Slogan elettorali e paradossi
Domenica mattina sono uscito e ho trovato il paese tappezzato di “Rialzati San Giovanni” . Tali manifesti li ho trovati paradossali e mi sono chiesto se qualcun altro abbia percepito il paradosso di tale slogan.
Tutti abbiamo visto cadere bambini, figli o nipotini. La maggior parte delle volte ci precipitiamo per soccorrerli. A volte le cadute sono banali (recano ugualmente dolore e spavento al bambino) e consci della dinamica, perché presenti, invece di correre in soccorso, ci capita di dire scherzosamente al bambino: “vieni qua che ti alzo io” e caso mai invitiamo il bambino a ringraziarci per l’aiuto.
I manifesti mi hanno fatto porre una domanda: quale deve essere l’atteggiamento giusto dell’uomo politico nei confronti di una città “caduta!!”?
Per dare una risposta è necessario accennare brevemente alla nostra idea di politica e di politico.
Ogni cittadino, ogni persona universalmente intesa, deve avere la libertà di vivere la propria vita seguendo un suo disegno. Io, identificando la vita come un viaggio, ritengo che ognuno debba scegliersi la meta e programmarne il percorso.
Al tempo stesso, ad ognuno è richiesto di farsi carico di tutto ciò che serve per il viaggio: la formazione culturale, l’impegno nell’eseguire il proprio ruolo in società, la scelta dei compagni di viaggio, il lavoro utile ad alimentare il viaggio.
L’organizzazione socio-politica deve farsi carico di rendere questo viaggio sereno, garantire la ricompensa per alimentare il viaggio, essere di appoggio in caso di necessità.
In altre parole: la politica con lo stato sociale che crea deve far sì che sia un viaggio felice.
La risposta, con questa concezione della politica, è, a parere mio, solamente una: il politico si deve precipitare, e facilitare il viaggio di tutti, rimboccarsi le maniche e rialzare la città, non invitare i cittadini a rialzarsi e per giunta chiedere loro di dirgli grazie (dargli il voto).
Continuiamo con la ricerca di ciò che a me sembra siano delle contraddizioni in questo paese e in questa campagna elettorale.
Su questo giornale c’è la notizia diffusa dalla Pro Loco di un progetto per far visitare il paese a soli 10 euro!!!.
L’immagine che questa notizia porta alla mia mente è simile a quella di Pompei, una città museo, dove la gente effettivamente paga per visitarla e fa pure la fila.
A me non è mai capitato di trovare turisti che si accalcano alle porte di San Giovanni e sono disposti a pagare per visitare il paese, a voi?.
Mi scuso con i promotori, ma il riferimento all’articolo è necessario per analizzare lo slogan stampato a grandi lettere sugli autobus “vuoi fare arrivare i turisti gratis al centro storico, vota Fini”.
Le due notizie prese da una angolatura finalizzata al mio discorso sono tra loro paradossali.
Io, nel leggere la notizia e lo slogan elettorale, mi domando se ho perso qualche nozione sulla realtà del nostro paese.
Io, scusatemi, sono rimasto ancora alla domanda: “perché i turisti dovrebbero essere interessati al nostro centro storico?” e, fermo a questa domanda, non riesco a capire né quelli che vogliono portarli a pagamento, né chi vuole portarli gratis.
In ogni modo, ammesso che bisogna portare i turisti al centro storico, che bisogna portarli prima di costruire un centro storico degno di tale nome e in grado di attirare il loro interesse, noi, l’idea, il modo per farlo lo abbiamo.
Credo si possa fare anche preservando il guadagno degli albergatori, anzi, forse facendo loro guadagnare di più.
Come è possibile far guadagnare di più gli albergatori e portare i turisti in paese?
Cosa devi offrire a turisti se il centro storico è poco interessante per gli stessi?
Bisogna portare, i turisti che lo vorranno, a mangiare fuori dagli alberghi!
Offrendo loro locali tipici per cene e pranzi con prodotti locali.
Chi deve farlo? L’albergatore.
L’albergatore deve offrire al turista due tariffe. Una tariffa a pensione completa o mezza pensione standard da consumarsi nel suo albergo.
Una pacchetto con pranzo o cena in locale tipico comprensiva di trasporto andata e ritorno per il centro storico.
Il locale, affinché il guadagno rimanga nelle tasche dell’operatore turistico, deve essere dello stesso operatore o di una società di albergatori.
Il comune, per incentivare il progetto, potrà individuare delle agevolazioni.
Con i turisti che vengono portati in paese per mangiare può iniziare lo sviluppo del centro storico.
Dove c’è frequentazione continua, c’è sviluppo; altri commercianti apriranno attività lungo le strade che portano a tali ristoranti.
La rivitalizzazione del centro storico porterà, spontaneamente o sotto la guida dell’amministrazione, a fare emergere la bellezza, la dignità e l’autonomia propria del nostro borgo antico.
Questa è una proposta politica di sviluppo, discutibile, migliorabile, ma non prevediamo per il futuro lo sviluppo del centro storico se gli albergatori continueranno ad offrire ai turisti tutto nel chiuso dei loro alberghi. Senza sviluppo non esiste il problema di come trasportare i turisti, se a pagamento o gratis.
Fatemi concludere con uno slogan politico.
La nostra politica è differente, differente per forza, carattere e intelligenza.
Per questo il prossimo 27 e 28: “Metti Giuliani in Campo”
Antonio Cafaro
Quadrifoglio San Giovanni Rotondo