Lunedì 23 novembre presso la sala teatro
dell’Istituto “Pietro Giannone” di San Marco in Lamis
Il convegno è organizzato dagli “Amici di
Beppe Grillo del Gargano” sul tema “Giustizia e Legalità”. Ospiti del dibattito
Salvatore Borsellino e Gioacchino Genchi, interverrà in
diretta telefonica il magistrato Clementina Forleo .
Di assoluta attualità il tema proposto
dal grillino Luigi
che dopo il colpo messo a segno con Marco Travaglio, porta a San Marco in Lamis
personaggi di assoluto rilievo e con competenze specifiche sull’argomento proposto.
“Il convegno ha come scopo la
sensibilizzazione alla legalità di studenti e cittadini nonché una valenza
formativa per quanti sono iscritti
all’ordine degli avvocati” – riferisce Luigi
i patrocinanti che daranno un forte contributo all’iniziativa ci sarà anche
l’associazione degli avvocati di San Marco in Lamis e la testata giornalistica Antimafia
Il programma completo è ancora in via di definizione, vi terremo
aggiornati su ogni suo sviluppo ma nel frattempo conosciamo meglio questi
illustri personaggi:
Salvatore Borsellino è il fratello del magistrato ucciso con la sua scorta a via d’Amelio il
19 luglio ’92. Ingegnere in pensione, vive a Milano da 40 anni. Salvatore, insieme alla sorella Rita, da allora ha sempre manifestato
pubblicamente il suo impegno in memoria del fratello ucciso, denunciando alla
pubblica opinione tutto quanto non funziona nel nostro Paese, soprattutto per
quanto riguarda il contrasto alla criminalità organizzata, il malgoverno e le
collusioni tra politica e mafia.
Gioacchino
Genchi lo conosciamo meglio attraverso il suo sito personale, così si
presenta: “Dopo il diploma, viste le non
troppo floride condizioni economiche della mia famiglia, ho iniziato a lavorare
per un’azienda specializzata del centro Italia nel settore informatico. Così mi
sono mantenuto negli studi universitari ed ho conseguito la laurea in
Giurisprudenza con 110/110 e
Palermo.Nel corso degli studi universitari, oltre alle materie ordinarie del
piano di studi (conseguite quasi tutte col massimo dei voti), ho frequentato
ben 10 “corsi liberi” in materie storico-giuridiche, tutti superati con “30 e
Lode”.Ho intrapreso la carriera forense ed ho conseguito l’abilitazione
all’esercizio della professione di “Avvocato”. Ho pure conseguito
l’abilitazione all’insegnamento di materie giuridiche. Nel 1985 ho superato il
Concorso di Funzionario della Polizia di Stato. Dall’ingresso in Polizia ho
diretto diversi uffici (
il Nucleo Anticrimine per
Interregionale di Palermo, ecc.). Su incarico del Consiglio Superiore della
Magistratura ho tenuto dei corsi di formazione e di aggiornamento per
Magistrati e Uditori Giudiziari. Altri corsi ho tenuto per gli Avvocati, su
incarico delle Camere Penali. Ho pure insegnato nelle Scuole di Polizia ed ho tenuto
diversi interventi presso alcune Facoltà Universitarie. Dal 1996 ho svolto
l’incarico di consulente tecnico dell’Autorità Giudiziaria in importanti
indagini e processi penali. I risultati del mio lavoro sono consacrati in
centinaia di ordinanze, di sentenze e di pronunce della Corte di Cassazione.
Per una scelta puramente deontologica sono in aspettativa non retribuita dal
giugno del 2000 dal Ministero dell’Interno. Ho così pure rinunciato
volontariamente alla carriera in Polizia, quando ricoprivo già da oltre cinque
anni la qualifica di Vice questore aggiunto. Nell’assolvere agli incarichi
giudiziari che mi sono stati affidati ho sempre e solo servito lo STATO e
tentativo di ricerca e di affermazione della VERITA’. Per questo e solo per
questo so di avere molti nemici e parecchi interessati detrattori. So pure di
avere molti amici che mi stimano e mi vogliono bene. La loro solidarietà,
l’affetto dei miei familiari e la pulizia morale della mia coscienza, mi danno
la forza di continuare nel mio lavoro, con l’onesta, la tenacia, l’entusiasmo e
l’indipendenza, che mi hanno accompagnato e caratterizzato sin dal primo
giorno.”
Gioacchino Genchi è stato anche
consulente informatico dell’ex PM Luigi de Magistris ora parlamentare nelle
liste dell’ IDV.
Clementina
Forleo: Dopo essersi laureata in giurisprudenza con lode presso l’Università
di Bari, partecipa ai concorsi pubblici per entrare nella polizia e nella
magistratura. Nel 1989, vincendo uno dei due concorsi, diventa commissario
della Polizia di Stato ma dopo solo un mese rassegna le dimissioni per
intraprendere la carriera di magistrato avendo vinto anche l’altro concorso.
Durante la piccola parentesi nella polizia riceve un encomio per il lavoro
svolto durante gli sbarchi dei clandestini in Puglia. Divenne famosa come
giudice quando assolse dall’accusa di terrorismo internazionale due tunisini,
Maher Boujahia e Ali Toumi, e il marocchino Mohamed Daki. Alcuni media italiani
ed internazionali criticarono la sua decisione, motivata in base alla
distinzione tra guerriglieri e terroristi (i primi compiono azioni contro
obiettivi di natura militare, i secondi contro la popolazione civile). A
partire dall’estate 2005 Forleo ha cominciato ad occuparsi del caso Antonveneta
(vedi Bancopoli): a causa di quest’ultima inchiesta il magistrato ha ricevuto
critiche da diversi esponenti della maggioranza parlamentare. Il caso
Antonveneta rappresenta la svolta fondamentale della carriera del magistrato
che, nelle sue precedenti pronunce giudiziarie, aveva registrato critiche
dall’esterno dell’ordine giudiziario ma era stata sempre difesa dagli organismi
associativi della magistratura e dal Consiglio superiore della magistratura: è
infatti alla luce degli sviluppi del caso che si è intrapresa una doppia azione
nei suoi confronti, una per incompatibilità ambientale/funzionale e l’altra di
tipo disciplinare. La seconda iniziativa ruota intorno alle inchieste del 2007
sui cosiddetti "Furbetti del quartierino". La procura aveva
intercettato delle telefonate di imprenditori sotto inchiesta per reati
finanziari e alcune di queste telefonate erano dirette a parlamentari.
in questo caso che le intercettazioni non potessero essere usate come prova
senza che il parlamento avesse concesso l’autorizzazione. La procura passò
quindi le telefonate a Forleo (in qualità di GIP) che doveva valutarne la
rilevanza penale ed eventualmente richiedere al parlamento il permesso di
usarle. Forleo chiese l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni che
coinvolgevano alcuni parlamentari (Piero Fassino, Massimo D’Alema, Romano
Comincioli, Nicola Latorre, Salvatore Cicu) non soltanto come prova contro gli
imprenditori inquisiti ma anche come materiale indiziario per poter inquisire
alcuni degli stessi parlamentari che, secondo quanto scrisse nella richiesta,
"appaiono […] consapevoli complici di un disegno criminoso". Numerosi
i suoi interventi in trasmissioni televisive e in dibattiti tesi al rispetto
della Giustizia e della legalità che le hanno fatto guadagnare la stima dei
cittadini più attenti.