“Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare.
Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo”
Rita Atria (Testimone di giustizia)
È appena iniziato il 2017 e nel solo mese di Gennaio ci sono stati due omicidi a Vieste.
Lo scorso 16 gennaio, il pregiudicato Vincenzo Vescera, 33 anni, è stato assassinato vicino alla propria abitazione con due colpi di fucile caricato a pallettoni.
La scia di sangue è continuata con Onofrio Notarangelo, 46 anni, fratello di Angelo, esponente di spicco della criminalità organizzata viestana ucciso nel 2015, affiancato dai suoi killer che hanno sparato quattro colpi di fucile uccidendolo sul colpo.
Omicidi tentati e consumati stanno insanguinando la cittadina garganica dal gennaio 2015.
Quello che continua a succedere da diverso tempo è preoccupante, ed il silenzio è ancora più sconcertante.
Le minacce, gli incendi d’auto, i furti e le bombe esplose ad amministratori locali senza ancora un perché continuano a confermare uno scenario inquietante.
I lenzuoli bianchi coprono i volti sanguinanti delle vittime, mentre Foggia e tutto il Gargano vive una pressione criminale spesso ignorata dai media nazionali, come se nei chilometri che dividono Foggia, Roma, Milano, e il Gargano esistessero solo Santi, ulivi, buon cibo e mare azzurro.
Mentre i cittadini aspettano un raggio di verità, i dati della procura mostrano un quadro inquietante. In dieci anni la procura non ha potuto contare su un solo pentito.
Il punto è che non si spara solo a Vieste ma anche nel foggiano. Le statistiche della polizia di Stato ci regalano una fotografia di una situazione vicino al collasso, che posiziona Foggia in testa alle classifiche delle emergenze criminali.
Da settembre 2016 a oggi, ci sono stati quattro omicidi e otto tentati omicidi. Dieci bombe sono esplose davanti ai negozi. Le forme malavitose continuano a crescere all’ombra dell’indifferenza e il silenzio dei cittadini che vivono il paese nella loro normalità.
Gli spari nella notte e le bombe possono spaventare ed uccidere, ma spesso il silenzio fa più rumore di qualsiasi altra espressione.
Forse la verità è che non si vuole cambiare e che non si vuole rinunciare a quelle certezze che tali non sono e alle quali non crediamo neanche più.
Berto Dragano