QUATTRO
“SI” E TRE “R”
di Gianfranco Pazienza
Il
12 e 13 giugno si votano i quattro referendum. Gli argomenti dovrebbero essere
noti: contro gli impianti per l’energia nucleare, già 20 anni fa gli italiani
si erano espressi per chiuderli; ora dopo lo tsunami giapponese e la tragedia
di Fukushima, anche la Germania e la Svizzera stanno smantellando le centrali e
avviando politiche di risparmio energetico con incentivi per la ricerca di
nuove fonti rinnovabili. L’altro quesito riguarda l’abrogazione dei privilegi
giudiziari del Primo ministro e dei ministri, non processabili per legittimo
impedimento.
Io
invece voglio catturare l’attenzione sul tema acqua pubblica, e sui due quesiti
per abrogare le norme che favoriscono la privatizzazione delle reti idriche
concedendole ai privati e consentendo loro di recuperare e remunerare i
capitali investiti, per la manutenzione delle reti, con i profitti
derivanti dalla gestione e caricandoli sulle nostre bollette.
Quello
dell’acqua è un tema sacrosanto sul quale da anni i comitati dell’Acqua bene
comune, la Chiesa cattolica e tantissime altre associazioni si stanno
impegnando a sostenere politiche per ili buon uso dell’acqua e per difendere il
diritto di accesso all’acqua, diritto inalienabile per tutti. L’acqua è
l’elemento limitante e già ora scatena nuove povertà e nuove guerre. L’acqua è
un bene prezioso e non va dissipato; la Puglia conosce bene questo argomento e
la storia passata ha visto la nostra sete soddisfatta grazie agli investimenti
pubblici per realizzare e riparare le reti idriche dell’Acquedotto Pugliese
(AqP). Proprio la lotta alle perdite di rete (fino al 50%) è un tema di grande
interesse e recentemente nel “Parere”
approvato dalla Commissione Ambiente del Comitato delle Regioni di Europa (a
Bruxelles), con il titolo “Il
ruolo degli Enti Regionali e Locali nella promozione di una gestione
sostenibile dell’acqua”, sono state illustrate le linee guida
proposte dal Presidente della Regione Puglia. Nichi Vendola ha suggerito la
tesi delle 3 “R”
con cui sottolinea il ruolo strategico degli Enti e delle regioni europee
nella salvaguardia della risorsa acqua attraverso le seguenti azioni: 1) Riduzione degli
sprechi e dei consumi; 2) Recupero
quantitativo e qualitativo; 3) Riuso
quale risorsa aggiuntiva.
Tornando
ai referendum, e sperando di convincere gli indecisi mettendo in relazione i
temi del recupero e riuso dell’acqua con quelli dell’energia, io voglio
riproporre la tesi innovativa con la quale per ben due volte siamo riusciti a
portare a casa il finanziamento per il nuovo depuratore di San Giovanni
Rotondo, ovvero sfruttare il salto idroelettrico (a valle del depuratore)
per produrre energia con le acque depurate (mini idroelettrico), prima che esse
vengano riutilizzate in agricoltura o vadano verso il recapito finale del fiume
Candelaro.
Per
quanto attiene al nuovo impianto depurativo (oramai ultimato) esso verrà
avviato all’esercizio dal Comune per il tramite dell’impresa costruttrice ed al
termine della fase di messa a regime l’impianto verrà reso alla disponibilità
di Aqp. In questo anno mi auguro si possa mettere a punto il sistema per
completare l’opera portata a buon fine.
Allora
buon voto a tutti e buon Si,
e ancora Si Si Si!