Intervista a Valeria Lauriola, titolare della libreria Fahrenheit
E’ trascorso oltre un mese dall’apertura della nuova libreria Fahrenheit. E’ successo tutto quello che ti immaginavi?
E’ stato un mese così intenso e denso che mi sembra che la libreria esista già da anni! Tra l’altro il locale ha assunto una sua autonomia, un suo “vissuto” che mi fa dire che non appartiene più solo a me ma a tutti i suoi frequentatori…succede come quando vuoi scrivere un libro: tu delinei i caratteri dei personaggi, ma poi questi il più delle volte agiscono autonomamente, prendono vita in modo diverso dall’idea iniziale dello scrittore …e il più delle volte è meglio così!
Per scendere nel lato pratico, quando ho aperto la libreria avevo idee precise sugli autori che credevo “tirassero” e il più delle volte sono stata (piacevolmente) smentita.
Qual è la cosa più curiosa che ti viene in mente successa in questi primi giorni?
Potrei scrivere un libro sulle stranezze successe! C’è gente che entra solo per chiacchierare, alcune persone sono ormai diventate frequentatori fissi, entrano, danno uno sguardo in giro e poi ti si mettono di fronte e allora si comincia a parlare di tutto: letteratura, politica, filosofia, musica, cinema…è una delle cose più belle e che mi fa capire che una libreria, nonostante sia un esercizio commerciale che deve far quadrare i conti a fine mese per poter sopravvivere, non è mai un negozio come tutti gli altri! Si dice che chi legge molto lo faccia perché si trova in sistonia con la realtà circostante; non so se sia vero, ma vero è il fatto che una libreria attrae sempre persone singolari, curiose, che non vogliono smettere di interrogare se stessi e il mondo circostante. Poi ci sono vecchietti che entrano perché si sentono soli; ce n’è uno specialmente, che viene quasi tutti i giorni, rimane un po’ ad osservare le persone (non i libri!) e poi se ne va. Ancora, ci sono quelli che entrano e lo capisci subito che sono spaesati e che magari non hanno mai preso un libro in mano…e ti chiedono se i libri sono in prestito, come funziona, ecc… Infine c’è chi entra e senza nemmeno dare un’occhiata ti dice “mi consigli un libro per favore?” e tu cerchi di capire i suoi gusti, cosa gli piace, che tipo di persona è e che aspettative ha, insomma…e alla fine questo è il momento più bello: scovare un libro, tra migliaia di altri, che si adatti a un vissuto e a una persona in particolare. E’ come una caccia al tesoro! E, una volta che quella persona ha letto il libro, scambiarsi le opinioni e magari scoprire che quello stesso libro ha tanti livelli di lettura diversi. Ma questo è il bello della letteratura, poi: un libro trasmette cose differenti non solo a persone diverse, ma anche a te stesso. Per esempio a me più di una volta è capitato di riprendere un libro tra le mani e rileggerlo a distanza di anni, per poi scoprire che le sensazioni che provavo erano estremamente diverse da quelle che mi aveva dato la prima volta che l’avevo letto; semplicemente perché ero cambiata io!
La sensazione iniziale legata al fatto che la nostra città avesse bisogno di una libreria è ancora valida come all’inizio oppure ora la pensi diversamente?
E’ ancora più valida, se possibile! Quanta gente, soprattutto giovani, ogni volta che entrano e comprano qualcosa mi dicono che sono contenti, che ce n’era un gran bisogno! Succede soprattutto quando riescono a trovare un autore o un titolo particolare.
La gente a San Giovanni legge! E’ questa la novità. Tanti mi dicono “è dura qui, qui non siamo al nord dove si legge tanto, i sangiovannesi pensano solo a riempirsi la pancia”…non è vero: è chiaro che se non esiste un posto, un “contenitore”, come dico io, per sfogare la tua passione, la cerchi altrove e allora vai a Foggia, a Bari. La gente qui legge, solo che i libri finora li andava a comprare “in trasferta”. Vengono anche tantissimi bambini, si siedono sulle seggioline e cominciano a sfogliare i libri che li colpiscono di più. Poi è chiaro, non voglio nascondere il fatto che altrove è più facile, perché l’educazione alla lettura inizia in primissima età, grazie a biblioteche fornitissime, eventi culturali, ecc… però non è neanche una situazione catastrofica come a molti credo piaccia descriverla. Diciamo che questo mi forza ad essere vigile, creativa. E poi certo, bisogna sempre essere aggiornati sulle recensioni che fanno i giornali o sulle apparizioni in tv, perché molto spesso si chiede il libro che è stato presentato il giorno prima in una trasmissione televisiva.
