Cineteatro Palladino sold-out per le due serate con gli ‘Artisti di Provincia’
Applausi a scena aperta per “Santa Notta” la commedia in tre atti di Francesco Paolo Fiorentino portata sul palcoscenico del cineteatro Palladino dalla compagnia teatrale ‘Artisti di Provincia’ venerdì 19 e sabato 20 gennaio.
La sapiente regia di Basilio Fiorentino, nipote del grande ‘Cecchino’, la grande verve degli attori e il toccante finale scritto da Lio Fiorentino e interpretato da Michele Pagliara, per circa due ore hanno conquistato il numeroso pubblico.
“Santa Notta” rimane senza dubbio una delle più belle commedie messe in scena da ‘Cecchino’ risalente al 1975. Una rappresentazione che, anche con aneddoti divertenti, mette in risalto le grandi contraddizioni del mondo della Chiesa. Una commedia attualissima anche ai giorni nostri.
Grandi applausi per Matteo Corritore (Santa Notta), storico attore della compagnia, che ha divertito il pubblico con le sue espressioni dialettali; per Vito Inverso, il don Cecchino volenteroso di scalare le gerarchie ecclesiali; per il giovanissimo Armando Maresca, sempre più a suo agio sul palcoscenico nonostante l’età e per tutto il cast che ha recitato magistralmente sul palcoscenico.
Vi lasciamo con il monologo finale scritto da Lio Fiorentino e recitato dalla voce fuori campo di Michele Pagliara, unitamente ad alcuni scatti delle due serate realizzati dal bravissimo Tihomir Sanader:
Un vecchio, chi è un vecchio? che cos’è un vecchio?
Un vecchietto, un relitto umano forse?
È di certo una fonte di saggezza
oltre che di reddito.
Usato, sfruttato, sfrattato perché dà fastidio
Però poi serve per i propri arrivismi…eh si,
“la serva serve” come dice il Principe de Curtis.
Un vecchio sporco che si lava una tantum ma così pulito dentro fa pensare alla depressione
Che sorte gli tocca?
Viene prima allontanato da casa sua,
dopo anni di onesto lavoro per essere nascosto …per nascondere la propria mancanza di carità
e di tolleranza.
E chi architetta tutto ciò per far carriera?
La chiesa, cioè l’istituzione fatta da uomini poco di chiesa, diciamo così, ma furbi, arrivisti, capaci di passare sul cadavere di tuo padre pur di far carriera…
Così si narra di Santa Notta, un vecchio lucido,
Relegato in un ospizio del nostro bel paese,che prima fu ospedale San Francesco voluto dal frate con le stimmate-relegato perché dà fastidio, la sua lingua tagliente e lucida crea problemi.
Un uomo che rifiuta il progresso e le ambizioni a tutti i costi, se questi aprono le porte ad un mondo poco umano.
Ma la vecchiaia è uno dei falsi miti della nostra epoca così controversa, è un mix di favola e saggezza, è un’ assurda carogna contro cui nulla puoi, è uno strano paradosso elevato a malattia.
La solitudine ci fa invecchiare…l’ insofferenza ci fa invecchiare, la mancanza di solidarietà ci fa morire, lentamente.
Diversa…mente in noi … che chissà chi ci crediam d’ essere.
Un vecchio ci fa pensare ai nostri limiti, per questo ci dà noia ci rimanda un’immagine deformata di noi
Ma proprio riconoscere i limiti propri e altrui vuol dire stare nel mondo
I limiti paradossalmente sono invece una ricchezza se ci pensiamo bene
Pericoloso è chi vive e pensa senza limiti e lo blatera si quattro venti come un vanto….
Vecchio è chi non ha il futuro nella mente.