Lettera aperta al PD
Abbiamo esitato,
preferendo aspettare qualche settimana per capire come il Pd di San Giovanni
Rotondo si muovesse, prima di esporci
e prima di dire come la pensiamo. Il Pd di San Giovanni Rotondo, secondo noi,
deve ripartire da una seria analisi dei numerosi errori commessi in questi
anni. Lo scioglimento del governo cittadino è un’ occasione per riflettere,
discutere, pianificare il futuro del Partito democratico. Anche le “due vite” dell’amministrazione scorsa sono
una base di partenza per il rilancio della politica e per il cambiamento delle
regole.
La prima amministrazione Giuliani è stata fortemente osteggiata ed ha
avuto vita breve anche perché il Pd con i suoi organismi non è stato messo
nella condizione di funzionare ed i consiglieri Pd hanno imposto e costretto
Giuliani, prima con uno stillicidio di azioni quotidiane ed infine con un
documento formale di sfiducia, ad accettare la “giunta degli ex sindaci”
finita, come sappiamo e sapevamo, con l’implosione. L’assenza della politica,
il vuoto delle piazze il disinteresse dei cittadini sono la conseguenza del
fallimento dei “Big della politica” che di fatto è stata incapace di
interpretare l’esigenza di cambiamento che sarebbe necessaria. Adesso è indispensabile aprire una
riflessione che sia pubblica e non solo fatta all’interno di pseudo assemblee convocate per l’imminente
campagna elettorale; anche la proposta di costituire oggi organismi (direttivo,
coordinamento, segreteria ecc.) hanno una funzione più da comitato elettorale,
da gruppo che si appresta a fare il solito pieno di voti, che non da organismi
efficaci che ragionano di politica e organizzano un serio progetto di rilancio:
prima del Pd e poi della politica cittadina.
Noi immaginiamo e chiediamo una
casa comune abitata dagli iscritti al partito ma non occupata dagli stessi, è
necessaria una nuova stagione politica, di legalità e regole. Oggi ci troviamo
di fronte ad una finta democrazia, fatta di convocazioni strumentali, che
subisce ancora il potere supremo di chi ha trasformato l’arte di fare politica,
per produrre la felicità di una comunità, nell’arte di “chi non sta con me è contro di me”, fatta di quantità di tesserati
e di file davanti ai seggi delle
primarie senza possibilità di spazi per il confronto degni di quello che
dovrebbe essere, secondo noi, un vero Partito democratico ed è per questo che
ci stiamo dentro. Prima di “rottamare” uomini occorre “rottamare” modalità e
sistemi consolidati di fare politica. Le strategie dalemiane allontanano i
cittadini, questo modello è fortemente rappresentato da componenti importanti
del nostro attuale Pd, da chi possiede più tessere, da chi è amico intimo del
segretario, da chi accoglie ogni giorno richieste dalla povera gente
trasformandole in promesse. Questa per noi è cattiva politica che vogliamo
contrastare all’interno del nostro partito, sappiamo che non è facile.
Crediamo
che sia necessario un dibattito sulla qualità della politica intesa come
servizio alla comunità, ridare speranza
ad una città. Una politica di qualità ha quindi una cabina di regia che interagisce con il politico, lo guida nella comprensione
del fenomeno e ne è guidata con
eventuali correzioni di rotta. Ma la rotta deve esserci e non può mutare
dopo ogni crisi di governo o ogni elezione, ed è per questo che chiediamo un
partito libero da certe logiche e partecipe sempre alla vita politica e sociale
della città.
Tale cabina di regia non può essere costruita né gestita da quei
partiti politici locali che si sono troppo concentrati su altre logiche e su
altre dinamiche, che pure esistono in politica ma che sono l’aspetto meno
nobile, quello meno costruttivo. Stiamo organizzando un dibattito pubblico,
l’idea è quella di coinvolgere il Presidente del nostro partito Michele
Emiliano, dove parlare di qualità della politica, solo così possiamo riprendere
quel filo interrotto con i cittadini e con i nostri elettori.
Prima di
entrare nel deserto i soldati bevvero a lungo l’acqua della cisterna. Ierocle
gettò per terra l’acqua della cisterna e disse: Se dobbiamo entrare nel
deserto, io sono già nel deserto. Se la sete deve bruciarmi, che già mi bruci.
Borges
Gennaro
Giuliani
Pio Di
Giorgio
Tommaso
Dimartino
Michele
Notarangelo
Salvatore
Taronno
Berto
Dragano
Antonio
Cafaro
Matteo
Scaramuzzi
Massimo
Centra