Ieri sera incontro con gli albergatori della città
«Ancora oggi non conosco i dati ufficiali per cui è logico che tutto è possibile ed è chiaro che mi devo poter mettere nella condizione di salvaguardare la città da colpi di mano che nella gestione degli immigrati di Lampedusa sono stati fatti coinvolgendo non un centinaio ma migliaia di persone. Io come amministratore ho il diritto di preoccuparmi». Queste le parole pronunciate dal sindaco di San Giovanni Rotondo, Luigi Pompilio, durante l’incontro con i titolari delle strutture alberghiere e i rappresentanti del settore, tenutosi ieri pomeriggio a Palazzo San Francesco.
Sul tavolo la spinosa questione dell’arrivo di gruppi di immigrati da Lampedusa, questione che interessa, a quanto pare, non più di tre strutture ricettive. «La città di San Giovanni Rotondo non è la città dell’accoglienza, ma della superaccoglienza», afferma in apertura Antonio Placentino, il delegato alle pubbliche relazioni del sindaco, citando i dati relativi alla presenza di immigrati sul territorio comunale (circa 2500 tra regolari e irregolari). «Non ci appartengono le accuse di razzismo e xenofobia.
Accuse rimandate al mittente dal sindaco Luigi Pompilio» ed aggiunge «Quando gli fa comodo, quando queste autorità sono in difficoltà chiedono soccorso alle autorità religiose, dal vescovo ai frati, quando poi non serve di San Giovanni fanno quello che vogliono». Dopo i ringraziamenti di rito, è la volta del primo cittadino, che afferma di aver avuto notizia dell’imminente arrivo di immigrati da parte di un concittadino imprenditore e spiega: «Avendo avuto l’incarico di amministrare la città, vedermi provvedimenti di questa natura senza mai essere stato coinvolto mi ha lasciato sconvolto. Ho provato a contattare la Regione ma nessuno mi ha detto niente, io devo salvaguardare la mia comunità». E sulle accuse di xenofobia tuona: «Non accetto che nessuno si metta sul piedistallo e mi indichi come razzista, non permetto a chicchessia di farlo, soprattutto a chi non ha assolutamente preso in considerazione la nostra città, che piange tutte le volte che piove: Amati è il responsabile del settore difesa del suolo. Dei 210 milioni di fondi FAS alla città non hanno mandato un solo centesimo, mentre a Fasano, la sua città natale, ha drenato 9 milioni di euro».
E sull’accoglienza Pompilio chiarisce: «Non siamo a favore dell’accoglienza puritana, quella ipocrita che pensa di risolvere il problema mettendo queste persone in un albergo di lusso, e lasciandoli bivaccare senza nessuna motivazione. Questa gente non ha soldi, e si tratta di persone giovani prevalentemente, quindi è ovvio che si riversano sul territorio». Ambivalenti le reazioni degli albergatori alle parole del sindaco Pompilio.
«Noi come struttura ci siamo preoccupati di capire come dare accoglienza e c’è un Consiglio dei Ministri che ha svolto questa operazione. Per tutti i servizi legati al sociale, dall’istruzione all’integrazione, ci pensa la Protezione Civile con delle associazioni accreditate a fare questo quindi non è che la gente viene qui a bivaccare» ha chiarito Giulio Canistro, fratello del proprietario dell’Hotel Miramonti, tra i firmatari della convenzione.
«È evidente che lavoriamo ormai con delle tariffe da fame, che ci stanno sfruttando un po’ tutti – interviene a difesa del sindaco Pio Mischitelli -. Invito i colleghi albergatori a incontrarci nelle sedi più opportune per darci da fare. Il sindaco non ha fatto altro che rispondere a delle richieste di sicurezza e decoro avanzate da noi albergatori fin dalla campagna elettorale».
Più cauta la posizione di Franco Fini (Assolbergatori):« Non voglio ne difendere il sindaco, ne criminalizzare gli operatori. Plaudo alla volontà del sindaco di salvaguardare il territorio, solo ha peccato nella tempistica e nel modo dell’intervento. Da parte degli operatori di settore, mi sento di dire, c’è tutta la volontà di interfacciarsi, di dialogare. Condivido con Canistro l’idea che siano molto meno pericolose gli immigrati che arrivano in città in questo modo, perché necessariamente controllati, che non altri che svolgono ben altri lavori e che sono anche presenti in numero maggiore. Dobbiamo dialogare senza dare un taglio politico alla faccenda».
(Selene Impagliatelli da Il Mattino di Foggia e Provincia del 10-11-2011)