Lisa Ginzburg rilegge Frankenstein
Lisa Ginzburg, traduttrice, scrittrice, saggista e filosofa, sarà ospite del prossimo incontro della rassegna letteraria “Spazi inclusi” per presentare il suo ultimo libro “Pura invenzione. Dodici variazioni su Frankenstein di Mary Shelley”.
La scrittrice, che vive a Parigi ed è in Puglia per una serie di incontri promossi dall’Associazione dei Presìdi del Libro, sarà a San Giovanni Rotondo giovedì 28 Febbraio alle ore 20.00 presso la sede dell’Associazione Provocult.
“Frankenstein è il racconto di una Creatura sabotata dal suo creatore”: il mostro reso colpevole dall’evidenza di non essere stato amato; il mostro, deforme e totalmente deprivato del calore degli affetti, che non possiede nemmeno un nome – infatti è il nome del suo inventore, Victor Frankenstein, a diventare assoluto protagonista del libro.
A due secoli dalla prima pubblicazione della storia di Frankenstein e della sua creatura, Lisa Ginzburg dedica il suo ultimo libro al capolavoro di Mary Shelley e sceglie le lettere che compongono la parola Frankenstein, dalla F di felicità alla N di nascere, per raccontare la sua personale avventura/lettura di questo grande romanzo e tessere 12 variazioni letterarie per scandirne significati e innovazioni stilistiche.
In “Pura invenzione”, F.R.A.N.K.E.N.S.T.E.I.N. diventa l’acronimo da cui si snodano i titoli dei dodici capitoli: «Felicità», «Rabbia», «Asimmetrie», «Notte», «Kaos», «Eros», «Nessuno», «Sogno», «Terra», «Errore», «Inventare». «Nascere».
Lisa Ginzburg rilegge il romanzo-capolavoro della scrittrice inglese e prendendo spunto dal capolavoro della fantascienza “Frankenstein” ripercorre temi e atmosfere di questo cupissimo romanzo e indica i punti di contatto che sente tra sé e la scrittrice Mary Shelley, alcune coincidenze bibliografiche “come quella di essere figlia di un noto studioso e di una femminista”.
Il Frankenstein di Mary Shelley diventa con Lisa Ginzburg un manuale di comportamento tra genitori e figli. Perché i genitori devono essere liberi di avere delle aspettative e i figli devono essere liberi di deluderle.
«Non c’è verso: la libertà di creare, per chi scrive, arriva dopo una ri-generazione – è il risultato di un ripartorirsi, dell’audacia di muovere passi nuovi a partire da sé, dalla propria persona. Rinominarsi ma senza sfuggire alle radici» – Lisa Ginzburg
Mary Shelley, figlia di una filosofa femminista e di un filosofo politico, comincia a scrivere nel 1816, nell’anno senza estate e per gioco, il romanzo del nuovo Prometeo, la storia di Frankenstein e della sua creatura, il mostro reso colpevole dall’evidenza di non essere stato amato, tratto per amore dalle viscere dei cimiteri e al quale il fulmine di Victor Frankenstein, lo scienziato, dà la vita. Frankenstein è il primo romanzo in cui la scienza si fa mitologia e, come la mitologia, crea i suoi esseri, quelli mortali e gli immortali. Lisa Ginzburg, figlia di una storica del femminismo e di uno storico, a duecento anni dalla prima pubblicazione del romanzo di Shelley, ci racconta, forte e conscia di questa eco bio-bibliografica, il suo Frankenstein lettera per lettera, dalla F della Felicità di rileggerlo e ritrovarlo, alla N di Nascere che è, sempre, il verbo da cui tutto comincia.