di Maria Pia Carruozzi
L’ articolo “L’ossessione della donna” apparso sul “Il Fatto Quotidiano”, del giornalista Massimo Fini ha suscitato sgomento per i toni volgari e irrispettosi che il giornalista non si è proccupato di limare.
La prima parte dell’articolo spiega come, secondo le teorie di D.H. Lawrence, dei primi del Novecento, l’ uomo umiliava la donna “ricorrendo alle prostitute, all‘alcool e a qualsiasi altra cosa” perchè ne riconosceva e ne venerava negativamente il culto della procreazione. Fini aggiunge che nei nostri tempi questa sensazione di “inferiorità” è più evidente perchè l’uomo, ormai rimpiazzato nei suoi campi, non può sfogare la sua virilità e quindi stupra.
E qui si dovrebbero offendere gli uomini, perchè l’immagine che ne viene fuori è quella di animali privi di ragione, incapaci di controllarsi perchè inferiori alle donne.
Forse Fini non sa che lo stupro e lo sfruttamento della prostituzione sono reati e non “sfogo di virilità”.
Ma inferiori di che???
Ma il peggio è questo :“Infine, anche se il campo è minatissimo perchè attiene proprio alla libertà individuale, troppo spesso le ragazze di oggi si comportano da ‘vispe terese’.
Citerò, per tutti, il caso, di qualche anno fa, di tre donzelle che, sulle montagne di Abruzzo, passarono tutte sculettanti davanti a un pastore di pecore macedone che, non sapendo né leggere né scrivere, ma riconoscendo solo i propri istinti, le inchiappettò. Girare al largo dei ‘pastori macedoni’, pieni di alcol e coca, con i freni inibitori abbassati come le loro brache, che circolano nelle zone d’ombra intorno alle discoteche, non è pruderie moralistica, ma elementare prudenza.”
Salvo poi scusarsi il giorno dopo dicendo che non sapeva che le ragazze fossero poi state uccise.
Ma perchè l’omicidio è grave e lo stupro no?
Fini, per essere un giornalista, non sa tante cose.
Se è riuscito a ricordarsi che il pastore era macedone è grave che non sappia che le ragazze, non erano “vispe terese”, ma semplici ragazze; che furono violentate, uccise e riviolentate; che una di loro è viva e che le ha imposto un’ulteriore violenza gratutita, non solo gettando sale su una ferita che non si chiuderà mai, ma precisando che se l’è andata a cercare; che dall’inizio di quest’anno ben quarantasei donne sono state uccise (naturalmente tutte se la sono cercata); che nel 2009, L’Unesco e la Federazione Internazionale della Stampa, hanno pubblicato un Manuale che riconosce “l’importanza di stabilire un equilibrio nei mezzi di comunicazione per contribuire al progresso delle donne e per intraprendere azioni contro la diseguaglianza nell’accesso agli stessi mezzi di informazione”, quindi va bene la libertà di espressione ma senza discriminare la donna; non ha capito niente non solo delle donne, che non hanno tutta questa voglia di “andarsela a cercare”, ma anche degli uomini, perchè per un uomo che stupra e uccide ce ne sono tanti altri che combattono questi crimini e anche questa informazione criminale.