Intervista all’ex Sindaco della città
Abbiamo intervistato Antonio Squarcella, ex Sindaco della nostra città al quale abbiamo chiesto lumi, anche dal punto di vista legale, dell’intricata situazione della Sicel (leggi qui). Circa venti anni fa la ditta SICEL costruì 60 unità immobiliari in convenzione, in zona 167, ma essendo stati commessi degli abusi edilizi, la convenzione decadde e il Comune, su sentenza TAR, rientrò a pieno titolo in possesso di aree e manufatti.
Avvocato, come ex amministratore che idea si è fatto di questa annosa vicenda che a distanza di quasi 20 anni è lungi dall’essere risolta?
Naturalmente, in primis, bisogna tutelare le sacrosante ragioni dei cittadini che confidando in una convenzione in cui il Comune era parte, hanno versato consistenti somme di denaro in vista dell’atto definitivo che avrebbe dovuto seguire i preliminari sottoscritti.
Quali azioni dovrebbero intraprendere gli attuali amministratori a suo avviso?
Questi dovrebbero far valere le ragioni dell’ente comunale che, allo stato, sono state peraltro riconosciute anche dal Giudice Amministrativo e, cioè, rivendicare la proprietà di tutto il complesso immobiliare conseguente alla revoca – legittima secondo la sentenza del TAR n. 1000/2011 – della Concessione edilizia per la violazione della Convenzione stipulata tra il Comune e la Sicel.
Tecnicamente quindi come dovrebbe agire il Comune?
Deve dare esecuzione alla delibera di consiglio comunale n. 81/95 con la quale, appunto, facendo valere la condizione risolutiva contenuta nella convenzione con cui si cedevano i terreni alla Sicel, si disponeva l’acquisizione degli immobili realizzati. Tanto più, dovrebbe procedersi al perfezionamento dell’acquisizione dei beni se si considera che su di essi non dovrebbe ritenersi gravante l’ipoteca a suo tempo iscritta dall’Istituto Bancario a fronte della concessione del mutuo alla sicel.
Perché afferma che l’ipoteca non dovrebbe valere?
Il fatto che la condizione risolutiva che ha permesso l’acquisizione dei beni opera con efficacia retroattiva e il fatto che detti beni siano divenuti di proprietà del Comune a seguito delle gravi difformità urbanistiche accertate, come riconosciuto dal TAR Puglia, costituiscono due elementi che per legge e giurisprudenza costante dovrebbero comportare la estinzione della ipoteca iscritta sugli immobili.
E’ il Comune quindi che dovrebbe indennizzare la Sicel per le opere realizzate e acquisite in proprietà?
Naturalmente, però dall’indennizzo previsto dovranno essere scomputati l’equivalente delle gravose sanzioni in termini economici previste dal Testo Unico sull’edilizia e dalla stessa Convenzione per le gravi difformità urbanistiche accertate, il pagamento delle spese processuali liquidate a favore del comune contro la Sicel, il controvalore del costo degli oneri concessori e delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie non realizzate e previste in convenzione, il prezzo di cessione dei terreni nonché gli acconti versati dai promissari acquirenti, per cui in definitiva, detto indennizzo si ridurrebbe a ben poca cosa.
Secondo lei cosa dovrebbe fare il Comune degli alloggi acquisiti?
Mi pare abbastanza evidente che detti alloggi dovranno essere assegnati a chi attualmente li abita in forza di preliminare che, giova ricordarlo, non è stato possibile mettere in esecuzione per causa imputate, con l’efficacia del giudicato, a comportamenti ascritti alle parti della Convenzione rispetto ai quali devono considerarsi parti lese.
In che senso?
I promissari acquirenti si sono visti respinti la domanda giudiziale di esecuzione in forma specifica dei preliminari proprio perché il giudice ha riconosciuto che le difformità urbanistiche realizzate dalla Sicel costituissero ostacolo al trasferimento in via coattiva.
Ma se gli attuali amministratori non fossero di questo avviso?
Una scelta diversa da quella operata dall’Ente nel lontano 1995 e confermata da tutte le Amministrazioni che si sono succedute, compresa la mia, con la resistenza in un annoso giudizio amministrativo promosso dalla Sicel – e con successo, perlomeno ad oggi, stante la pronuncia favorevole del TAR – risulterebbe francamente incomprensibile, soprattutto alla luce della probabile estinzione della garanzia reale iscritta a favore della Banca che ha concesso il mutuo alla Sicel.
Quindi avvocato secondo lei si dovrebbe arrivare inevitabilmente allo scontro frontale?
Non necessariamente. Naturalmente alle dette condizioni sarebbe auspicabile un accordo transattivo tra tutte le parti in causa che permetterebbe di mettere una parola fine a questa annosa e, per molti versi, drammatica vicenda. Tuttavia, ripeto, comunque il Comune dovrebbe affrontare un’auspicabile chiusura transattiva della vicenda, solo ponendo dapprima in essere quelle condizioni di cui parlavo prima, che permetterebbero di trattare da una posizione legittimamente dominante, la quale dovrebbe essere utilizzata per tutelare le ragioni dell’ente pubblico congiuntamente a quelle, sacrosante, di quei nostri concittadini i quali si sono visti privati della possibilità di coronare il sogno di avere una casa di proprietà per una “lite” a cui erano perfettamente estranei.
alv