"Amministrazione al cribro"
di Gennaro Palladino
Non nascondiamoci dietro ad un dito. Serpeggia un profondo rammarico nei tanti cittadini, oggi delusi e traditi, che hanno riposto immensa fiducia e tantissima speranza in questa coalizione che a distanza di 17 mesi dal suo insediamento, e per i quali sembra (il condizionale è d’obbligo almeno per il momento) non solo di non possedere quelle ali per il decollo della città, ma, al contrario, di avere una grossa zavorra che la fa precipitare sempre più in basso.
La delusione di chi ha sostenuto questa coalizione diventa ancora più forte di chi l’ha soltanto votata non tanto per quello che non è stato realizzato, ma per il mancato salto di qualità anche riguardo all’immagine e ad un maggior rispetto delle istituzioni cui era chiamato il centrosinistra dopo anni bui. Se con l’articolo di settembre definivo tutta la vicenda una telenovela, oggi la definirei una storia infinita. Infinita perché parrebbe insita in tutte le amministrazioni, di destra o di sinistra che siano, una certa predisposizione a non fare, o a fare male, gli interessi della comunità.
Una ragione plausibile potrebbe essere il mancato rinnovamento della classe dirigente sangiovannese. Un rinnovamento che non consiste semplicemente nel ringiovanimento ma soprattutto nella cultura, nel senso di responsabilità, nell’impegno e passione per il bene comune e soprattutto nella coerenza. Quando poi ci si propone di governare una città, che in quanto a illegalità diffusa non pare proprio immune,bisogna mettere in campo il coraggio ed il senso di responsabilità quando si tratta di affrontare tematiche e situazioni scomode e soprattutto nelle promesse che si sa di non dover fare e, ancor peggio, di poter mantenere. Per impegno e passione non dobbiamo intendere lavorare ventiquattro ore su ventiquattro, ma cercare e dare, con spirito collaborativo, la soluzione ai problemi prima di tutto affrontandoli e studiandoli perché la capacità e la competenza stanno proprio in questo impegno. Una volta i partiti erano palestre di vita; si affrontavano i problemi e si dibattevano e ognuno ne traeva un vantaggio. Il giovane toccava con mano i problemi della città, crescendo culturalmente e politicamente. Il consigliere comunale sapeva come votare un accapo in consiglio, ora invece, e specialmente se è parte della maggioranza, va solo a ratificare, a meno che non sia un addetto ai lavori, esperto in materia. A livello amministrativo, sovente ci si affida, oltre alla giusta e dovuta collaborazione, al funzionario, al dirigente, o addirittura all’impiegato col risultato che le decisioni non restano più prerogativa del potere politico ma di quello burocratico. Taccio sulla coerenza poichè darebbe la stura ad una moltitudine di interpretazioni anche perché questa è richiesta sempre agli altri e quando si è chiamati a dimostrarla si accampa una miriade di giustificazioni.
Qualcuno ha definito un "teatrino" tutte queste vicende con tanto di attori e comparse.
"Isse" cioè il protagonista principale non può che essere il Sindaco e cioè Salvatore Mangiacotti, uomo di cui tutto si può dire, a livello ideologico, fuorché di essere stato comunista giacchè gli sarebbe rimasto un po’ del senso di collegialità insito nella disciplina di partito alla base dell’organizzazione politica del tramontato P.C.I. Uno del popolo, di origine operaia e sempre in prima fila per la difesa dei più deboli. Uomo di buona cultura che non manca di evidenziare nei discorsi ufficiali sciorinando dotte citazioni. E sul campo della cultura possiamo senza dubbio ammettere un impegno considerevole. Mentalmente aperto con una intelligenza ed una arguzia fuori dal comune. Da sempre determinato nel perseguire e raggiungere gli obbiettivi e come fanno spesso e volentieri i politici, fa ricorso alla bugia tattica (negare e poi rettificare) e cosa più importante fidandosi molto di se stesso e poco delle persone che di volta in volta lo affiancano e , nei momenti di pericolo per la sua visibilità, ha la capacità di non farsi adombrare. Ha sempre mostrato quella determinazione, quella passione ed impegno che la politica richiede per raggiungere uno scopo, anche se spesso mette nel dimenticatoio gli ideali che l’hanno spinto ad entrare in politica. E’ riuscito a gabbare perfino vecchi marpioni della politica nostrana, non solo amici e compagni del suo partito di cui è ancora azionista di maggioranza, salvo poi ingabbiarsi in una situazione poco edificante per l’immagine della coalizione e per gli interessi della città che non compromette minimamente la sua autonomia. I quadri li dipinge lui; ne ha le capacità nel bene e nel male.
