Il 24 Ottobre una giornata per non dimenticare
di Gianfranco Pazienza – ISMAR CNR (Lesina)
ed Antonio Trombetta – Sinistra Ecologista
Ovunque ci sono i segni del fuoco che ha distrutto e lasciato il paesaggio del Parco del Gargano spoglio; gli alberi e gli arbusti trasformati in scheletri e cenere. Alle immagini spettrali, si aggiunta è quella dell’Arco di San Felice, uno degli scorci più suggestivi devastati dagli incendi. I turisti italiani e stranieri, coinvolti in quelle fiamme, ne parlano ancora con tristezza.
Tra i molti luoghi bruciati in questa estate infernale, tra i mandorli consumati e dal ceppo ancora fumante, c’è anche il piccolo bosco che tutti gli anni i ragazzi delle scolaresche di San Giovanni Rotondo, facevano crescere in occasione della festa degli alberi come esercizio di sensibilizzazione e di educazione ambientale,piantandovi sempre nuove essenze.
Proprio tra i banchi di scuola è cresciuta la coscienza ambientale degli italiani, basti pensare al successo di Legambiente con “Puliamo il Mondo”. Un’altra scuola all’aria aperta si è avviata sul Gargano, dove l’educazione ambientale proposta dai Centri visite e dalle esperienze di molte cooperative dedicate al turismo ambientale, ha offerto molto ai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, anche dell’Università.
Chi è stato a Lesina al Centro visita del Parco Nazionale del Gargano, accompagnato per conoscere il museo e l’acquario, dopo il giro in catamarano, veniva portato all’Oasi Lipu di Bosco Isola e qui, si immergeva nell’appassionante mondo della macchia mediterranea, attraversandola sulle passerelle in legno. Oggi tutto questo è fumo, è cenere, è sabbia spazzata dal vento. I danni a questi ecosistemi, vero polo di attrazione del nostro Promontorio con il suo ambiente naturale, sono inestimabili e sono direttamente proporzionali ai danni provocati al sistema turistico del Gargano. Non si può fare turismo ed offrire accoglienza, senza una adeguata politica di protezione ambientale e di sicurezza.
Le cronache del 24 luglio 2007, le più drammatiche di questo inferno di fuoco e fiamme, con 3 morti a Peschici, erano solo le prime di una estate tristemente lunga. Alla conta si sono aggiunti i 4 morti di Patti in Sicilia e i 63 dei roghi della Grecia.
Una vera strategia di terrorismo ambientale potrebbe definire ciò che sta è accaduto. Per questo, ne siamo convinti, bisogna ricordare queste vittime con la natura ferita mortalmente. Vogliamo proporre una data alle ragazze e ai ragazzi delle scuole, i più sensibili insieme a tutte le istituzioni scolastiche, proponendola anche alle associazioni, al volontariato, alle istituzioni politiche e amministrative della Provincia di Foggia. Una giornata per impegnare tutti noi nel nuovo inizio del ciclo di vita naturale (in autunno si mette a dimora la vita per le primavere future), piantando per il Gargano un piccolo seme e nuova speranza. Impegniamo tutti noi nel difficile recupero del faticoso lavoro manuale che nei decenni ha reso possibile la presenza e la vita di quei boschi oggi distrutti; un lavoro ispirato alla tutela e la messa in sicurezza degli ambienti, attraverso politiche gestionali sostenibili. Pensiamo al prossimo 24 ottobre, a tre mesi di distanza dal rogo del Gargano (il 24 luglio appunto) come data per organizzare una “giornata per il Gargano”. Organizziamo in ogni scuola a Peschici, a Lesina, a Vieste, a San Marco in Lamis a Monte Sant’Angelo, a San Giovanni Rotondo, in ogni comune e in ogni area verde offesa dalle fiamme, una giornata di ricordo e una grande occasione per parlare di sicurezza e di protezione civile, di tutela della natura, per denunciare le speculazioni, per il Parco, per la sua vita, per la vita di chi vi abita. Proponiamo discussioni, un tema o un disegno per dare idee agli adulti. Forse non ci riusciremo, perché la mano criminale che agisce è ben nascosta, ma vogliamo convincere chi brucia i boschi, per un piacere macabro, ma anche chi continua a praticare l’uso del fuoco in agricoltura e nella pastorizia, che è inutile ed è pericoloso dare fuoco alle stoppie. Queste vanno restituite al terreno come sostanza organica o usate per gli animali. Inoltre, dobbiamo tutti verificare come vanno gestire le aree soggette ad incendio, a cominciare dal censimento delle aree da vincolare, oppure se le amministrazioni, realmente, possono cedere alla pressione del cemento e dell’incuria. Il 24 ottobre possiamo idealmente e praticamente ricucire una brutta ferita, e farlo con la volontà che solo i ragazzi sanno esprimere con forza. Lavoriamo tutti alla buona riuscita di una giornata per restituire alla “montagna del sole” la sua luce naturale e generosa, quella vera dei suoi abitanti e dei suoi ospiti, per sostituirla alle luce macabra delle fiamme che hanno offeso il Gargano.
Gianfranco Pazienza – ISMAR CNR (Lesina)
Antonio Trombetta – Sinistra Ecologista