Copertura mediatica inferiore e difficoltà economiche mettono i giochi paralimpici ancora in secondo piano rispetto alle Olimpiadi
Da giorni il count down è iniziato, e oggi finalmente ci siamo: si aprono infatti stasera a Londra le Paralimpiadi 2012, nella loro quattordicesima edizione. I numeri ci dicono che, sulla carta, si tratterà dell’edizione più importante nella storia dei Giochi riservati ad atleti con disabilità, tanto che il settimanale statunitense Time si è spinto a pronosticare un “tutto esaurito”. Finalmente, dunque, davvero, la “sorella minore” della Olimpiade si sta smarcando dall’ombra di anonimato che fino ad oggi l’ha sempre vista un passo più indietro rispetto alle universalmente seguite competizioni olimpiche dei “normodotati”? A essere sinceri i tempi sembrerebbero maturi, ma a conti fatti non lo sono, almeno in Italia. Nonostante gli enormi passi avanti fatti anche da un punto di vista tecnico ed organizzativo – vedi la condivisione di Casa Italia per CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e CIO nazionale, non si può non ricordare che fino a metà 2011 la stessa partecipazione del nostro Paese alle competizioni paralimpiche è stata in dubbio, a causa di fondi non sufficienti. E gli atleti paralimpici? Quegli stessi atleti che come e più dei campioni olimpici dedicano gran parte delle loro giornate ad allenamenti duri ed estenuanti? Possono essere paragonati alle star dei cerchi iridati che le cronache ci hanno fatto conoscere e adorare come celebrità? Spiace dirlo, ma al di là dell’ormai celebre Oscar Pistorius, simbolo di lotta – vinta – per una vera integrazione, o del campione Alex Zanardi, esempio di fuoriclasse nello sport e nella vita, i nomi dei campioni paralimpici sono sconosciuti ai più.
Al di là della celebrità, che lascia il tempo che trova, la cosa rammarica più per una questione strettamente pratica: partecipare alle Paralimpiadi costa, e gli sponsor in questa partita giocano un ruolo fondamentale. A questo proposito, è saltata agli onori della cronaca la vicenda della sprinter giapponese che ha posato nuda per un calendario per racimolare i soldi utili ad acquistare una protesi per partecipare ai Giochi. Ma questa è solo una delle molte storie. Inutile negarlo: ci sono questioni anche economiche non trascurabili. Molti atleti paralimpici per vestire la maglia nazionale sono ad esempio costretti a prendere ferie dal lavoro o permessi per allenarsi. Diverso il discorso per quegli atleti che sono invece riusciti ad entrare in gruppi sportivi delle forze armate – Gruppi sportivi di Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Corpo forestale – (circa 14 su 99), che rappresentano però ancora una minoranza molto consistente rispetto ai colleghi normodotati.
Se pur i passi fatti, dunque, sono diversi, ancora molta strada c’è da fare per dare alla Paralimpiade quel giusto spazio che le spetta. A questo proposito, spiace quindi constatare come una occasione mancata venga dalla scelta della televisione pubblica italiana di dedicare molto meno spazio alle competizioni paralimpiche, rispetto a quanto fatto con le recenti gare olimpiche e rispetto a Sky, canale privato che coprirà l’evento con un’ampia programmazione. A questo proposito, il Sindacato S.F.I.D.A., ha espresso il suo disappunto in una nota di cui riportiamo alcuni stralci: La copertura e la qualità del servizio d’informazione pubblico delle Paralimpiadi sono nettamente inferiori, una TV Satellitare dedicherà ben cinque canali tutti in alta definizione, mentre la TV di Stato ha predisposto per le Paralimpiadi esclusivamente Rai Sport1, l’intero palinsesto Rai, catalizzato sulle Olimpiadi, le ha trasformato, giustamente, nell’evento mediatico dell’anno (Rai 2 – Rai.TV anche in HD sul canale 501 e Rai Sport 1). Continua poi la nota: Gli atleti impegnati nelle Paralimpiadi hanno profuso impegno, spirito di abnegazione e dedizione negli allenamenti pari o addirittura superiori, per ovvi motivi, agli atleti che hanno preso parte alle Olimpiadi, nonostante ciò, sembra che la fiaccola olimpica per loro emetterà una luce più flebile. Gli atleti italiani con disabilità onoreranno l’Italia, conquisteranno medaglie, per loro si alzerà il tricolore, verrà intonato l’Inno Nazionale e ci renderanno orgogliosi dei traguardi raggiunti; ma in pochi li seguiranno! In questa occasione, forse, qualcosa in più, a livello mediatico, andrebbe fatto perché la fiaccola olimpica emani una luce che abbagli i nostri atleti con disabilità impegnati nelle Paralimpiadi e renda noi tutti orgogliosi e fieri di questi giovani che sfidano la loro disabilità e diventano un esempio positivo per ognuno di noi.Detto ciò, noi ci riguardiamo ancora una volta Meet the Superhumans, il bellissimo trailer delle Paralimpiadi prodotto dall’emittente inglese Channel 4 mentre ci prepariamo a tifare Italia, certi che le Paralimpadi sapranno unire la nazione sotto un unico grande tricolore. Forza azzurri!!
(fonte: disabili.com)