Il Consiglio comunale predica prudenza in attesa degli esiti giudiziari
C’era attesa per il consiglio comunale di ieri sera sulla vertenza Sicel. Una questione che si protrae da oltre venti anni e che interessa circa sessanta famiglie, molte delle quali presenti ieri in aula consiliare.
L’istanza di convocazione dell’assise viene illustrata da Antonio Pio Cappucci, firmatario assieme ai colleghi dell’opposizione.
Il capogruppo di Agire Insieme chiama subito in causa l’Assessore all’Urbanistica Salvatore Ricciardi e la sua lettera aperta in risposta a quella dei promissari acquirenti Sicel apparsa sul nostro portale il mese scorso: “Reputo fuori luogo l’umorismo usato da parte dell’Assessore Ricciardi – dichiara Cappucci – che ha usato la metafora della partita a scacchi che prefigura scenari che non dovevano uscir fuori. Chiediamo di motivare quello che lei definisce lo ‘scacco in sei mosse’ e le motivazioni che l’hanno indotta a prospettare scenari oscuri per i cittadini nel suo comunicato”.
L’assessore Ricciardi prima di addentrarsi nel merito per quasi un’ora fa un po’ la cronistoria della intricata situazione Sicel concludendo: “Né la banca né la curatela allo stato attuale possono porre condizioni in quanto il Comune è rientrato in possesso di tali aree, annullando l’ipoteca. Allo stato sia Comune che Sicel hanno interesse a risolvere bonariamente la contesa che si trascina da tanti anni a danno dei cittadini. Spero di aver dato un contributo di conoscenza all’assise, affinché tutti si assumano le responsabilità in merito alla questione. In due anni su questa vicenda che definisco storica ho sempre perseguito l’interesse pubblico e quello privatistico dei promissari acquirenti. Se il consiglio ritiene che l’ipotesi transattiva non sia la cosa migliore da fare, che lo si affermi chiaramente. Ne prenderemo atto e predisporremo gli atti successivi sia dal punto di vista tecnico che contabile”.
Michele Crisetti (Democratici per la città) cerca di stemperare il clima: “Non siamo qui per fare polemiche, ma per capire e successivamente trovare le soluzioni. In quel manifesto si adombrava la possibilità che i cittadini fossero gravati da un ulteriore peso. Preme sapere chi è il proprietario dell’immobile e qual è il percorso per addivenire ad una sanatoria atteso che si tratti di opere abusive in ogni caso comunque fruite da cittadini, che mai avrebbero immaginato di trovarsi in questa situazione. Una situazione assurda per la quale loro non hanno colpe. Spero si avvii un percorso di collaborazione da pare di tutti”.
Riprendendo la parola Antonio Pio Cappucci si scaglia contro il Sindaco accusato di approssimazione e superficialità nell’affrontare la vicenda: “ C’era un asse trasversale oltre la politica per affrontare di petto il problema di sessanta famiglie. Oggi le posizioni del Comune e dei promissari acquirenti coincidono da un punto di vista procedurale. La cosa migliore è attendere l’esito giudiziario. Non conviene a nessuno alzare il tiro”.
Il Presidente dell’assise Mauro Cappucci chiarisce: “Non abbiamo intrapreso altri indirizzi e prodotto altri atti. Stiamo seguendo l’iter iniziato dalle passate amministrazioni, ossia trovare una soluzione conciliativa”.
Per Bertani (IDV) “è colpa anche della mancanza di continuità amministrativa che non ha permesso negli anni di concludere gli iter intrapresi. Inoltre le illegalità perpetrate nel tempo hanno portato al caos odierno, di difficile soluzione”.
Santoro (PD) auspica una “soluzione a tutela di tutti, acquirenti e cittadinanza”.
Da tutti insomma si sono levate parole concilianti per perseguire uniti lo stesso obiettivo a tutela della città e dei promissari acquirenti.
Le parole che hanno, forse, sintetizzato meglio la vicenda sono state quelle del consigliere Antonio Placentino (PDL): “La vertenza Sicel segna la sconfitta della politica a San Giovanni Rotondo. Un problema che si poteva risolvere a monte, ma tutti hanno chiuso gli occhi”.