L’ex portiere juventino incontra i piccoli pazienti ricoverati nelle unità pediatriche
Una grande sorpresa quella che ha visto protagonisti i piccoli pazienti del reparto di oncoematologia Pediatrica di Casa Sollievo della Sofferenza che hanno incontrato Stefano Tacconi, uno dei più grandi sportivi italiani, portiere della Juventus e della Nazionale degli anni 80.
Nella giornata di venerdì 30 agosto, accolto dalla dirigenza ospedaliera, l’ex portiere bianconero ha visitato le unità della Pediatria Onocologica e della Pediatria Generale presso il Poliambulatorio “Giovanni Paolo II”.
Per la sorpresa e la felicità dei più piccoli, e non solo, Stefano Tacconi si è intrattenuto con loro e con le loro famiglie per regalare un momento di gioia e spensieratezza a chi sta attraversando un periodo in assoluto difficile e delicato come può essere quello del ricovero e della degenza ospedaliera.
Nella sala giochi del reparto di Pediatria Oncologica, anche qui nel ruolo di portiere, Stefano Tacconi si è prestato ad una partita a biliardino seppur simpaticamente dichiarando «odio il biliardino ma è stato fatto ben volentieri, perché una pacca sulla spalla o una carezza sia la più bella cosa che possiamo dare a questi bambini».
Ha poi proseguito la visita salutando stanza per stanza i piccoli degenti e regalando gadget e autografi per la felicità di bimbi, genitori e personale sanitario.
Una giornata che resterà indelebile nella memoria dei piccoli fan e in quella del portiere bianconero che a fine visita ha voluto esprimere la sua vicinanza ai bambini «che forse non sanno e non capiscono di avere un male” e soprattutto ai loro genitori, affidando le proprie speranze e la sua vicinanza al Santo di Pietrelcina cui Tacconi si sente molto legato “Padre Pio ce l’ho sempre con me, nel mio cuore. Pregherò che non aiuti solo me, e stia vicino a tutti questi bambini e alle loro famiglie».
Una sorpresa che si aggiunge alle tante altre che sempre più spesso vedono coinvolto il reparto oncoematologico pediatrico di San Giovanni Rotondo, a dimostrazione di quanto sia importante affiancare le cure mediche ad eventi che siano per i bambini e per le loro famiglie sintomo di normalità.
«Per i bambini e per gli adolescenti questo è molto importante e indispensabile per l’assistenza globale. Fare una foto, giocare con loro è una componente fondamentale dell’umanizzazione della medicina che in questo ospedale perseguiamo da sempre. L’assistenza a un bambino con una patologia neoplastica – sottolinea il Prof. Ladogana, Direttore Responsabile del Reparto di Pediatria Oncologica – deve per forza fondarsi anche sulla cura della parte sana del bambino”. Quello di oggi fa parte di questa strategia».
«Conosco certe situazioni – ha concluso Tacconi condividendo a pieno il pensiero del primario – sono più di 40 anni che visito centri specializzati per bambini perché credo che sia un dovere per tutti noi, soprattutto per gli atleti che hanno un nome e sono conosciuti e ammirati da tanti bambini, donare un po’ del proprio tempo per queste iniziative».