Chi è il lettore-tipo?
Questo è quello che mi ha stupito di più: qui in libreria si vedono pochi intellettuali o pseudointellettuali (alcuni autonominatasi non so in base a cosa!) e quando entrano spesso ti chiedono pure lo sconto! Ma dico, non dovrebbero essere loro, più degli altri, a sapere che il prezzo dei libri è imposto dall’editore e che il margine dei libri per me è bassissimo (non certo come i negozi di abbigliamento che possono permettersi rincari assurdi e quindi, di conseguenza, quando c’è il periodo, di farti sconti anche del 50%)?! Ci sono invece tanti giovani anche da San Marco, soprattutto il tardi pomeriggio e mi stupisco della profondità delle loro letture. Non tutti, certo, alcuni ti comprano, per dire, “Come diventare bella, ricca e stronza” (non sai a quante ragazze l’ho venduto! ) ma la maggior parte si orienta o sui classici o su autori particolari come per esempio Chuck Palaniuk e affini. C’è un ragazzo disoccupato, che si vede fa fatica anche a mettere insieme gli otto, dieci euro per comprare un’edizione tascabile però la compra. Tra l’altro è stato anche l’unico finora che, quando mi ha prenotato un libro, ha voluto pagarmelo in anticipo, perché ha detto “ora i soldi per pagarlo ce li ho, magari tra quindici giorni no”. E’ a queste persone che mi piace ogni tanto fare lo sconto, per inciso, non certo ai primi che ho nominato. I giovani sono stati una bellissima scoperta.
Quali sono i commenti più bizzarri che hai ricevuto dopo l’apertura?
Te li cito alla rinfusa, così come me li ricordo “Quando posso riportare il libro?”/ “Ha un libro su come affettare i salumi?”/ “ha il libro Camorra?” (Gomorra)/ “Questo libro l’ho prenotato da più di un mese! Perché non arriva?!” (avevo aperto da dieci giorni)/ “Mi dai Come diventare bella e stronza?” (evidentemente non le interessava il ricca!)/ “ Ma nelle edizioni economiche il romanzo fin dove arriva? Che pagine tagliano?”/ “Mi dai un libro di Dan Brown che però non ha scritto lui?”/ “Mi dai il libro sulle seghe?” (“Come smettere di farsi le seghe mentali”!) e poi ricordo con tenerezza una bimba di sette/otto anni che è entrata da sola in libreria e senza indugi si è diretta nella stanza dei libri per bambini, ha preso un libro, è tornata a passo spedito e ha svuotato il suo salvadanaio sul bancone cassa, facendo ricadere centinaia di monetine!
Ma allora a San Giovanni Rotondo si legge?
Sì, si potrebbe leggere di più, ma si legge.
C’è qualcuno che vorresti rimproverare?
Non voglio perdermi dietro sterili polemiche, quindi questa domanda la “passo”.
Cosa bolle in pentola? Qualche progetto interessante?
Dopo il grande successo della presentazione del libro di Antonio D’Apolito, il prossimo evento sarà sabato 2 dicembre, insieme all’Associazione Amani, nel corso di “Natale fa rima con solidale”: appuntamento natalizio col commercio equo e solidale. Io sarò presente con una scelta di libri per bambini provenienti dai paesi del Terzo Mondo: fiabe africane, indiane, ecc. Saranno poi fatte delle letture pubbliche scelte da alcuni di questi racconti. Inoltre sto collaborando con “I Presidi del Libro” per l’incontro con la famosa autrice Elena Gianini Belotti, che presenterà il suo ultimo lavoro, “Pane Amaro”. Il mese di dicembre, poi, a ridosso del Natale, la libreria sarà aperta anche la domenica e stiamo organizzando un modo per far scrivere le letterine di Natale ai bambini, raggrupparle tutte insieme e farle poi leggere un pomeriggio in libreria da Babbo Natale.