Il Governo Monti e il taglio agli sprechi
In questi giorni è stata ampiamente pubblicizzata l’approvazione al Senato del “Decreto contro il sovraffollamento delle carceri”, ma è stato taciuto il lato oscuro presente nel “Decreto Liberalizzazioni” che all’ART.43 prevede il: Project Financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie.
In poche parole, e soprattutto italiane, si potrà affidare ai privati sia la realizzazione che la gestione delle carceri, ad esclusione della “custodia dei detenuti” la quale resterà a carico dello Stato.
C’è da dire che l’inizio dei lavori in merito è stato avviato dal “Governo dell’Ulivo” nel 2000 ma oggi è stato “migliorato” in quanto i privati o concessionari saranno obbligati ad includere nelle loro società fondazioni bancarie, le quali dovranno contribuire almeno con il 20% sul totale dell’investimento.
L’ART.43 risolverà almeno in parte la problematica del sovraffollamento delle carceri?
Sembrerebbe più uno scarica barile con tanto di tornaconto per le onnipresenti banche, con la solita scusante che i privati gestiscono meglio determinati servizi; tanto è vero che i paesi come USA, Inghilterra, Australia etc. che già hanno privatizzato le carceri non hanno affatto migliorato le condizioni di vita dei detenuti.
Qui non si tratta di essere d’accordo o meno sulle modalità o sull’obbligo di detenzione dei carcerati, il punto è che per coerenza (vista la richiesta di sacrifici agli italiani) bisognerebbe evitare i soliti sprechi all’italiana mettendo in funzione le decine di istituti di detenzione (completati in tutto e per tutto) sparsi su tutto il territorio nazionale, alcuni dei quali mancano solo del collaudo finale.
Uno Stato che privatizza servizi determinanti mette in luce la sua inefficienza e tutta la sua vulnerabilità.
Emanuele Merla