Due anni e mezzo per Cascavilla tra ribaltoni e continue crisi di governo
La sera più romantica dell’anno è stata certamente funesta per l’ormai ex Sindaco Costanzo Cascavilla. Le sue dimissioni, per trovare tempi e modi di risoluzione dell’ennesima crisi a Palazzo di Città, sono state spazzate via dalle firme contestuali dinanzi a un notaio di nove consiglieri comunali.
Gli otto dell’opposizione hanno finalmente trovato il nono uomo disposto alla firma, necessaria ad ufficializzare lo ‘sciogliete le righe’: si tratta di Claudio Pazienza, eletto nelle fila di Città Attiva, consigliere sempre schivo e taciturno che stavolta ha trovato il coraggio di dire basta all’ennesima pantomima politica.
Due anni e mezzo di continue battaglie per Cascavilla, che ha pagato a nostro avviso la grande diversità di anime all’interno della sua variegata e sfilacciata maggioranza.
Che le cose non sarebbero state facili per il sindaco ‘smart’ lo si era capito dopo pochi mesi con la prima crisi dovuta alla posizione di conflittualità dell’assessore Armido Squarcella, in contrasto con il suo gruppo consiliare.
Da lì sono poi arrivate le dimissioni dell’assessore Floriana Urbano, le incomprensioni con il gruppo della Lega, la fuoriuscita dalla maggioranza dei consiglieri della sua lista Cappucci e Di Cosmo, i mal di pancia di Gaetano Cusenza, senza tralasciare le innumerevoli crisi interne che hanno portato ieri, alla caduta dell’amministrazione.
Riprende così il copione delle ultime legislature, tranne l’ultima di Pompilio: a casa dopo due anni e mezzo cosi come Salvatore Mangiacotti e Gennaro Giuliani.
Questa mattina Cascavilla, sindaco Smart ma paradossalmente poco social (non possiede una pagina facebook, salvo quella nata per la campagna elettorale) ha voluto postare una lettera aperta dalla pagina ufficiale del Comune di San Giovanni Rotondo con chiaro riferimento a chi (il consigliere Pazienza?) ha voluto staccare la spina di questa esperienza: “Da parte mia, – si legge – e lo evidenzio anche a nome della giunta e dei consiglieri comunali che si sono dimostrati fedeli al patto sottoscritto con gli elettori, pur non nascondendo difficoltà e incomprensioni, abbiamo fatto del nostro meglio per portare avanti una idea di sviluppo della città. Lo abbiamo fatto, non senza errori, ma sempre in buona fede e convinti di operare nell’interesse esclusivo dei sangiovannesi. Abbiamo conseguito risultati importanti, molti non visibili, ma che permetteranno alla prossima amministrazione comunale di trovare una eredità importante in termini di opere avviate e di finanziamenti ottenuti. Qualcuno, un tempo convinto sostenitore di questa esperienza amministrativa, ha deciso di staccare la spina. Può succedere in politica che si cambi idea. È meno spiegabile la modalità, anche questa segno della mancata capacità di confrontarsi con la realtà dei fatti. Perché il ruggito del coniglio è arrivato dopo le mie dimissioni, che erano un modo significativo di aprire un confronto serio e programmatico. Le mie dimissioni erano un atto offerto, prima di tutto alla città, e poi alla coalizione che mi aveva voluto candidato sindaco, eletto nel 2016. Non avevano altro scopo che suscitare una più franca e costruttiva analisi delle ragioni dello stare insieme Qualcuno non ha voluto intendere ragioni e ha preferito le scorciatoie, quelle facili da percorrere quando non si vogliono assumere responsabilità. Ci hanno fermato, ma non potranno mai fermare l’amore verso questa splendida città, che merita maggiore rispetto e considerazione, a cominciare da chi tornerà a chiedervi il voto, sapendo che saranno pronti a scappare alle prime difficoltà”, le amare parole dell’ex primo cittadino.
Non fa onore comunque, all’ex sindaco e ad altri ‘guerrieri’ da tastiera, puntare il dito contro il solo ex consigliere Claudio Pazienza. Farlo oggi è troppo comodo, quando forse andava ‘gestita’ la polvere sotto il tappeto.