Galak colpito probabilmente da un colpo d’arma da fuoco
La comunità cittadina da questa mattina è sotto shock per la barbara uccisione di Galak, il mansueto pastore maremmano che da anni faceva compagnia a turisti e fedeli sul sagrato del santuario di Santa Maria delle Grazie.
Una morte atroce, ad opera di una mano violenta e criminale che con molta probabilità ha esploso dei colpi d’arma da fuoco contro la povera bestiola, ritrovata senza vita nei pressi del convento delle Clarisse all’alba da alcuni cittadini intenti a fare una passeggiata in montagna.
A denunciare l’accaduto associazioni animaliste, ambientaliste e semplici cittadini che hanno chiesto l’intervento dei carabinieri per il sequestro della carcassa dell’animale e tutti i rilievi del caso.
L’acquisizione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona potrebbero aiutare gli inquirenti ad incastrare l’autore o gli autori del gesto delittuoso.
Galak era la mascotte del convento, spesso lo si trovava dinanzi l’ingresso del santuario per ripararsi dal freddo e dal gelo ed era ben voluto da tutti, turisti e operatori turistici. Un fatto grave che deve far riflettere tutta la città con la speranza che i colpevoli vengano assicurati ben presto alla giustizia.
Attonito anche il sindaco Michele Crisetti di fronte a tanta crudeltà: «Alle sette sul posto già c’era il nostro referente al randagismo, Alberto Pietroboni, e sono stati immediatamente allertati vigili, carabinieri e il veterinario della Asl. Si fa fatica ad immaginare come mai un cane così buono, così mansueto, “il cane del pellegrino” come lo conoscevamo tutti, possa essere morto, con altissime probabilità ucciso, violentemente. Siamo in attesa dei riscontri ufficiali, ma intanto non si può non provare profonda rabbia, disprezzo, e l’immancabile dolore che un accadimento del genere porta con sé. È qualcosa di troppo meschino, inclassificabile, per cui si accerteranno le responsabilità e qualcuno dovrà pagare per quello che fatto», le parole del primo cittadino della città di San Pio.
Non si è fatto attendere il ricordo commosso di Alberto Pietroboni, affidato ad un lungo post Facebook, nel quale il referente comunale per il randagismo comunica alla comunità sangiovannese che Carabinieri e Polizia Locale hanno avviato le indagini e che sia il comune di San Giovanni Rotondo che quello di san Marco in Lamis si costituiranno parte civile.
«Quando stamattina ho ricevuto il messaggio con la foto ero incredulo, senza parole. Poi ho raggiunto Galak, e ho visto con i miei occhi: era tutto vero.
Vedere quella scena è stato orrendo. Quanta cattiveria ci può essere dietro un simile gesto.
Voglio comunicare che sin da subito sono state avviate le indagini da parte della Polizia Locale e dai Carabinieri (telecamere e rilievi). Il servizio veterinario ASL dopo aver svolto gli accertamenti ha condotto Galak presso l’Istituto Zooprofilattico di Foggia in attesa dell’autopsia che chiarirà ulteriormente dinamiche e modalità dell’uccisione.
Sto ricevendo decine e decine di telefonate e messaggi, comprendo e condivido tutta la rabbia e la voglia di giustizia, ma in queste prime fasi dobbiamo lasciare lavorare le forze dell’ordine. Presto ci saranno aggiornamenti e vi comunicheremo in maniera celere e trasparente gli sviluppi.
Abbiamo sporto denuncia presso il Comando dei Carabinieri insieme al Sindaco Michele Crisetti verso ignoti. Un’altra indagine prosegue presso la Polizia Locale.
Ho avvertito subito dopo l’accaduto il Sindaco di San Marco in Lamis, in quanto Galak era microchippato presso il loro comune.
Faremo quanto necessario per rendere giustizia a Galak, trovando chi ha commesso un reato tanto atroce.
Sia il Comune di San Giovanni Rotondo che quello di San Marco si costituiranno parte civile.
Galak era un’anima buona. Non meritava questa fine. Mi chiedo come si possa sparare ad un cane così docile, un amico di tutti, non solo per i pellegrini, i camminatori, ma anche per noi che qui ci viviamo. Me lo chiedo e non trovo risposte. Credo non le troverò mai. Il dolore, quello resterà, così come le lacrime, e non mi vergogno di dirlo, che ho versato questa mattina.
Ma sono certo che la rabbia sarà in parte placata, perché il responsabile o i responsabili saranno assicurati alla giustizia.
E Galak avrà finalmente la sua pace.
L’affetto dell’intera comunità non mi sorprende. Per quante storture si porta dietro questa amara terra allo stesso tempo ha nei suoi cittadini migliori (la stragrande maggioranza) gli anticorpi per reagire ed isolare le “persone” che nulla hanno di umano.
Voglio ricordarlo così, come era solito, con la sua aria buffa e tenera. – conclude Pietroboni – Buon ponte Galak».