Dal 17 al 25 marzo raccolta firme per l’iniziativa
«Acqua Pubblica, ci metto la firma»
Si è costituito anche a San Giovanni Rotondo il comitato per la campagna nazionale di raccolta firme a supporto della proposta di legge «Acqua Pubblica, ci metto la firma», l’iniziativa contro le privatizzazioni delle risorse idriche. Il coordinatore del comitato cittadino a cui poter fare riferimento è Mario Gaeta.
La raccolta firme, che partirà il 17 marzo e si concluderà il 25 marzo, avverrà dalle 18 alle 20,30 nella centrale piazza dei Martiri; in questa «Settimana dell’Acqua», così com’è stata battezzata, il comitato cittadino che promuove la campagna si attiverà in vista della giornata mondiale dell’acqua prevista per il prossimo 22 marzo. Sarà una «sette giorni» di mobilitazione straordinaria – hanno annunciato i promotori – con una finalità ben definita: chiedere una moratoria che possa bloccare i processi di privatizzazione delle risorse idriche e per dire no alla «mercificazione dei beni comuni».
Domenica 25 marzo, alle ore 11,30, è prevista una manifestazione pubblica con la partecipazione dell’assessore regionale alla pubblica istruzione Mimmo Lomelo e delle associazioni e movimenti che hanno già aderito quali la CGIL scuola, Clan AGESCI SGR1, Cala la sera, Il Rotondo, Giovani Comunisti, Rifondazione Comunista, Sinistra DS, Uniti a Sinistra, Verdi e WWF.
Cosa prevede la legge di iniziativa popolare, in 10 punti:
1. L’acqua è un bene comune e un diritto umano universale, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile sono diritti inalienabili e inviolabili della persona.
2. L’acqua è un bene finito, da tutelare e da conservare perché indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi della presente e delle future generazioni.
3. Ogni territorio deve definire un bilancio idrico che preservi la risorsa e la sua qualità.
4. Il servizio idrico integrato è un servizio pubblico privo di rilevanza economica, sottratto alle leggi del mercato e della concorrenza e finalizzato ad obiettivi di carattere sociale e ambientale.
5. Il servizio idrico integrato deve essere gestito esclusivamente attraverso enti di diritto pubblico.
6. Entro tempi certi devono terminare tutte le gestioni affidate a privati, a società miste pubblico-privato e a società a totale capitale pubblico.
7.
8. I lavoratori del servizio idrico e gli abitanti del territorio partecipano attivamente alle decisioni sugli atti fondamentali di gestione del servizio idrico integrato.
9. Il servizio idrico è finanziato con la riduzione delle spese militari, con la lotta all’evasione fiscale, con tasse ambientali di scopo.
10. Un fondo nazionale finanzia progetti per l’accesso all’acqua potabile nel sud del mondo.
g.p.