Due modi di fare turismo a confronto
Sono appena rientrato da una breve vacanza in Umbria. Cinque giorni passati tra Perugia, Assisi, Gubbio, Spoleto, Cascia e Norcia alla scoperta delle bellezze naturalistiche e culturali di questa terra stupenda. Ho cercato in queste ore di placare la mia vena polemica (qualcuno dice disfattista, e probabilmente ha ragione), ma purtroppo mi vedo costretto a scrivere qualcosa sulle differenze abissali tra le nostre realtà turistiche.
Non posso quindi esimermi dal fare dei distinguo tra la nostra città e Assisi, altra capitale del turismo religioso mondiale legato a S.Francesco e Santa Chiara.
Arrivato nella cittadina umbra, patrimonio UNESCO, vieni subito rapito da quel clima di pace e serenità che qui da noi certo non si trova subito. E ve lo dice uno che in chiesa ci va tre volte all’anno escluso i funerali.
Non trovi orde di parcheggiatori che ti si piazzano ogni dieci metri sulla strada indicandoti la via per il più vicino parcheggio. Soltanto questa mattina percorrendo la circonvallazioni per arrivare al Poliambulatorio ne avrò contati una ventina. Ad Assisi non ti scontri con decine di persone che ti propinano a mezzo volantino il ristorante più buono ed economico. Nella città di Francesco ci sono si i ristoranti ma nessuno ti molesta per farti entrare da lui. Se vuoi entri sennò amen, non ti bestemmiano appresso. Per carità non sono tutte rose e fiori, anche lì esiste una mercanzia del Santo forse anche più massiccia dei nostri chioschi, ma tutto molto ordinato e nulla a ridosso del Sacro convento dove non trovi un ambulante nemmeno a pagarlo.
Tra le cose che mi hanno colpito in tutte le città che ho visitato anche la presenza di infopoint turistici aperti tutti i giorni dalla mattina presto a sera tardi. Tutti con personale multilingue pronti a soddisfare ogni tua richiesta. In ogni città ci è stata consegnata una cartina con i punti di maggior interesse storico, artistico e religioso. Assisi, Gubbio, Spoleto sono naturalmente diversi per storia e conformazione alla nostra San Giovanni: sono tutti borghi bellissimi che racchiudono i loro centri di interesse all’interno dei rispettivi centri storici. Nella nostra città è diverso: c’è la zona dei cappuccini che concentra la maggior parte del flusso turistico e c’è la parte bassa del paese abbandonata e di fatto esclusa. I centri storici dei paesi dell’Umbria sono dei veri e propri gioielli artistici che conservano una quantità immensa di beni storici ed architettonici aperti tutto il giorno e ben segnalati. Sono chiusi al traffico e questo permette al turista di lasciare la macchina e girare a piedi. Nella nostra città il centro storico è un’autostrada con auto che sfrecciano ad ogni ora del giorno e della notte. Le chiese del borgo antico sono quasi sempre chiuse e non esiste uno straccio di cartina con i punti di interesse. Anche i totem informativi dello Smart Soul stanno mostrando tutte le loro lacune e giacciono lì soli soletti nel chiostro comunale, in piazza Europa e al parcheggio Pozzo Cavo. Così come l’infopoint dei Cappuccini, chiuso nei giorni di maggior afflusso.
Per non parlare della pulizia e del decoro che regna in questi luoghi: non trovi una carta a terra nemmeno a pagarla a confronto della nostra Amata Città, che sembra ogni giorno di più una discarica a cielo aperto e con certe strade che somigliano a tratturi dissestati degni della peggior strada di campagna.
Una cosa che mi ha colpito molto è anche il modo di fare sistema di queste città umbre. Ogni infopoint oltre a darti le dritte sulla città in se ti dava notizie anche sugli altri posti limitrofi da visitare. Una regione ed un territorio che quindi fa sistema e che collabora. Il turista che viene a San Giovanni sa poco o nulla (a meno che non lo sappia di suo) degli altri luoghi limitrofi da visitare come San Matteo, Monte S.Angelo, la Foresta Umbra o Vieste per citarne alcuni. Nel nostro territorio regna l’invidia, ognuno vuol tenersi tutto per se. Il discorso vale naturalmente per tutto il Gargano, terra dalle mille risorse e bellezze che ancora oggi stenta a decollare a differenza di altri territori pugliesi che hanno inteso come fare turismo e come attirare il visitatore.
Ultima nota di rilievo, i parcheggi. I check point ad Assisi e Cascia funzionano a meraviglia. I disabili possono parcheggiare senza problemi e gratuitamente sulle strisce blu, così come a Gubbio e Spoleto e penso in tutte le città italiane. Nella zona sacra della Amata Città conosciuta come città dell’Accoglienza e della Riconciliazione il disabile che non trova posto negli appositi spazi se parcheggia sulle strisce blu deve pagare la normale tariffa di 1 € all’ora. Prima di parlare ancora di questa fantomatica città del ‘paralimpico’ qualche inquilino a Palazzo di Città farebbe bene a rivedere questa norma obbrobriosa ed incentivare i controlli per stanare quelli che con tagliando falso o di qualche parente parcheggiano la loro auto per giornate intere nell’area riservata ai disabili di fronte Casa Sollievo della Sofferenza.
Concludo questo mio pensiero/editoriale, che sicuramente attirerà nei miei confronti le critiche più feroci, con la frase con la quale questa mattina mi ha salutato un mio caro amico che lavora al nord e che è sceso per qualche giorno di ferie: “Ogni volta che vengo a San Giovanni la trovo sempre peggio, si regredisce ogni giorno di più”.
Antonio Lo Vecchio
Giovanni Piano
Antonio grazie per il tuo contributo. Sempre a testa alta e con obiettività.
Non saranno le lettere mezze anonime di un servo sciocco a fermarci.
Giovanni Piano
fdicosmo
Caro Antonio, ho letto con attenzione quanto ci hai raccontato della tua esperienza fatta in altri luoghi simili al nostro per turismo religioso. Tutto ciò che dici è verissimo. A mio avviso tutti gli operatori: dal parcheggiatore al ristoratore, dall’albergatore all’informatore turistico, da chi fa volantinaggio selvaggio per proporti pranzi e camere d’albergo, ec.., hanno bisogno di corsi di informazione, formazione, di civiltà e di educazione. Ancora non ci rendiamo conto che i Cappuccini non è più il luogo dove si pascolavano pecore e capre.
franco di cosmo
tonino
UNO CHE AMA LA NOSTRA CITTA antonio le tue parole sono bellissime….
tutti i turisti che vengono a SAN GIOVANNI ROTONDO per pregare dal NOSTRO SANTO PADRE PIO tornano alle proprie case pieni di grazia e felici di aver veduto un grande santo del nostro tempo.
Ma la inciviltà di noi indigeni non ha paragoni e la colpa è di tutti non siamo in grado di rispettare il nostro territorio…… il merito bello e brutto è dei politici nostri
amministratori…….SVEGLIATEVI finche siete in tempo…..
….un sangiovannese DOC ..
…antonio merla