Sensibilità, libere interpretazioni e motivazioni mancanti
Son trascorsi alcuni giorni dalla consegna ufficiale delle “dimissioni contestuali” degli undici consiglieri che hanno determinato, con il loro atto, lo scioglimento del Consiglio Comunale. Un atto che ha deliberato, nei fatti, il ritorno “a casa” dopo poco meno di 2 anni e mezzo, del sindaco Salvatore Mangiacotti.
E si! Un ritorno “a casa”!!! Un termine, che ho usato nell’annunciare sul portale la caduta dell’amministrazione comunale, che ha urtato la sensibilità di più di una persona fra ex amministratori ed attivisti dei partiti della ex maggioranza. Una sensibilità particolare ed attenta di politici ed amministratori della città che in altre occasioni e contesti mi avrebbe riempito di orgoglio, ma che purtroppo non è stata mai dimostrata; e mi riferisco a quelle occasioni, quelle circostanze in cui attraverso il portale sono stati riportati i problemi e le esigenze dei cittadini. In quei contesti mai nessuno di loro è intervenuto, nessuno che avesse analizzato ogni singola parola, che avesse permesso di dire e pensare “ma guarda come sono stati attenti a recepire le esigenze della città, a ponderare ed a dare le dovute risposte”.
Si è cercato, invece, di polemizzare sul titolo “Sindaco Mangiacotti a casa” ed interpretato (nella tarda serata di ieri) addirittura con un imperativo “Sindaco Mangiacotti: A casa!!!” con l’invenzione, quindi, arbitraria e del tutto personale da parte di qualcuno, di segni di punteggiatura che se effettivamente usati si che ne avrebbero alterato il significato.
Piuttosto che meditare su un titolo che ritengo non offensivo verso l’amico Salvatore Mangiacotti (sicuramente, in ogni caso, molto più dolce di ciò che gli ha riservato tutta la stampa locale ed i portali internet), auspicherei che questi attenti osservatori utilizzassero le proprie forze riflettendo sulle cause, reali, di quanto avvenuto, pensando già a domani, al loro futuro politico, e se ne avranno forza e numeri, al futuro della città.
Al di là, comunque, di queste “piccolezze” proprio pensando alle cause della caduta dell’Amministrazione credo gli ex amministratori e la cittadinanza abbiano diritto a conoscere formalmente le motivazioni politiche che hanno spinto alla firma del documento di dimissione i consiglieri Martino e Fania.
Una certa coerenza, autonomia e pudore politico avrebbe voluto la presentazione di due distinti documenti di dimissioni o, perlomeno, che i due consiglieri di maggioranza firmatari, Martino e Fania, motivassero politicamente tale atto. Una motivazione tanto più dovuta ed importante se si pensa che se fino a pochi giorni fa avevamo un sindaco che si chiamava Salvatore Mangiacotti era perché l’azione quasi di rottura (lo sanno anche i muri) di questi due consiglieri con le rispettive segreterie provinciali ha impedito che per la candidatura a sindaco, ormai 2 anni e mezzo fa, venisse scelto Gaetano Cusenza (cosa che era quasi fatta). Tutto questo non è poco! Non solo gli ex amministratori, i cittadini si chiedono ed hanno diritto a conoscere, cosa c’è dietro ad una semplice firma? Cosa uscirà dal cilindro? Come si collocheranno (se non rifiutati) nel nascente P.D.?
Giovanni Piano