Per il cambiamento si può essere d’accordo con lui i primi sei-sette mesi servono, in una pubblica amministrazione, per programmare. Dopo i dodici mesi avvengono le realizzazioni, ma questo avviene, per chi conosce i tempi della politica e della pubblica amministrazione, in ogni contesto e in ogni città d’Italia. Dal dodicesimo-diciottesimo mese al quarantottesimo (esagerato!) si ‘cantierizza’ tutto. In questo è aperta la sfida che ci attende; se non facciamo questo, allora sì che ci sarà il fallimento .Allora sforziamoci ed entriamo nel merito delle cose da fare, tralasciando i metodi, i comportamenti, le promesse non mantenute, le bugie, i tradimenti ecc.ecc. Un mio articolo del Febbraio 2006 titolato Ecco le opere pubbliche così chiudeva: "Ma ….chi vivrà, vedrà |" A distanza di nove mesi si potrebbe tracciare un giudizio (rating) di affidabilità. Tante cose sono state disattese, ma nonostante tutto, qualche passo avanti nella direzione amministrativa si sta facendo. Anzi si può dire che qualora andassero in porto quelle opere di cui si parla, saremmo ad un soddisfacente risultato e le cito per non essere nel vago: spostamento del depuratore in fase di progetto con definitivo e relativo finanziamento; istituto polivalente per il quale è stato approvato in Consiglio Comunale una nuova ubicazione nella zona est della città; lavori di adeguamento della scuola Melchionda che sono finalmente iniziati; così come gli adeguamenti per la messa in sicurezza delle scuole elementari e medie inferiori; il canile sanitario con i lavori già iniziati; il piano di assetto idrogeologico (Pai); a breve i lavori per la Caserma dei Vigili del Fuoco a Pozzo Cavo; metanizzazione e fogna nera nel centro storico; bitumazione di tutte le strade interne già cantierizzate; sistemazioni di tratturi già finanziati; bonifica della Grava San Leonardo e Grava Signoritti già finanziati; approvato il regolamento usi civici; assegno di pubblica utilità. Da aggiungere la recente decisione di ripiantumare i 14 lecci (estirpati dalla precedente amministrazione) e di rimuovere la fontana di Corso Umberto, nota come l’Ossario.
E poi: il piano di riqualificazione del centro storico con il concorso di idee (sarebbe ora!) dei cittadini; sistemazione dell’incrocio di Via Foggia con la realizzazione di un rondò a breve; riqualificazione della zona internazionale con lo spostamento dei chioschi; a breve la bozza del Piano Urbanistico Generale e Piano della Viabilità da parte del Politecnico di Milano; riqualificazione della periferia in zona Parco del Papa; bando per la nuova gestione dei parcheggi; arredo della biblioteca comunale nel giro di qualche settimana; attuazione progetti di servizio civile per 24 giovani; ampliamento del cimitero. Sul piano della cultura: l’acquisizione al nostro patrimonio della Casa Cirpoli; interesse per la Miniera e il Mulino Massa; fare dell’Agropolis in accordo con una Università svedese un Centro di eccellenza per la riabilitazione post operatoria. Non ho dimenticato, ma l’ho volutamente lasciata alla fine, la tanto agognata piscina comunale per la quale ci sarebbe un progetto da portare all’approvazione del consiglio comunale in tempi brevi. Speriamo venga approvato e si realizzi subito, perché non è possibile che una città di 27000 abitanti non possa averne a differenza di tanti altri piccoli comuni e che si debba costringere le scuole, le famiglie e quanti amano il nuoto o quanti per ragioni di salute ne hanno bisogno, a sobbarcarsi a grosse spese e a vari disagi.
Per cui tanti giudizi negativi potrebbero essere dettati non dai meriti ma dai metodi con cui si presenta questa amministrazione. A Cesare quel che è di Cesare. Ma, siccome il buongiorno si vede dal mattino, oltre ai fatti quel che orienta il giudizio dei cittadini è l’immagine del buon governo! A proposito: quando l’amministrazione si doterà della figura di un portavoce, o di un addetto stampa oppure di un foglio di informazione (non di propaganda)?
