Domenica 27 novembre ore 17, chiostro comunale F.P. Fiorentino
Si svolgerà Domenica 27 novembre alle ore 17 presso il chiostro comunale “F.P. Fiorentino” di Palazzo di Città il convegno San Camillo de Lellis: l’attualità di un grande riformatore
Sono previsti gli interventi di:
Luigi Pompilio, Sindaco di San Giovanni Rotondo
Padre Rosario Messina, Superiore Camilliano Provincia siculo napoletana
Mario Spinelli, scrittore
Giuseppe Nania, scultore
Francesco Marini, architetto e realizzatore progetto del Cenobio
Al temine apertura di un cantiere di idee per organizzare i festeggiamenti per il quattrocentenario della morte di San Camillo.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
San Camillo de Lellis, educato al mestiere delle armi, giovane scapestrato, giunge a Manfredonia nell’intento di arruolarsi al soldo della repubblica di S. Marco. Le voci di una spedizione in Dalmazia erano infondate e Camillo si ritrova disoccupato con l’inverno alle porte. Che cosa fare, lavorare? Lui il figlio di un capitano decorato! Preferì mendicare nell’intento di raccogliere qualche soldo e rifarsi al gioco delle carte. Cosi si avvicinò al portale della chiesa di S. Domenico. Camillo era alto dai lineamenti signorili.
L’anziano Antonio Nicastro gli si avvicino per informarlo che lì vicino c’era un cantiere dove poteva trovare lavoro. Camillo disdegnò l’invito e s’incamminò sulla via per Barletta. Un’improvvisa ispirazione gli suggerì che ad andare avanti poteva essere la sua rovina. Tornato a Manfredonia fu accompagnato dal sig. Antonio al convento dei frati cappuccini che gli offrirono un lavoro come manovale. Fu tentato più volte di abbandonare il lavoro. Restò. Si guadagno la stima e la fiducia dei frati che terminati i lavori al cantiere gli affidarono altri compiti come quello di addetto agli scambi di provviste tra il convento di Manfredonia e quello di San Giovanni Rotondo. L’inverno era rigido e i panni con cui Camillo si ricopriva erano insufficienti, per questo i frati gli fecero indossare un vecchio saio: nessuna confusione, ci teneva a precisare Camillo, a primavera vado via.
Il 1 febbraio del 1575, caricato l’asino con i viveri, si avviò verso il convento di San Giovanni Rotondo. Giunto al convento scaricò l’asino e si fermo per la notte. Si intrattenne con il padre guardiano al quale confidò i suoi pensieri. Il guardiano lo invitò a trovare la pace e a farsi prendere solo dalla preoccupazione di trovare Dio. L’indomani 2 febbraio, giorno della Candelora, all’alba partecipò alla messa dove ritirò la tradizionale candela, quindi ricaricato con altri viveri l’asino si avvio sulla strada del ritorno.
Nei pressi della valle dell’inferno risuonava solo il rumore degli zoccoli; la stanchezza del viaggio si faceva sentire; Camillo si sentiva male, scese dall’asino, raggiunse carponi una roccia. È il momento della conversione: non più mondo mio Signore, dammi tempo e modo di espiare i miei peccati.
Una storia dimentica, in ogni modo una storia poco rivissuta o considerata dagli abitanti di San Giovanni Rotondo, fino a quando l’ingegnere Pietro Gasparri, figlio spirituale di San Pio e devoto di San Camillo non ha iniziato a commemorare l’evento e costruire un altare votivo nel luogo della conversione.
Forse non tutti sanno che nella cella numero cinque del convento di San Giovanni Rotondo,camera e studio di Padre Pio,aveva trovato alloggio il giovane Camillo de Lellis nell’anno 1575.
Padre Pio stesso parlò di questa curiosa coincidenza durante un colloquio avuto nel 1958 con un giovane camilliano,Padre Pietro Santoro.
Padre Santoro descrisse così l’emozionante incontro con Padre Pio:
"Il tutto avvenne il 18 agosto 1958 a 13 mesi e 4 giorni dalla mia Ordinazione sacerdotale. Pervenni a San Giovanni Rotondo,pronto a tempo per assistere alla Santa Messa celebrata da Padre Pio sul piazzale dinanzi alla nuova Chiesa. (…) Dopo quella Messa lo rividi(…) mi disse "da dove vieni?" Dalla Sicilia Padre Pio,risposi.
"Lo sa che io sto alla cella n.5 occupata un tempo da S.Camillo? Era la cella degli ospiti.(…) ma non sa una cosa!…che San Camillo la abitò una sola notte e si fece santo…ed io che vi abito da trenta anni sono ancora un povero diavolo…" e scoppiò in una fragorosa risata".
I due grandi santi,nati lo stesso giorno dell’anno – il 25 maggio – furono testimoni della Carità e della Passione di Cristo e si dedicarono con Amore ai malati e ai bisognosi.
Per maggiori info consultare il sito internet: www.sancamillosgr.it