Mancato esproprio dei suoli: il Comune condannato a pagare oltre tre milioni
Il giudice monocratico del Tribunale – sezione civile – di Foggia Angela Marchesiello, ha condannato (con sentenza di 1° grado) il Comune di San Giovanni Rotondo a pagare circa tre milioni di euro agli eredi Bramante (Antonio, Giuseppe e Cesare, figli del capostipite Michele) rappresentati dagli avvocati Giuliano Parisi e Vincenzo Caputi Jambrenghi, per risarcimento danni da occupazione appropriativa, usurpativa ed altro. La sentenza è stata emessa lo scorso 9 marzo ed è stata notificata al Comune lo scorso 24 aprile. La causa? Il Comune non avrebbe emesso entro i tempi prestabiliti (prima 5 anni, poi la legge cambiò i termini allungandoli a dieci) il relativo decreto di esproprio dei terreni destinati alla costruzione di alloggi popolari cosicchè l’occupazione è diventata illegittima. Al centro ci sono due terreni: i cosiddetti suoli Iacp e via Maria Tosto. Ci sarebbe anche un terzo terreno quello del Parco del Papa ma qui la questione è stata già definita nel 2008 sempre con la condanna del Comune all’esborso di 2 milioni. Oggi arriva invece quella per le altre due particelle, via Tosto e suoli Iacp appunto. Altri tre milioni. In totale sono quasi 5 milioni, un bagno di sangue per le casse comunali. La storia prende il via nel 2000, 12 anni fa con la citazione in giudizio del Comune da parte di Michele Bramante, notificata a Palazzo di Città il 27 giugno 2000. Bramante sostenne nell’occaisone di essere il proprietario dei tre suoli espropriati. La vicenda si è conclusa dopo 12 anni con la condanna del Comune al pagamento in favore degli eredi di 2 milioni e 623 mila euro quale risarcimento del danno da occupazione appropriativa del suolo Iacp e poco più di 363 mila euro per l’occupazione usurpativa del suolo strada via Maria Tosto.
Il Comune dal canto suo si è subito attivato presentando lo scorso 17 aprile un ricorso in appello. Ma è indibbio che la sentenza costringe il Comune a dover rivedere i proprio piani di spesa. Urgono soldi allo scopo di mettere il bilancio al riparo. A tal proposito sono stati già adottati i primi provvedimenti che andranno a pesare sulle tasche dei contribuenti sangiovannesi.
Come l’aumento di 50 cent a pasto del servizio mensa. Ben poca cosa in verità. Perché altri e ben più importanti sono i riflessi che questa sentenza si accinge ad avere sul futuro delle casse comunali. Le quali sono già oberato dall’accensione di diversi mutui per finanziare interventi vitali come quello della fogna bianca (4 milioni di euro). A questo punto sembra che non ci siano tante strade da percorrere: il Comune sarà costretto a varare provvedimenti tesi ad un generale aumento del costo dei servizi comunali, ad un aumento dei tributi locali, ed una diminuzione dei contributi comunali ad associazioni ed enti.
(fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno del 14 maggio 2012)