Tornando alla storia infinita, a nulla sono valse le azioni di protesta dei defenestrati da questa coalizione. Non è stata utile nemmeno la pazienza nell’attesa messa in campo pur di risolvere questa crisi, per certi versi inspiegabile che, non sappiamo, porti vantaggi a qualcuno ma sicuramente non va nella direzione del consenso elettorale e politico che la popolazione ha dato a questa coalizione." In questi giorni cresce una solidarietà che ci ripaga di tanti anni di presenza attiva, in tutti i settori della città, ovunque ci viene testimoniata la stessa necessità vitale di quel rinnovamento per cui avevano espresso il voto, ora tradito, e un impegno per questa città che vada oltre la pratica clientelare delle promesse e degli assessori beneficiari degli interventi amministrativi". Qualche pacca sulle spalle e nient’altro perché al cittadino interessa che il Consiglio Comunale risolva i problemi della città; non è soltanto la sede di dibattito (magari!!) o di baruffe partitiche. Obbligata la scelta di Rifondazione di sfilarsi dalla maggioranza (non gli lasciavano alternative). Però un appunto è da fare sulla opportunità, diciamo temporale, della dichiarazione del consigliere Barbano (che fra l’altro denunciava, oltre ai patti,"il mancato rispetto delle forze di sinistra di questa città") stante l’assenza del sindaco artefice principale, del vice sindaco esponente di punta di un partito alleato e del capogruppo del partito di maggioranza relativa anche se ad animare il non programmato dibattito è intervenuto, anche qui, inopportunamente il consigliere Martino il quale, toccato, ha voluto rivendicare l’appartenenza alla sinistra dei Democratici di sinistra. Se da un lato non abbiamo potuto apprezzare le dichiarazioni a caldo degli interlocutori principali (a proposito ne hanno fatto a freddo?), dall’altro è stato dato modo all’opposizione di fare < un "plauso" perchè solo oggi, grazie alle strategie suicide di questo rinnovato centrosinistra, ha risollevato il capo e ha ritrovato il dono della parola, per riesumare l’unico denominatore comune della politica sangiovannese: governare con la magistratura>
Già…. ! L’opposizione. L’avevamo lasciata delusa per l’esito elettorale, lacerata e alquanto sgonfia di idee e…, come per miracolo, la troviamo oggi ringalluzzita ma lungi da una comune e costruttiva opposizione. Dalle loro dichiarazioni ammettono di avere volutamente evitare azioni ostruzionistiche lasciando trascorrere un "anno sabbatico" per permettere all’amministrazione di prendere visione dei problemi della città. Nobile atto! Avevano alternative?
Con un comunicato del 26 ottobre scorso il gruppo della Margherita ha abbandonato il ruolo di comparsa per proclamare la scelta consapevole e responsabile di andare avanti nell’amministrazione della città fra
1-tenere fede al principio "gli assessori non si cambiano" e conseguentemente tirarsi fuori dalla maggioranza aprendo, di fatto, una nuova campagna elettorale per elezioni amministrative da tenersi nel 2007 oppure
2-continuare a credere ancora nel progetto del "Centro-Sinistra", dare la disponibilità alla nomina di un nuovo assessore, lavorare con ancora maggiore impegno…….
Ma riguardo all’esclusione di Verdi e Rifondazione denotano scarsa consequenzialità e malcelata contraddizione Fedeli alla realizzazione di questo progetto abbiamo sottoscritto un patto elettorale, in cui si riconosceva un ruolo nella gestione della cosa pubblica a tutti i partiti della coalizione, a prescindere dal risultato elettorale che ognuno avrebbe raggiunto>. E poi ???? Oggi possiamo tranquillamente dedurre che "chi tace acconsente"?
Sul ruolo dei partiti, caliamo un velo pietoso. Interesserebbe sapere se e come sia stata digerita dai dirigenti e militanti il venir meno a patti di natura prettamente politica ed elettorale da parte dei vertici.
Gli attori non protagonisti sono sempre i cittadini. Per quelli interessati o addetti ai lavori questo è un film già visto e che sicuramente farebbero volentieri a meno di rivedere per la sua ripetitività. Per la gente comune il giudizio sa di rassegnazione: sono tutti uguali. Per i disfattisti anonimi e camminatori di piazza che non colgono nessun segno positivo sarebbe ora di partecipare in altro modo alla vita della comunità nel fare meno chiacchiere ed essere un po’costruttivi .Non saranno molti ma non tralasciamo gli ottimisti che continuano a credere ed augurarsi in una ripresa di questa amministrazione che possa, nel volgere di breve tempo, portare a compimento alcune delle grandi priorità di San Giovanni Rotondo senza però dimenticare la quotidianità.
Vede signor Sindaco, anche senza salire a Palazzo S. Francesco, per chi voglia informarsi, parlano gli atti e le cose concrete in positivo si vedono e si apprezzano, gli atteggiamenti negativi si deplorano, le buone intenzioni, di cui è lastricata anche la via del paradiso, si prendono per buone fino a prova contraria per cui non per consiglio, giacchè mi hanno insegnato a non darne mai a chi non li chiede, faccio un invito: rilasciare meno interviste e affrontare qualche confronto a viso aperto con la cittadinanza. Con meno nubi ne guadagnerebbe la chiarezza.
Gennaro Palladino