Il pensiero di un nostro lettore
Partendo da questi appellativi che ci contraddistinguono oppure che ci dovrebbero contraddistinguere vi condivido un mio pensiero:
Accoglienza: accogliènza s. f. [der. di accogliere]. – L’atto di accogliere, di ricevere una persona; il modo e le parole con cui si accoglie: a. fredda, affettuosa, festosa, cordiale; l’a. oneste e liete Furo iterate tre e quattro volte (Dante).
Noi sangiovannesi siamo freddi e soprattutto non festosi e non accoglienti e questo lo si percepisce ogni volta che c’è qualche manifestazione, vedi quella contro la criminalità dove le persone si potevano contare su una mano oppure quando si esibisce un cantante o un gruppo del nostro paese. Le frasi fatte sono queste: è k ci vò, oppure : sempe quiss stanne do, oppure: quiss nen sapene fa nante.
Io dico, mettetevi voi su di un palco e vediamo che sapete fare. Fa piacere sentirsi applaudire o sentirsi accolti calorosamente, cosa che non avviene in questo paese. C’è molto distacco e senso quasi di disprezzo verso chi vuole manifestare il proprio lavoro o il proprio hobby e in un paese che vuole essere chiamato città questo non va bene.
Quando si arriva a San Giovanni Rotondo sembra di ritornare indietro di 50 anni, i tre ingressi sono squallidi poco intuitivi e non regolarizzati, i turisti o pellegrini pur di arrivare in albergo con il pullman o con l’automobile vanno dove vogliono anche a costo di intralciare le strade e creare ingorghi. Il Checkpoint( postazione o luogo dove i passanti e i veicoli vengono fermati obbligatoriamente per verifiche e controlli) non funziona come dovrebbe e questo influisce negativamente sul paese e sull’economia generale.
Il pellegrino è quasi obbligato a stare nella zona del convento perché non ci sono alternative perché non c’è la giusta sincronia e la giusta voglia tra le parti per far crescere e conoscere il resto e la storia millenaria del paese. E’ come vivere in due mondi paralleli che non si incontrano mai.
Sforziamoci di essere armoniosi, affettuosi , festosi e accoglienti con il pellegrino o con il compaesano perché ne va del nostro futuro e soprattutto di quello dei nostri figli. Cerchiamo di non essere invidiosi e pessimisti e cerchiamo di sfruttare al meglio le nostre capacità e quelle che ci offre il territorio perché solo così ci possiamo rialzare.
Riconciliazione: riconciliare v. tr. [dal lat. reconciliare, comp. di re- e conciliare «riunire insieme, conciliare»] (io riconcìlio, ecc.). – Rimettere d’accordo, far tornare in pace o in buona armonia
Su questo argomento si potrebbe scrivere un libro. Non per essere cattivi o pessimisti ma da un po’ di tempo qui di riconciliazione ne vediamo ben poca, basti pensare agli attentati dinamitardi che hanno subito alcuni esponenti politi della nostra città, oppure agli atti vandalici e incendiari di alcuni autoveicoli di semplici cittadini, alla delinquenza giovanile che sta dilagando a vista d’occhio, al caos che regna nella zona del Santuario con macchine parcheggiate ovunque e gente poco raccomandabile che vaga in cerca di elemosina. Per non parlare della situazione imbarazzante dell’attuale amministrazione che è ferma sui blocchi di partenza da quasi tre anni con la città che profonda sempre più nella sporcizia e nel degrado. Fogna bianca inesistente, ogni volta che piove le strade diventano fiumi impetuosi e gli allagamenti di cantine e garage sono all’ordine del giorno. Nei giorni dell’alluvione di inizio mese ne abbiamo viste di tutti i colori, l’acqua ha superato in alcuni tratti i 100 cm creando danni ingenti alle imprese. Garage allagati, magazzini distrutti, strade invase da detriti e fango circolazione nel caos, gente nel panico e solo grazie al lavoro straordinario della protezione civile dei vigili del fuoco e dei pochi vigili urbani che sono in servizio si è scongiurato il peggio, marciapiedi che non essendo a norma creano solo impedimento per i diversamente abili, la fogna che traboccava dai tombini mettendo a rischio di infezione l’intera comunità perché non c’erano le minime norme igienico/sanitarie, insomma ha regnato il caos. Da qualche mese è iniziata la raccolta differenziata porta a porta e sembra che una buona parte della popolazione stia imparando come funziona e che farla conviene a tutti ma c’è un’altra parte di popolo che continua a buttare l’immondizia ad ogni angolo di strada senza pensare al rischio che si può correre vedi malattie, ratti ,cani randagi e infezioni. Forse prima di partire con questa raccolta differenziata bisognava fare delle lezioni di educazione civica per far capire in che cosa consiste.
Mi chiedo perché mai non si può vivere in armonia e d’accordo, senza odio e rancore ,senza cattiverie e senza falsità ma con amore verso il prossimo e con più rispetto verso il bene comune??? San Giovanni Rotondo ha tutte le carte in regola per essere la città dell’accoglienza e della riconciliazione il problema è che siamo noi sangiovannesi che non siamo in grado di manifestare queste emozioni perché ci coltiviamo il nostro orticello e cerchiamo di ” fregare” quello del nostro vicino senza capire che se anche quello è in ordine diventa tutto più bello e più pulito. Riconciliamoci con noi stessi perché solo così si è in pace con il mondo. Lasciamo da parte tutto quello che ci da fastidio e lavoriamo insieme per far prosperare la città per dare futuro ai nostri figli.
Aggiungo una citazione di Papa Giovanni XXIII
“Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell’incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c’è, qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà… Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare: dite una parola buona. Il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza. E poi, tutti insieme ci animiamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino” .
Forse sono troppo sdolcinato o troppo scontato ma spero veramente in questo tipo di cambiamento perché noi siamo Sangiovannesi e dobbiamo essere orgogliosi di esserlo.
Antonio Tortorelli