Il punto di vista delle segreterie territoriale ed aziendale della CGIL
Dopo tre anni, da quando cioè è emersa una crisi senza precedenti, rimarcata e ripresa dalla stessa Commissione Parlamentare del Senato, presieduta dal Senatore Carella, in occasione della ricognizione della Sanità in Italia, ci risarebbe aspettati una inversione di tendenza, che guardasse ad una seria politica di rilancio e risanamento economico di Casa Sollievo della Sofferenza.
Tre anni pensiamo siano un tempo ragionevole per tracciare un bilancio, che parte innanzi tutto da una ricognizione analitica sulle cose fatte, sulle scelte politiche operate per garantire certezza lavorativa e qualità delle prestazioni rese.
In particolare queste ultime due condizioni, che non possono essere assolutamente disgiunte, necessitano di un’analisi attenta ed articolata, per il futuro dei lavoratori e dell’Ospedale.
A tutt’oggi abbiamo assistito al turn-over di personaggi di primo piano della “Casa”, senza comprendere appieno il senso strategico.
Sono avvenute sostituzioni di ditte appaltatrici locali con altre di provenienza Capitoline senza evidenziare una effettiva convenienza economica.
L’affidamento all’esterno di importanti servizi non hanno corrisposto, a parere nostro, un rapporto di economicità-qualità delle prestazioni rese, favorevoli ad una ottimale gestione amministrativa dell’Ospedale.
Alcuni esempi possono costituire punti di riflessione e possibilmente inversione di tendenza nelle scelte finora operate:
a) L’appalto della cucina: un servizio che era il fiore all’occhiello della Casa Sollievo divenuto di qualità molto opinabile come non mai, accompagnato dal disappunto degli stessi pazienti.
b) L’appalto delle pulizie: altra nota dolente, il servizio viene affidato in un primo momento solo per servire gli androni e i corridoi dell’Ospedale e subito dopo viene allargato anche ai servizi, ai reparti nonché alle sale operatorie: la ditta appaltatrice del servizio ha gente qualificata per fare questo?
c) Ingegneria Clinica e il Servizio di Prevenzione e Protezione: fortemente qualificanti per la Casa, che in passato hanno dato lustro a questo Ente e fatto contenere i costi, smantellati ed affidati alla IBSL; oggi chi vi ha operato egregiamente sta altrove o altri che girano l’ospedale dandosi una ragione per riempire la propria giornata lavorativa, con un contratto molto florido economicamente, facendoci venire seri dubbi sulla politica dei contenimenti dei costi.
d) L’implementazione, teorica, dei Dipartimenti: è costato all’ospedale (ci risulta) un regalo alla Ditta ATKEARNEY di svariati migliaia di Euro.
e) La necessità di due Primari per le stesse Unità Operative: (Chirurgia Generale prima, Chirurgia Vascolare e Gastroenterologia oggi, Radiologia domani) sono da attribuire alla scelta ragionata di un Direttore Generale?
f) Non ci sembra il caso di evidenziare quel fenomeno che sta sotto gli occhi di tutti: la fuga di Cervelli dal nostro Ente sull’onda del “si salvi chi può”.
g) E’ sempre meno teorica la possibilità di una vendita del Poliambulatorio, ci risulta che siano state già abbozzate trattative con l’INPS: ci chiediamo se in appresso non toccherà l’Ospedale nel suo insieme sull’esperienza emblematica del Miulli di Acquaviva delle Fonti?
h) La considerazione e l’immagine dell’Ospedale nell’epoca di “Mons. Ruotolo” e “post Ruotolo”, offuscata anche nei confronti della Regione. Vedi la scelta dei nuovi Primari che si avvicendano a quelli che vanno in pensione o, come accennato, si aggiungono nella stessa Unità Operativa a quelli ancora in servizio: eccettuata qualcuna, per gli altri beh!!! E’ molto dubbia la scelta di mettersi a fare trapianti di fegato, è vero che questa strada oggi rappresenta nel mercato un vero business; solo che per realizzarli nel pratico ci si deve dotare di un Equipe Chirurgiche di alta specializzazione e di personale altamente qualificato, non basta avere accesso solo ad attrezzature sofisticate e costose.
Le questioni su esposte sono solo una parte di un ragionamento più ampio che deve riguardare tutti, ad iniziare dalla nostra organizzazione sindacale, in un processo condiviso, che parte da un confronto serrato nell’interesse di tutti: amministratori, operatori ed utenti.
Per quanto riguarda il ruolo che la nostra organizzazione eserciterà, questa sarà nell’interesse generale dei soggetti su richiamati e che, per nostra convinzione, non può prescindere dal fatto che l’attività esercitata dalla Casa trae linfa da risorse economiche assicurate dal fondo Sanitario Regionale, quindi danaro pubblico.
Pertanto a fronte di quanto sostenuto è opportuno far corrispondere, da parte dell’amministrazione, un’ assunzione di inderogabile responsabilità di utilizzo delle risorse economiche, nell’adozione di misure atte a rimuovere o correggere utilizzi impropri delle stesse.
La Segreteria Territoriale CGIL-FP – La Segreteria Aziendale CGIL-FP