto verrà scelto per procedere.
Verrà poi sottoposto a giudizio della gente attraverso un referendum. Inoltre verrà allestito uno spazio dedicato ai progetti presentati o presso
Corrado Grifa, uno dei promotori, vorrebbe far nascere uno spazio dedicato alla cultura per tutti, un luogo dove poter “sostare”. Tu come vedi questo luogo? Cosa potrebbe rappresentare per la nostra città?
Abbiamo bisogno di spazi dove ci possa raccontare, esprimere, creare, inventare, luoghi di aggregazione, di vitalità dei giovani e meno giovani. Questa città poterebbe crescere in una sorta di “luogo dell’anima”.
Come ti trovi a lavorare insieme agli ideatori di questo progetto?
Li ho conosciuti e ho avuto modo di apprezzare la loro serietà e la loro capacità artistica. Sono risorse che, insieme ad altre, possono dare un contributo notevole alla crescita culturale di San Giovanni Rotondo. Sono personalità che sostituiscono “la cultura del dire” a quella del fare.
Non la chiacchiera e la polemica, ma la praticità. Affrontano tutto con grosse difficoltà ma le istituzioni hanno bisogno di essere cambiate grazie e soprattutto al loro aiuto.
Che cosa rispondi alla gente che sul tema cultura tramite i mezzi di comunicazione non ha fiducia nell’amministrazione?
Sulla cultura stiamo facendo abbastanza. Mai come in questi ultimi tempi si erano viste così tante iniziative. Ne cito solo alcune: Pasolini, Covatta, ora il Palazzo, la promozione del cinema con il coinvolgimento degli studenti, il teatro in vernacolo, altre iniziative che verranno realizzate a breve come la storia dell’eccidio realizzata dal pittore Ciro Marino, e così via …. Tutti parlano di cultura, pochi la conoscono e pochi la fanno. Bisogna farla a prescindere dall’amministrazione. Se poi c’è il supporto dell’amministrazione tanto meglio.
L’unità e la forza di una città culturale nascono dalla collaborazione di ciascuno. Quali sono i ruoli che dovrebbero gestire i cittadini? Diritti sì, ma anche doveri…
Credo che un salto culturale, una rivoluzione dovrebbe partire dal basso coinvolgendo e pretendendo il supporto dell’amministrazione ottenendo spazi, luoghi e sostegni di altra natura, ma credo che quello che più manca è la partecipazione. Ho visto iniziative in cui la presenza era irrisoria. Pochissimi partecipano. A mio avviso gli intellettuali di cultura dovrebbero sporcarsi più le mani. Dovrebbero contribuire al cambiamento della mentalità della città. E’ solo tutti insieme che si fa un percorso unitario e valido.
C’è una consulta esterna dedicata alla cultura. Chi se ne occupa?
La curava Carmela Ciuffreda, ora c’è Michele Crisetti. L’intento era quello di dare sostegno a iniziative, ma ha trovato difficoltà nel funzionamento. Ci si divide su tutto in questo paese.
Ritengo che, attraverso il contributo e la partecipazione dei cittadini e il coinvolgimento delle associazioni, si possa progredire solo in positivo. Critiche sì, ma costruttive.
Io vengo da questo percorso. Tante di queste cose le ho fatte ma noi ci ponevamo diversamente. Manca oggi il ceto medio riflessivo. Gli insegnanti e gli uomini di cultura che dovrebbero spingere al cambiamento stanno invece rinchiusi nelle torri di avorio. Non abbiamo intellettuali che, oltre San Giovanni, vengono considerati.
San Giovanni ha fame di cultura ma si verifica quella sorta di snobbismo verso gli altri. C’è bisogno di lavorare di più e parlare di meno, quello che resta non deve essere la chiacchiera. E’ giusto che ognuno lasci un segno nel proprio passaggio. I progetti sono tanti. Tra questi recuperare la nostra storia locale:
Se vogliamo davvero far crescere la nostra città, c’è bisogno allora di stare insieme e di rimboccarci tutti le maniche.
Concludo con un ringraziamento particolare a Corrado Grifa e Nicola Canistro, i veri fautori del progetto del Palazzo perché senza la loro professionalità e determinatezza non saremmo arrivati a questo e a tutto quello che verrà.
M.A.
Grazie al Sindaco Salvatore Mangiacotti per averci rilasciato questa intervista.