18 anni fa l’uccisione della giornalista del Tg3 e del suo operatore
Il 20 marzo del 1994, un commosso Flavio Fusi annuncia la morte della collega Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin.
Tante furono le ipotesi, dal tentato rapimento alla “disgrazia”, ma il delitto fu una vera e propria esecuzione. Un commando somalo uccide a bruciapelo la Alpi e Hrovatin lasciando in vita la guardia del corpo e l’autista.
La Somalia era terreno fertile per crimini di ogni tipo, e, la Alpi e Hrovatin lavoravano come inviati per documentare la guerra che divideva il paese e l’operazione militare ONU denominata RESTORE HOPE.
Avevano scoperto un traffico d’armi e di rifiuti tossici illegali in cui erano coinvolti politici, diplomatici e militari italiani.
A queste due morti sono collegate altre, altrettanto misteriose: quella di un sottoufficiale del SISMI, informatore della Alpi e quelle di due giornalisti che ripresero l’assassinio.
Tanti sono i pezzi di questo tragico puzzle che non trovano una giusta posizione, come il taccuino di Ilaria scomparso durante il trasferimento della salma in Italia, in cui aveva trascritto la sua intervista al Sultano di Bosaso.
Dell’omicidio venne accusato e poi condannato a 26 anni il somalo Hashi Omar Hassan, che era a Roma per testimoniare sulle presunte violenze commesse dai militari italiani in Somalia.
Un capro espiatorio?
MPC