di Emanuele Merla
Già dall’inizio di Gennaio la RAI inizia a pubblicizzare le curiosità inerenti il futuro Festival di Sanremo.
Tanti italiani seguono il festival per vari motivi, chi per affezione chi per amore della musica etc. anche se negli ultimi anni sono in maggioranza gli spettatori che lo seguono per curiosità.
Dato che il festival della musica italiana da parecchi anni si è trasformato in una passerella sulla quale sfilano le vallette (puntualmente straniere, salvo casi eccezionali, e selezionate per motivi pubblicitari), l’abbigliamento dei cantanti, gli ospiti che interverranno, e tutto ciò che può ritenersi distante anni luce dalla musica leggera italiana.
Ad esempio riguardo agli ospiti ritengo non sia possibile che quasi tutti quelli selezionati richiedano somme esorbitanti oltre ad avanzare pretese da sceicchi.
Un altro aspetto fondamentale per “attirare” lo spettatore riguarda la scenografia, che oltre ad essere anch’essa molto costosa risulta sempre tra le poche cose riuscite dello spettacolo.
Anche l’esterno del teatro Ariston durante la kermesse si trasforma in una passerella dove si alternano, per giorni, personaggi noti e vip che fungono da volano pubblicitario per il grande baraccone del festival.
“Confezionato” l’intrattenimento per il pubblico e sponsorizzato a 360° tramite una pubblicità tampinante, finalmente i risultati: “Boom di ascolti per la prima serata del festival di Sanremo” (la classica apertura dei TG RAI), a questo punto una domanda sorge spontanea: quando si inizierà a parlare di musica?
Le domande da porsi sul festival sarebbero tante, ma per non incappare nel più “Sanremese” degli errori, domandiamoci se la musica leggera italiana è finita, perché se così fosse non si potrebbe dar torto agli autori del programma, che in maniera consapevole allestiscono un circo in quanto è sulla base dell’audience che si stipulano i contratti pubblicitari.
Oppure bisogna rivedere i parametri anacronistici tramite i quali gli autori del festival selezionano le canzoni?
A prescindere dai gusti, spero che un domani il festival torni ad essere una reale competizione tra artisti dove la musica sia l’unica protagonista.