L’Associazione Difesa Salute: “Denunciate”
In un periodo di crisi economica, ci voleva anche questa vicenda di cronaca giudiziaria.
E’ l’incredibile la storia di P., una signora invalida e madre di tre figli. Dopo aver richiesto circa 3 o 4 anni fa un prestito di 20.000 euro ad una famosa finanziaria italiana, iniziano i guai per lei e la sua famiglia.
Ebbene, nel 2013 alla signora viene ingiustamente revocato l’assegno di invalidità civile da parte dell’INPS, con il quale importo la stessa onorava il suo impegno con la citata finanziaria.
Da quel momento, caduta nel panico, P. decide di chiedere l’abbassamento della rata alla finanziaria (fino ad allora pagata tempestivamente). Da quel momento, la società creditrice invece di abbassare la rata, come richiesto da P., parte all’attacco!
Giungono all’utenza telefonica della malcapitata signora, sia al numero di casa sia a quello mobile, decine di telefonate «continue, minacciose ed inquietanti» con richiesta di immediati pagamenti.
Nel mese di gennaio di quest’anno arriva a casa di P., senza alcun preavviso, un uomo il quale, senza fornire i suoi dati personali, dichiara di essere un dipendente di una società di recupero crediti. Costui ha tentato di entrare nella sua abitazione; P. si è rifiutata di far entrare un perfetto sconosciuto a casa sua. Ad esempio, il giorno 8 marzo 2014, festa della donna, nell’arco di 4-5- minuti, P. ha ricevuto 6-7 telefonate a casa e sul cellulare ed ha ricevuto 3 sms, con i quali veniva intimata di pagare al più presto la rata non pagata (l’unica rata ancora da saldare). A causa di tali reiterate condotte persecutorie a P. il locale Pronto Soccorso ha diagnosticato un forte stato di agitazione e di ansia.
Alla fine è crollata: pochi giorni fa si è presentata dai carabinieri per sporgere una formale querela-denuncia!
L’avvocato Giuseppe Placentino si è occupato della inquietante vicenda, aiutando la signora in questa sua battaglia: “In veste di Presidente dell’Associazione Difesa Salute ringraziamo la signora che si è rivolta al nostro sodalizio. Denunciare il legale rappresentante della finanziaria è subito apparsa la mossa più giusta. Altro che suicidarsi, in momenti di disperazione. La signora P. ha dimostrato forza e coraggio da vendere. Speriamo che per gli altri tartassati sia un esempio da seguire. Inutile aggiungere che sarà la Procura della Repubblica competente a qualificare il tipo di reato: per noi si tratta di atti persecutori rientranti nel concetto di stalking”.