Annunciato da Matteo Barbano, consigliere comunale e segretario del partito, nel corso dell’ultimo consiglio comunale
Aria sempre più tesa in seno all’amministrazione guidata dal diessino Salvatore Mangiacotti. In attività da quasi due mesi con una giunta ridotta a cinque, l’attesa per conferire l’incarico ai due assessori che spettavano a Rifondazione Comunista e Margherita, sembrava dovesse essere di breve durata stante la volontà dichiarata dal primo cittadino di voler riconfermare l’esponente di Rifondazione Nicola Capuano e, soprattutto, il monito ed i proclami della Margherita tassativi e tendenti alla riconferma dell’assessore Giovanni Pazienza, pena, la ridiscussione degli accordi con la probabile uscita dalla maggioranza.
Tanti giorni, si diceva, trascorsi invano in quanto di accordi, di nomine e di evoluzioni non se ne sono registrate se non quelle, importanti e decise, emerse nell’ultimo consiglio comunale con la fuoriuscita dalla maggioranza proprio di Rifondazione Comunista.
«Sono passati due mesi – ha esordito il segretario del PRC e consigliere comunale Matteo Barbano – dalla nomina del nuovo esecutivo dell’amministrazione Mangiacotti nel quale la sinistra della coalizione (PRC e Verdi) è stata estromessa in barba agli accordi pre-elettorali sottoscritti da tutte le forze che candidarono lo stesso Mangiacotti a sindaco».
In un consiglio comunale dei primi di settembre, ha ricordato Barbano, Rifondazione fece delle richieste per poter riprendere la collaborazione con la nuova maggioranza invitando, dapprima al rispetto degli accordi che avevano consentito di vincere le elezioni del 2005 e poi a poter esser liberi di decidere nell’ambito del partito chi doveva rappresentarli nell’organo di governo; nell’unico incontro avuto con il sindaco, come accennato, si era prospettata la possibilità di rinominare quale assessore Nicola Capuano, ma la proposta nei fatti non ha avuto poi seguito.
«In queste condizioni – ha continuato Barbano – il PRC è costretto ad uscire dalla maggioranza di centro-sinistra. Il sindaco e la maggioranza che lo sostiene hanno dimostrato in questi mesi di non aver rispetto delle forze di sinistra di questa città ed hanno pensato di utilizzarci come una pedina dei loro equilibri. Non siamo dei partiti a sovranità limitata se lo SDI e i DS avevano l’esigenza di cambiare gli assessori non possono pretendere che tutte le pedine debbano muoversi secondo le loro esigenze».
L’atteggiamento del PRC in consiglio comunale d’ora in poi – è stato apertamente dichiarato – sarà il frutto di un dibattito e di scelte condivise tra il PRC, Verdi e quanti vorranno partecipare alla formazione di «un progetto nuovo, alternativo e di sinistra per la città».
Intanto, segnali forti di avvicinamento fra tutte le altre forze di opposizione lasciano intendere che forse dopo oltre un anno e mezzo passato a vivacchiare sia giunto il momento di farsi parte veramente più attiva nell’interesse della città.
g.p.
(testo completo dell’intervento)