Il racconto salvifico dell´Arca di Noè attraverso il pianoforte preparato di Christian Grifa
Christian Grifa torna a esibirsi nella sua città natale con il concerto ”Noè: Storia di un Arca e della sua Salvezza”: composizione che si inserisce nel progetto dedicato alle Scritture e completa la trilogia preceduta da “Inno alla Terra” e “Caino e Abele”.
Il secondo appuntamento della Winter Edition del Rotondo Music Festival dedicata al nostro Pianeta e al tema dell’Acqua nella sua duplice valenza vitale e distruttiva per l’uomo e la terra vedrà in scena un brano inedito che sarà eseguito da Christian Grifa su pianoforte preparato, vale a dire con le corde interne modificate con l’aggiunta di oggetti di legno o di metallo che alterano il suono naturale dello strumento.
Per il primo concerto del 2024 il Maestro Grifa trasforma in musica l’affresco del Diluvio Universale di Michelangelo: la storia di Noè, influenzata dalle danze indonesiane, metaforizza l’innalzamento delle acque terrestri e i danni al nostro pianeta. Cosicché quest’opera musicale diventa un chiaro monito a riflettere sucambiamento climatico e sulla tutela alla nostra Madre terra.
Christian Grifa si esibirà sul palco dell’Auditorium “Maria Pyle” della Chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo venerdì 5 gennaio… in questa intervista a cura di Francesca Papagni troverete delle interessanti anticipazioni sull’ultima composizione del Maestro.
Maestro Grifa, il suo nuovo brano ha come titolo “Noè: Storia di un’Arca e della sua Salvezza – per Pianoforte Preparato”: vi è una sorta di collegamento alle altre sue due composizioni per pianoforte preparato già pubblicate dalla Aulicus Classics?
Il mio brano su Noè si collega ad “Inno alla Terra” e a “Caino ed Abele” in maniera piuttosto sequenziale. Come nella volta della Cappella Sistina di Michelangelo, ho voluto narrare i «temi cardine» della storia dell’uomo attraverso il pianoforte preparato e le sue sperimentazioni musicali, facendo riferimento prima di tutto ad elementi figurativi e musicali ben definiti, oltre che a storia, esegesi, iconografia… Se “Caino e Abele” per me è un’evidente metafora degli attuali tempi che stiamo attraversando, solcati da continue guerre e disastri, che mettono in pericolo l’Uomo e il Pianeta, la storia del “Diluvio Universale” in cui il protagonista è il patriarca Noè, invece, è una metafora che vede l’uomo alla ricerca di un barlume di salvezza, posto dinanzi al catastrofico problema dell’innalzamento delle acque terrestri, a causa dei cambiamenti climatici, con conseguenze che potrebbero essere serie, preoccupanti e irreversibili, se non arginate per tempo.
Perché per raccontare la storia di Noè ha scelto di «preparare» ancora una volta il pianoforte, inserendo al suo interno degli oggetti che ne modificano il suono?
Ho scelto di trasformare ancora una volta il suono del pianoforte per ottenere uno spettro sonoro più ampio per l’orecchio dell’ascoltatore; proprio questi oggetti estranei al pianoforte, come già accennato, inseriti in un certo modo mi permettono di raggiungere un risultato peculiare, ascrivibile a una vasta gamma di suoni e colori – in cui spicca sopra ogni cosa anche l’elemento ritmico, dato dall’effetto ribattuto dei martelletti “modificati” del pianoforte – quasi paragonabile ad un ensemble, che altrimenti sarebbe stata impossible ottenere dal solo pianoforte. Le persone che ascoltano le mie pubblicazioni su cd e in streaming mi chiedono sempre: “ma quanti siete a suonare?”. Faccio sempre difficoltà a convincerli che sono solamente io a suonare. Coloro che ascoltano i miei concerti dal vivo, invece, sanno bene che sono solamente io ad eseguire la performance al piano, nonostante l’effetto percepito sia per l’appunto equiparabile a tanti musicisti che suonano.
Maestro, questo è il suo terzo lavoro in musica che inserisce nella cornice della musica contemporanea, colta, per Pianoforte Preparato: ha accumulato circa tre ore di musica di un certo livello, se così si può dire, e a vedere i suoi «quadri d’esposizione», da “Inno alla Terra”, passando per “Caino e Abele” a “Noè”, sta venendo fuori un lavoro mastodontico!
Esattamente. Non a caso, sommando Noè, più i due lavori precedenti, siamo sui 150 minuti di composizione per pianoforte preparato.
Come le è nata l’idea di comporre per pianoforte preparato?
Si dice che John Cage abbia cominciato l’avventura del pianoforte preparato a causa di una sala da ballo troppo piccola per permettere a tanti percussionisti di entrarvi dentro e suonare per i ballerini. Fu così che al compositore americano venne in mente di creare un ensemble di percussioni con il solo utilizzo del pianoforte (che evidentemente, era già nella sala prove). Per quanto mi riguarda, ho tanti suoni nella mia testa che voglio utilizzare per le mie creazioni, tante sonorità per il mio mondo immaginario che voglio esternare, allora, ho cominciato a crearli attraverso l’uso di oggetti esterni.
