“Il contrasto ai reati ambientali deve aiutare le imprese a sviluppare economia sana”
Vasta operazione ieri mattina dei carabinieri forestali che hanno eseguito delle misure cautelari disposte dal GIP del tribunale di Foggia nei confronti di 15 persone: l’accusa è quella di aver realizzato un’attività illecita volta alla raccolta, trasporto, recupero e gestione di una discarica di rifiuti speciali, non pericolosi, derivanti da attività di demolizioni e costruzioni senza autorizzazioni.
Secondo l’ipotesi accusatoria i rifiuti sarebbero stati smaltiti in totale spregio della normativa ambientale in un sito di circa 8mila mq all’interno di una vecchia cava abbandonata, tramite l’utilizzo di autocarri e macchine operatrici privi di autorizzazione al trasporto.
I rifiuti da smaltire erano affidati a un imprenditore di San Giovanni Rotondo, gestore di due distinte aree di smaltimento illecito ubicate nella città di San Pio.
Le indagini hanno consentito di acquisire elementi indiziari a carico di dieci ditte della zona che avrebbero consegnato rifiuti da demolizione e costruzione all’imprenditore sangiovannese. Ventotto inoltre i mezzi sequestrati.
“Impressionano i meccanismi del sistema illecito per lo smaltimento dei rifiuti inerti emerso dall’inchiesta – hanno dichiarato in un comunicato congiunto l’assessore all’ambiente del comune di S. Giovanni Rotondo Matteo Masciale e il presidente di Legambiente Antonio Tortorelli – e confermano quanto fosse diffuso quel sistema, associato a quello del sacchetto selvaggio, puntualmente denunciato da tanti cittadini e dalle campagne “Puliamo il Mondo“ di Legambiente. Una pratica che grava sul costo e sul sistema di raccolta dei rifiuti, con maggiori costi per l’economia delle famiglie e delle imprese, uno sfregio alle periferie della città e un danno ambientale incalcolabili. La nostra amministrazione ha rafforzato il sistema di controlli per contrastare tali comportamenti, con maggiori sanzioni per scoraggiare i comportamenti incivili.
Quanto emerso denuncia il ritardo con il quale si fatica a comprendere la gravità dei reati ambientali, il rischio delle pene previste e il blocco delle attività per le imprese delle demolizioni, movimento terra e delle costruzioni che operano pericolose scorciatoie nel corretto smaltimento degli inerti. Tali inerti conferiti agli impianti di trattamento autorizzati per il recupero di sottoprodotti, sviluppano economia circolare, con un vantaggio ambientale e di mercato,potendo riutilizzare quei materiali per le attività di costruzione edilizia e stradali senza consumare altra materia naturale.
Esprimendo un plauso per l’operazione svolta con successo dai carabinieri e dal magistrato, aspettiamo di conoscere le motivazioni che hanno indotto le imprese coinvolte a rivolgersi a quel sistema, l’assessorato all’ambiente e Legambiente opereranno congiuntamente per rafforzare le azioni di informazione e sensibilizzazione. Informeremo sulle opportunità e gli obblighi di impiegare materiale riciclato.
Soprattutto avvieremo una verifica sulla discarica abusiva e chiederemo di valutare il danno e i problemi ambientali che ne possono derivare poiché quella discarica è situata in un punto critico del sistema carsico del nostro territorio”, conclude la nota.