Il pensiero di un nostro lettore
Sangiovannesità. Il complesso dei caratteri e degli aspetti considerati tipici di San Giovanni Rotondo e dei suoi abitanti.
Partendo da questo concetto mi chiedo: a che punto siamo noi, abitanti di San Giovanni Rotondo?
Il mio parere è che siamo ancora indietro rispetto ad altre realtà perché c’è ancora troppa invidia e troppa voglia di sopraffare il prossimo e soprattutto di screditarlo.
Diceva Platone “Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti.”
Quindi fin quando ci saranno persone che vogliono accontentare tutti senza capire che bisogna solo fare quello che si è “sicuri” di poter fare, non ci sarà mai la Sangiovannesità tanto declamata.
Mi piace, però, pensare che un giorno riusciremo anche noi ad avere la mentalità giusta per cambiare, per portare con orgoglio il termine Sangiovannesità.
Un mio caro amico scrive che per Sangiovannesità si indica uno stato d’animo. Condivido questa cosa ed aggiungo che noi abbiamo tutto per essere D.O.C., ma il problema è che non riusciamo ad esprimere questo nostro stato d’animo, forse per colpa del troppo benessere o per colpa della troppa informazione che ci circonda e ci confonde le idee con falsi Status Symbol.
Non ci sono più le Panchine di una volta, dove la gente si confrontava e dalle quali nascevano storie d’amore, di amicizia, di lealtà, dove nascevano partiti politici, squadre di calcio e nuove religioni, dove ci si sedeva anche solo per ascoltare il vento, dove era bello fare due chiacchere con uno sconosciuto che in quel momento era al tuo fianco nell’attesa di prendere una strada diversa dalla tua. Adesso sulle panchine ci sono giovani che hanno la faccia illuminata dai display dei loro smartphone e vivono in una realtà che non è reale.
Noi abbiamo iniziato di nuovo a sederci sulla panchina con la speranza di far capire al popolo che non abbiamo nessuna intenzione di commettere gli errori dei nostri predecessori, anzi abbiamo voglia di cambiare e di non essere chiusi nei nostri ideali, ma di condividere tutto ciò che di buono si può fare per migliorare la nostra Sangiovannesità.
Un panchinaro
Antonio Tortorelli