Quale è stato il primo oggetto inserito nel pianoforte da quando ha cominciato a comporre “Inno alla Terra”?
Dunque… La cosa la potrebbe fare sorridere. In Germania, a Düsseldorf, frequentavo una ragazza coreana, di professione architetto, che aveva una grande capacita per la cucina. Mi preparava delle cene incredibili con ricette tipiche asiatiche. Ovviamente, nel caso avessi voluto, per cenare, avrei potuto usare anche delle bacchette. Queste bacchette che lei aveva erano di tutti i materiali possibili, dalla porcellana, al metallo, al legno. Lì mi si accese una luce e decisi di vincere finalmente la mia pigrizia. Lei era gelosissima delle sue pregiate bacchette, io gliele ho praticamente rubate tutte per dare vita alle mie sperimentazioni al pianoforte. Così feci, mi sedetti al pianoforte e il primo oggetto che usai fu la porcellana.
A proposito del continente asiatico, mi accennava che il brano è caratterizzato dalle Danze Indonesiane…
Sì, le danze indonesiane sono presenti nella seconda parte del brano, ossia, quando Noè ritrova la Terra. Mi sono imbattuto una volta in un video dove degli indonesiani ballavano le loro danze tradizionali, fui sbalordito! Queste danze avevano delle movenze insolite, la musica mi sembrava fanciullesca. Era proprio quello il mondo che cercavo di riprodurre, in effetti, quando Noè ritrova la terra, scende su di una terra vergine, quindi, una terra nuova, pura. Nella mia fantasia, Noè come un bambino si relaziona nuovamente al mondo nuovo dopo il diluvio. Quindi, ho cominciato a studiare come creare le sonorità di queste danze e di questo nuovo mondo incontaminato. Però, poi, e solamente in un secondo momento, mi venne in mente un’altra cosa: se le chiedessi cosa è successo il 26 dicembre 2004, lei cosa mi risponderebbe?…
Bene, il 26 dicembre 2004 un terribile Tsunami andava ad infrangersi sulle coste dell’Indonesia, confermandosi come uno dei più grandi disastri della storia contemporanea. Solo in Indonesia provoco la morte di oltre 230 mila persone.
Trovo tutto molto interessante e commovente, e sarei curiosa di conoscere ancora altre novità della sua musica… Nel dover chiudere qui la nostra breve ma intensa chiacchierata, le auguro un grande successo e ogni fortuna per la sua prima esecuzione di “Noè” il 5 gennaio 2024!
Il pianista Christian Grifa nasce a San Giovanni Rotondo, e fin dalla più tenera età si manifesta in lui un chiaro interesse per l’arte e per la musica in tutte le loro sfaccettature: si avvicina dunque allo studio del pianoforte, cominciando dapprima un percorso presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia, e negli anni successivi, animato da grande passione e curiosità verso l’analisi musicale compositiva e armonica, decide di trasferirsi presso il conservatorio «Niccolò Piccinni» di Bari, fino ad ottenere, con vibrante soddisfazione, il diploma in pianoforte, guidato dal maestro Emanuele Archili. Durante i suoi studi pianistici frequenta corsi di perfezionamento con maestri di fama mondiale, come: Marcello Abbado, Vincenzo Balzani, Roberto Corlianò, Franco Scala, Michele Marvulli, Francois-Joèl Thiollier.
Pianista dalle cospicue doti tecniche, e dai notevoli colori e volumi sonori, animato da un grande senso di appartenenza alle proprie origini e al contempo da una particolare predilezione personale per le sonorità più classiche, in contrapposizione a quelle ancora inesplorate del mondo moderno, riesce ad alternare, nelle sue composizioni ed esecuzioni, la spettacolarità e la sacralità melodica e polifonica del pianismo classico e virtuoso alla modernità polistilistica, atonale, poliritmica e aleatoria, riuscendo perfino ad avvalersi della tecnica del pianoforte preparato, nella quale è ammesso l’uso di oggetti artificiali per alterare o modificare il suono originale dello strumento stesso.
Nel Settembre del 2022 la Aulicus Classics produce il suo primo ed con composizioni originali dal titolo “Ode to Earth”, nel 2023 produce il ed dal titolo “Cain and Abel”e Per le Edizioni Da Vinci pubblica lo spartito per quintetto dal titolo: Tiffany Suite”.
Nel settembre 2023 in occasione dei 105 anni delle Stimmate di San Pio da Pietrelcina compone l’opera musicale di titolo: “Stigmate: Suoni della Terra e del Cosmo” per il ritrovato Harmonium che il compositore Giacinto Scelsi donò al frate cappuccino negli anni cinquanta. La composizione, per vari strumenti antichi ed etnici, è stata eseguita per la prima volta nella chiesetta di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo, ossia, il luogo dove il Santo da Pietrelcina ricevette le stimmate nel 1918. Per questo evento le edizioni Stauros pubblicano, con lo stesso titolo della composizione, un libro ricco di testi critici ed immagini che presentano e spiegano l’opera musicale.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Ingresso ore 20:30 – Inizio concerto ore 21:00