“Coca Cola si, Coca Cola no?”
Il termine Coca Cola è stato coniato per la prima volta nel maggio 1886 ad Atlanta, da un farmacista che, casualmente, miscelò acqua carbonata con sciroppo di zucchero, acido fosforico, caffeina ed altri aromi naturali per ideare la cosiddetta “bibita analcolica più diffusa al mondo.”
Differente è la sintomatologia riscontrata subito dopo l’assunzione o a distanza di minuti di tale bevanda: la risposta immediata dell’organismo sarebbe il vomito ma grazie all’ intervento dell’acido fosforico ciò non avviene poiché quest’ultimo ‘’maschera’’ e tampona il sapore dolciastro.
Dopo una mezzora, la glicemia sale alle stelle favorendo un rilascio totale di insulina al quale il fegato risponde presente, trasformando lo zucchero ematico circolante in depositi di riserva non solo zuccherini ma anche lipidici. Dopo aver assorbito completamente l’insulina, la pressione sanguigna aumenta e si assiste ad una dilatazione delle pupille scacciando i sintomi di sonnolenza. Ripercorrendo lo stesso meccanismo d’azione della cocaina, aumenta la produzione di neurotrasmettitori come la dopamina che stimolano il senso del piacere.
Successivamente, aumenta l’escrezione urinaria di vari elettroliti come calcio, magnesio e zinco e l’effetto antagonista a quello iniziale sarà una discesa dell’equilibrio glicemico.
Una ricerca pubblicata sull’American Journal of Nutrition Clinical avrebbe fornito evidenze sui rischi legati alla costante assunzione della coca cola: la coca cola, infatti, consuma il calcio. In realtà, sotto accusa non c’è solo la Coca Cola poichè il nemico non è la Coca Cola in sè bensì la combinazione di dosi eccessive di zucchero unite congiuntamente alla caffeina e all’acido fosforico.
Questa combinazione la si può trovare nella maggior parte delle bibite gassate le quali offrono una minore resistenza della massa ossea soprattutto nei bambini. Un altro elemento a sfavore della Coca Cola è stato scoprire il ruolo della caffeina sulla perdita di massa ossea. Un’altra causa ancora potrebbe essere la presenza di acido fosforico che assorbe calcio dall’organismo e questo fattore incide in una dieta bassa di calcio provocando una diminuzione della mineralizzazione delle ossa nelle donne. La carenza di calcio può causare osteoporosi con fragilità ossea e aumento delle probabilità di rischio fratture.
Secondo lo studio della Fondazione oncologica e delle scienze ambientali (Centro di Ricerca sul Cancro) le persone che bevono quotidianamente due o più lattine di Coca Cola indipendentemente dal tipo, classica o light, sembrano essere esposte ad un rischio doppio di contrarre malattie croniche renali o di avere calcoli renali. Precedenti studi avevano già evidenziato che l’assunzione quotidiana di una o più bibite gasate potevano essere legate ad un aumento del colesterolo, dell’ipertensione e del diabete, inoltre, sebbene spesso ci sia la dicitura “light” contribuiscono lo stesso a far aumentare di peso e alterano i livelli di trigliceridi.
Non c’è bisogno di eliminare del tutto queste bevande, tuttavia è necessario limitarne il consumo, ma soprattutto garantire sufficienti livelli di calcio e vitamine D per proteggere e garantire l’integrità delle ossa.
Federico Fabrizio