Grande successo di Matteo Russo e il suo libro "Lavoro e cultura nella miniera di San Giovanni Rotondo"
Il 3 Novembre 2006, nella saletta Mascagni del Teatro Mercadante di Cerignola si è svolto il “ duetto” che ha visto la partecipazione di Matteo Russo, ex minatore nella miniera di bauxite di S. Giovanni Rotondo e Carmine Abate, docente e scrittore.
Come è stato già segnalato, l’ incontro si inseriva in un più vasto programma organizzato dal Comune di Cerignola e da Casa Di Vittorio dal titolo “Leggere la fatica di leggere”.
Matteo Russo, intervenuto per primo, nei saluti ha ricordato come Giuseppe Di Vittorio, che oltre a grande sindacalista è stato un vero e proprio maestro per braccianti, lavoratori, diseredati, ha insegnato l’ importanza dello studio, della lettura, della cultura come strumenti di emancipazione, ancorché queste rappresentassero un’ ulteriore “ fatica” che si aggiungeva a quella quotidiana di un duro lavoro.
Ha poi proseguito leggendo due passaggi del suo libro "Lavoro e cultura nella miniera di San Giovanni Rotondo".
In particolare ha raccontato la scoperta della presenza della bauxite nel territorio di S. Giovanni, avvenuta casualmente nel 1936 ad opera di un emigrante sangiovannese.
Questi, tornato al paese dall’ America, riconobbe nelle pietre marrone – rossiccio rinvenute in località “Quadrone”, alle Matine, la presenza di tale minerale.
A questo primo racconto ha fatto seguito la narrazione dell’ alluvione del 1951 che provocò la morte di 3 minatori rimasti intrappolati nel sottosuolo.
In seguito a questo evento drammatico Matteo Russo ricorda che Giuseppe Di Vittorio si recò alla miniera portando la solidarietà di tanti lavoratori e del sindacato da lui diretto.Termina tale racconto con queste parole “ A questa ennesima tragedia che aveva colpito il nostro paese, tutti, ma proprio tutti sentimmo una fratellanza non comune…..l’ obiettivo era la rinascita dell’ attività della miniera perché era l’ unica risorsa, l’ unica ricchezza di San Giovanni Rotondo”.
Matteo scrive nel suo libro che la cultura a cui fa riferimento nel titolo è l’ opportunità di fare studiare i propri figli, elevando così il livello culturale del paese, che il lavoro rischioso e duro ma sicuro e meglio pagato del minatore potè garantire.
Dal suo racconto emerge però, seppure implicitamente, anche un altro aspetto: la possibilità offerta dalla miniera agli stessi lavoratori che vi erano impiegati di acquisire, accanto alle competenze necessarie a utilizzare strumentazioni che nel tempo si perfezionarono dal punto di vista tecnologico, anche la consapevolezza di essere portatori di diritti collettivi e di possedere la forza per conquistarli progressivamente. Traspare dalle parole di Matteo l’ orgoglio di avere contribuito in modo decisivo alla diffusione del benessere e all’ innalzamento del livello economico, sociale e culturale di San Giovanni Rotondo.
Carmine Abate, calabrese di origine arberesh ( italo-albanese) ora trapiantato in Trentino, autore di numerosi libri in gran parte incentrati sul tema dell’ emigrazione, è intervenuto successivamente leggendo brani del suo libro “ La festa del ritorno”, edito da Mondatori e vincitore di numerosi premi. In questo libro, in larga misura autobiografico, si racconta la vicenda di un ragazzo che vede con rinnovato dolore ripartire il padre, emigrato in Francia e lì occupato in una miniera di carbone, dopo i suoi brevi ritorni in famiglia.
La serata ha visto una consistente presenza di pubblico che ha seguito con vivo interesse le letture dei due protagonisti e che è intervenuto ripetutamente.
Va infine ricordato che il sindaco di San Giovanni e l’ assessore Crisetti, presenti alla serata, hanno donato ai rappresentanti dell’ Amministrazione di Cerignola e al curatore di Casa Di Vittorio, Giovanni Rinaldi, alcuni testi su San Giovanni Rotondo.
Mara De Felici