:: A colloquio con la Dr.ssa Lucia Savino, responsabile della sezione “Michele Sergi”
Da alcuni giorni è presente su questo portale un link alla sezione ADMO di San Giovanni Rotondo “Michele Sergi” che ha sede presso la struttura complessa di Ematologia e Centro Trapianti di Cellule Staminali della Casa Sollievo della Sofferenza..
Vogliamo dare, con il nostro piccolo strumento informativo, un contributo all’associazione affinché i giovani sangiovannesi possano conoscere informazioni e finalità e, magari, decidere di aderire all’ADMO.
Riportiamo di seguito un’intervista alla dr.ssa Lucia Savino, responsabile della sezione “Michele Sergi”
Dr.ssa Savino, la sezione è intitolata ad una persona, a Michele Sergi. Chi è Michele Sergi?
Michele Sergi era un ragazzo di Gagliano Del Capo (Lecce) affetto da Leucemia Linfoblastica Acuta che non è riuscito ad arrivare al trapianto anche per mancanza di un donatore volontario. Nonostante la malattia, Michele si è iscritto alla scuola infermieri del nostro ospedale facendo propri i principi del suo “caro amico Padre Pio” (cosi amava definirlo) per dare coraggio e sostegno ad altri sofferenti. Nelle sue preghiere c’era il desiderio che nessuno potesse provare più il suo stesso dolore.
Può spiegarci sinteticamente le finalità dell’ADMO?
L’ADMO ha come scopo principale quello di informare la popolazione sulla possibilità di combattere la leucemia ed altre neoplasie del sangue attraverso la donazione ed il trapianto di cellule staminali emopoietiche. Purtroppo la possibilità di reperire un donatore compatibile in ambito familiare è solo del 25% e si riduce moltissimo tra non consanguinei: meno di un caso su 100.000. Nel 1992 un malato italiano aveva soltanto il 10% di possibilità di trovare il suo volontario compatibile; grazie alle campagne ADMO di sensibilizzazione, nel 1995 si è passati al 40%, e la percentuale è oggi in continua ascesa. L’Associazione è membro della Consulta del Volontariato del Ministero della Sanità e della Consulta Tecnica Permanente per i Trapianti dell’Istituto Superiore della Sanità. Coordina inoltre i rapporti con gli organi centrali (Assessorati, Ministeri) e con l’estero. Vi sono sedi e sezioni regionali ADMO in tutte le regioni italiane.
Il trapianto di midollo di cellule staminali emopoietiche, rende possibile la guarigione di gravi malattie altrimenti dall’esito infausto: diverse forme di leucemia, thalassemia, immunodeficienze congenite e, più recentemente, anche alcuni casi di tumore solido.
La leucemia è una malattia che colpisce le cellule del sangue impedendone la normale produzione e funzionalità. Ciò porta a gravi conseguenze: anemia, infezioni, emorragie. Questa neoplasia del sangue, più di qualsiasi altra malattia, causa il decesso di bambini tra 2 e 15 anni e colpisce 4 soggetti ogni 100.000 abitanti l’anno. Non c’è alcun modo per prevenirla e senza terapia il 90 % di soggetti interessati dalla forma acuta morirebbe entro l’anno.
Come si fa a diventare potenziale donatore di Cellule Staminali Emopoietiche?
Inizialmente basta sottoporsi ad un prelievo di sangue (come per una normale analisi) al Poliambulatorio presso il Laboratorio per la tipizzazione HLA, previa prenotazione al numero telefonico 0882/ 416604 chiedendo della Dott.ssa G. Checola o del Dott. G. Cappucci. Non occorre impegnativa medica. Dopo aver firmato il consenso informato e l’adesione al Registro Italiano Donatori Midollo Osseo, i risultati delle analisi vengono inseriti in un archivio elettronico gestito a livello regionale e nazionale e collegato con i registri internazionali, nell’assoluto rispetto della riservatezza. Nel caso di una prima compatibilità con il paziente, il donatore sarà chiamato ad un ulteriore prelievo di sangue per stabilire i successivi livelli di compatibilità. L’adesione iniziale firmata in corrispondenza del primo prelievo ha solo valore morale e fino all’ultimo momento il potenziale donatore può ritirarsi (è facile, tuttavia immaginare le conseguenze di un tale gesto soprattutto per il paziente).
Tutto ciò rende chiaro che il donatore di cellule staminali emopoietiche è un donatore potenziale che diventa reale soltanto nel caso raro di compatibilità con un paziente non si sa quando, non si sa per chi. La sua disponibilità gratuita ed anonima, non ha limiti geografici, viene infatti a far parte dell’insieme dei donatori di tutto il mondo.
Chi può candidarsi come donatore?
Qualunque individuo di età compresa tra i 18 e preferibilmente i 35 anni che abbia un peso corporeo superiore ai 50 Kg e non sia affetto da malattie del sangue o da altre gravi forme infettive (AIDS, epatite, ecc.). La disponibilità del donatore resta valida fino al raggiungimento dei 55 anni.
Come avviene la donazione nel caso di compatibilità ed in cosa consiste il trapianto?
Il prelievo di midollo osseo che contiene le cellule staminali emopoietiche avviene in anestesia generale o epidurale con un intervento della durata media di 45 minuti, mediante punture a livello delle ossa del bacino. Il Midollo osseo non è il midollo spinale e quindi non c’è nessun rischio di paralisi, è simile al sangue solo un po’ più denso e si rigenera velocemente. Il donatore il giorno seguente al prelievo viene dimesso.
Recentemente il Ministero della Salute ha approvato anche per i volontari la donazione di cellule staminali dal sangue periferico; in questo caso il donatore non viene ne ospedalizzato né sottoposto ad anestesia totale. Questo tipo di donazione prevede la somministrazione di un fattore di crescita denominato G-CSF, che stimola la produzione di cellule staminali emopoietiche e ne consente il passaggio dal midollo osseo al sangue periferico e successiva raccolta mediante aferesi (procedura normalmente utilizzata nella donazione delle piastrine).
Il Trapianto successivo consiste nella infusione per via venosa (come una normale emotrasfusione) delle cellule staminali prelevate dal donatore mediante una delle due tecniche, al paziente precedentemente sottoposto a chemioterapia di condizionamento che distrugge irreversibilmente le sue cellule midollari.
Le cellule del donatore, grazie a recettori di adesione ed a stimoli umorali specifici, giungono nel midollo osseo del ricevente ricostituendo un nuovo tessuto emopoietico.
Quali possono essere gli “eventi avversi”?
Se viene eseguito il prelievo a livello delle creste iliache oltre ai normali rischi legati all’anestesia generale si avverte un dolore locale che scompare dopo pochi giorni. Se viene eseguito il prelievo dal sangue periferico si possono avere. dolori ossei, cefalea, stanchezza L’utilizzo del fattore di crescita+ in un follow up di 10 anni ha dimostrato non determinare nessun tipo di rischio nello sviluppo di neoplasie.