Appartamenti in vendita. La disperazione dei promissari acquirenti
SICEL, una matassa ben lungi dall’essere sbrogliata. Si perché più il tempo passa più la situazione si fa complicata per tutti gli attori chiamati in causa in questa contorta vicenda che si trascina da oltre 20 anni.
Ma andiamo per ordine. L’annosa “Questione SICEL” riguarda gli alloggi realizzati sul territorio di San Giovanni Rotondo, dalla fallita Sicel srl di Barletta in forza della legge sulla “edilizia convenzionata”, ovvero la legge 865/1971 con la quale si voleva garantire anche alla classi meno abbienti la possibilità di avere in proprietà a prezzi predeterminati delle abitazioni realizzate su aree cedute a prezzi stabiliti dai Comuni alle imprese costruttrici.
Si parla di “edilizia convenzionata” perché la cessione delle aree deve essere disciplinata da una convenzione che vincola l’impresa realizzatrice a degli obblighi, la cui inosservanza porta alla risoluzione della convenzione con acquisizione delle costruzioni da parte del Comune cedente.
Nella convenzione stipulata dal Comune di San Giovanni Rotondo con la Sicel srl si prevedeva, tra l’altro, anche il prezzo con cui quest’ultima doveva vendere gli alloggi che realizzava.
Siccome il Comune di San Giovanni Rotondo ha accertato che la Sicel srl aveva promesso in vendita gli alloggi ad un prezzo superiore a quello stabilito, ha dichiarato, nel lontano 1995, risolta la convenzione, con la conseguenza per cui i cittadini che avevano stipulato il preliminare con la Sicel non hanno potuto comprare definitivamente gli alloggi loro promessi in vendita.
La Sicel, da parte sua, ha impugnato l’atto di risoluzione della convenzione dinanzi ai competenti giudici amministrativi ottenendo dal Consiglio di Stato la sua sospensiva in via cautelare, fino a quando, nel 2011, con la sentenza n. 1000, il Tar Puglia ha respinto il ricorso che aveva presentato la Sicel e riconosciuto, per contro, la correttezza dell’operato del Comune di San Giovanni Rotondo perché era stato accertato che effettivamente la Sicel stava vendendo a prezzo maggiore di quello consentito.
Nonostante la suddetta pronuncia del Tar imponga l’applicazione della legge speciale 865/1971, e, quindi, l’acquisizione della proprietà degli alloggi costruiti dalla Sicel srl da parte del Comune di San Giovanni Rotondo (con contestuale estinzione della ipoteca iscritta a suo tempo dalla Banca San Paolo di Torino sugli stessi alloggi) non si è sospesa la procedura esecutiva promossa dalla Deutsche Bank cessionaria del credito vantato dalla Banca San Paolo (che allo stato non ha più alcun fondamento giuridico) come richiesto dal Comune di San Giovanni Rotondo divenuto proprietario dei beni.
Tutto ciò porta alla conseguenza tanto assurda e paradossale quanto drammatica, per cui numerose famiglie di San Giovanni Rotondo potrebbero essere estromesse dall’abitazione, che peraltro hanno già pagato, perché la norma prevede per loro una speciale tutela come quella di dover acquistare gli alloggi a prezzo predeterminato. Infatti, se non avessero avuto questo particolare vincolo oggi sarebbero tranquillamente proprietari degli alloggi che occupano.
“Siamo di fronte ad un cortocircuito giudiziario – commenta amareggiato il legale Luca Di Biase che cura gli interessi dei promissari acquirenti – i miei clienti sono vittime incolpevoli in questa assurda vicenda. Il Comune si è opposto alla vendita rivendicando la proprietà per se delle costruzioni, essendone divenuto proprietario a seguito della risoluzione della convenzione a suo tempo stipulata con la Sicel, eppure la banca si ostina a vendere beni non più di proprietà della Sicel, il tutto per ora con l’avallo del Giudice dell’Esecuzione. E intanto chi, come i miei clienti, ha pagato pressocché totalmente quegli appartamenti se li vede messi all’asta, nonostante l’art. 37 legge 865/1971 preveda espressamente la proprietà degli alloggi in capo all’ente territoriale. I miei clienti, anche in caso di aggiudicazioni, si opporranno con tutti gli strumenti che l’Ordinamento mette a disposizione, comprese le opposizioni avverso i rilasci chiesti da eventuali aggiudicatari”, conclude l’avvocato Di Biase.
La casa all’asta di cui si parla è quella del signor Del Sordo, promissario acquirente di un alloggio aggiudicato al pubblico incanto dello scorso 29 luglio al prezzo di 65.000 euro rispetto al valore di stima dell’appartamento di 160.000 euro.
“Io e la mia famiglia siamo sotto shock – dichiara amareggiato Del Sordo -. Ci sentiamo oltremodo beffati al solo pensiero di lasciare l’alloggio che abitiamo da oltre 20 anni e per il quale abbiamo pressoché pagato l’intero importo a costo di durissimi sacrifici personali. Era meglio che non ci fosse stata nessuna legge che ci tutelasse: ci saremmo risparmiati anni di tribolazioni e avremmo avuto la possibilità, come tutte le persone normali, di essere padroni nella casa che abbiamo pagato. Oggi il nostro reddito familiare non ci permetterebbe nemmeno di prendere una casa in affitto, – conclude – per questo il solo pensiero che ci potrebbero cacciare dalla nostra casa ci sta portando nella più cupa disperazione”.
Il Comitato ‘La Fenice’ che riunisce i promissari acquirenti intanto esprime la propria vicinanza alla famiglia Del Sordo. A breve molti di loro potrebbero trovarsi nella medesima situazione. “Annunciamo – dichiarano – la promozione di qualsiasi iniziativa utile a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni rispetto al gravissimo problema sociale che stiamo affrontando. Oltre 50 famiglie potrebbero ritrovarsi la strada come futura casa. Difenderemo con tutte le nostre forze il diritto ad abitare le nostre case che abbiamo già pagato”.
Intanto venerdì scorso una delegazione del comitato ha incontrato il ministro dell’Interno Alfano, intervenuto alla festa dell’UDC, per illustrare la delicata situazione. Il ministro ha garantito personalmente sull’impegno e la disponibilità ad occuparsi della vicenda tanto che si è convenuto che i legali dei promissari acquirenti predisporranno un memoria illustrativa che gli sarà fatta pervenire per il tramite dell’on. Angelo Cera.
Insomma una vicenda intricata e paradossale che rischia di avere pesanti risvolti sociali.