La lettera di Nunzio Cocomazzi al Comune sul caso Sicel
Riportiamo di seguito la lettera protocollata dal concittadino Nunzio Cocomazzi al Comune di San Giovanni Rotondo in merito al caso “Sicel”.
al Sindaco
all’Assessore all’Urbanistica
al Consiglio Comunale del Comune di S. Giovanni Rotondo
Oggetto: Quando l’inerzia della politica genera danni irreparabili
Sollecitato dai molti amici direttamente interessati alla ormai famosa “questione SICEL”, che di seguito chiamerò “danneggiati”, torno a sottolineare, ancora una volta, l’ inerzia che voi tutti continuate a mostrare nei riguardi della stessa. Eppure, oggi più che mai, per quel che risulta agli atti del Comune, questa inerzia potrebbe trasformarsi in azione vincente e risolutiva dei problemi dei “danneggiati”, ponendo la parola fine al loro lungo calvario.
Basterebbe, infatti, che voi ”cari amministratori”, ricordandovi dei vostri doveri e tirando fuori … ( … il coraggio), deste esecuzione alla delibera, peraltro riconosciuta legittima dalla giustizia amministrativa, adottata dal Consiglio Comunale nel lontano 1995 (la n. 81 , concernente la risoluzione dell’atto di cessione delle aree alla SICEL / per violazione della convenzione stipulata con la stessa ditta), azione che consentirebbe al Comune di acquisire al suo patrimonio (ovviamente, fatto salvo quanto il diritto prevede per tale fattispecie) quegli immobili promessi nel 1992 ai “danneggiati” e che oggi per una “inadempienza amministrativa” stanno per diventare oggetto di asta pubblica (vi rendete conto: oggetto di asta pubblica immobili che “ipso iure” potrebbero rientrare nella proprietà del Comune).
Non posso pensare che chi è deputato a tutelare gli interessi dei cittadini si ostini a non volerlo fare, e mi viene da chiedere, nel caso di specie: per quali ragioni???
E non posso neppure pensare che, in un eventuale accordo transattivo con il “fallimento”, il Comune non possa preoccuparsi di tutelare a 360 gradi i suoi cittadini e debba invece accettare passivamente quello che la curatela, nella più ampia tutela del maggiore creditore (la Deutsche Bank) avrebbe, con tutta probabilità, già deciso (di che razza di accordo si tratterebbe?); mi riferisco alla rivalutazione del prezzo di prima cessione degli alloggi (sulla base dell’indice nazionale ISTAT del costo di costruzione di un fabbricato residenziale in misura pari alla variazione intercorrente ex tunc e fino alla data di stipulazione notarile dell’atto di vendita dell’immobile) e contestualmente al fatto che, per contro, non viene considerata la rivalutazione monetaria di quanto versato a suo tempo dai “danneggiati”.
Non sarebbe questo un accordo, ma, ripeto, un’accettazione passiva delle condizioni imposte dalla curatela e dalla precitata banca, che ha già preventivato il quantum da realizzare dall’operazione e non vuole rinunciarvi.
A queste condizioni parrebbe meno dannoso affrontare un’asta pubblica. Eppure, è risaputo, in tali situazioni, le banche cercano sempre di mediare il loro credito, anche perché non so se convenga loro aspettare ancora qualche anno per vedere rientrare i propri soldi o avere qualcosa in meno ma subito. Comunque, al di là di queste preoccupazioni, che spero essere infondate, concludo con l’auspicio che voi “cari amministratori”, nella consapevolezza che servono cuore e intelligenza per servire la collettività, sappiate guardare alle vostre coscienze di uomini (non di politici ) e rendervi conto che gli interessi dei cittadini devono essere sempre anteposti a qualsivoglia altro interesse, recondito e non, al fine di poter trovare la via più giusta che dia alla problematica la soluzione che non danneggi ulteriormente , fatemi passare il termine, i “danneggiati” , che nulla hanno fatto perché nascesse una “questione SICEL”.
San Giovanni Rotondo, addì 13.8.2013
Nunzio Cocomazzi