Il pregiudizio antipolitico
di Gennaro Giuliani
Ho casualmente ascoltato ieri mattina, su Radio24, il dibattito nato a seguito di una lettera inviata alla redazione del Sole 24 Ore da un “professionista deluso” che, argomentando sul dovere di pagare le tasse e sul corrispondente diritto a ricevere un servizio all’altezza, conclude di essere tentato di smettere di pagarle fino a quando “la classe politica non se lo meriterà di nuovo”. Ne è seguita una risposta del Ministro Padoa Schioppa, pienamente condivisibile, a mio giudizio, che ha riproposto il tema, mai sufficientemente approfondito, del “pregiudizio antipolitico”.
Mi è immediatamente venuto da pensare a quanto sta accadendo a San Giovanni Rotondo: l’insoddisfazione e la delusione sono comprensibili, perché figlie di un giudizio tanto più severo, quanto più legato ad aspettative ripudiate, ma occorre, intanto, resistere alla tentazione di essere, genericamente e aprioristicamente, “contro” e, di seguito, porre attenzione al rischio che esse alimentino una deriva populista, a tutto danno della affezione e della fiducia che i cittadini dovrebbero riporre nella politica.
“Il nostro pregiudizio antipolitico finisce per essere inverato dal modo stesso in cui ci atteggiamo di fronte alla cosa pubblica” sostiene Padoa Schioppa.
Quanto è vero! Abbiamo assunto l’abitudine di attribuire alla politica la responsabilità di tutto ciò che non converge perfettamente verso le nostre aspirazioni, la accusiamo, spesso senza ragione, di favorire privilegi di parte ogni qualvolta la vediamo rimanere ingiustificatamente inerte, misuriamo la capacità di amministrare sulla scorta di quanto la politica sia in grado di soddisfare i bisogni individuali prima che quelli collettivi.
E tutto questo induce a pensare che sarà pur vero che la politica ha, in parte, deluso, ma non si può non ammettere che, in una società a democrazia compiuta, siano i cittadini, “la società stessa, i responsabili ultimi delle disfunzioni della politica”.
Non si vuole certo invocare un giudizio di assoluzione o di clemenza nei confronti della politica – che è e resta, purtroppo, per troppi versi, inadeguata –, ma tutti noi, a partire dai frequentatori di questo portale, abbiamo il dovere di impedire che prevalga il sentimento di diffidenza e la cultura del sospetto nei confronti della politica e dobbiamo farlo raccogliendo, senza alcuna preclusione pregiudiziale, gli inviti al confronto che provengono sia dal Sindaco, che da Gennaro Palladino, da Giuseppe Pizzicoli, da Giuliano Pompilio, da Giovanni e Marianna, o da chiunque altro si dimostri autenticamente e sinceramente interessato al progresso della nostra città.
Concludo con parole non mie, ma del Ministro Padoa Schioppa, che, molto meglio di me, è in grado di rappresentare il deciso richiamo ad una politica migliore:
“La seria difficoltà in cui ci troviamo nell’affrontare il mondo di oggi nasce dal modo in cui la società italiana si pone nei confronti della politica forse più ancora che dal modo in cui questa si pone nei confronti della società. Non dimentichiamo che in molti momenti della storia repubblicana, la politica è stata più coraggiosa e lungimirante della società: nell’aprire mercati, nel difendere la democrazia, nel partecipare all’Europa. Dubito si possa veramente dire che il mondo della politica in Italia versi in condizioni peggiori di altri, come l’economia, la cultura, il sindacato, la magistratura, la comunicazione. Mondi nei quali si annidano le tenaci resistenze al cambiamento e i privilegi contro cui si rimprovera alla politica di non agire con sufficiente determinazione. Certo, sulla politica tende a convergere tutta l’insoddisfazione degli italiani; certo, senza un decisivo contributo della politica l’Italia non uscirà dal malessere in cui si dibatte. Certo, verso la politica si deve essere molto più esigenti e severi di quanto spesso si sia; e si può esserlo soprattutto quando si è buoni cittadini e contribuenti onesti. Ma nel nome di una migliore politica e nell’impegno per essa, non cadendo nella pericolosa disperazione dell’antipolitica”.
Gennaro Giuliani
PS: al giudizio di inadeguatezza non si sottrae, ovviamente, nemmeno il sottoscritto, alla luce dei precedenti in politica che l’hanno visto impegnato!
Testo integrale della lettera del “professionista deluso” e della risposta del Ministro