Le
domande dei bambini…
L’altra sera, mia figlia mi ha chiesto “Mamma, per favore, attraverso il giornale
(sangiovannirotondonet.it, ndr), puoi
lavorare per rendere il mondo migliore?”
E ho avuto il mio bell’attimo di panico.
Posso assicuravi che non ha secondi fini e
scopi politici (ha 8 anni!!!); che, per lei, la destra è la mano con cui si
scrive, se non si è mancini, e a
sinistra batte il cuore.
Ma ha occhi per vedere e intelligenza per
capire.
Non è la sola, sia chiaro, tutti i bambini sognano
un futuro migliore.
Perchè hanno capito che questo mondo non va
e non riescono a capire perché.
Allora che fare?
Ignorarli e basta, dare una risposta banale
o iniziare seriamente a lavorare per loro?
Non è una domanda che riguarda solo me, ci
riguarda tutti, e non sono necessarie imprese epiche.
Per migliorare questo mondo dobbiamo
migliorare noi stessi; iniziare dal nostro mondo interiore e via via ampliare
il nostro raggio d’azione.
Possibile che ci costi tanta fatica, per
esempio, mettere in tasca l’involucro di una caramella, piuttosto che lanciarla
dal finestrino dell’auto? Fumare incuranti della gente che abbiamo intorno,
salutare cortesemente, chiedere per favore, dire grazie, accettare gli altri
per quello che sono?
Accettare che siamo liberi di pensare ma
non di agire?
Tutti, io per prima, affermiamo di lavorare
per i nostri figli, ma quando poi, i bambini, ce lo chiedono apertamente, crudi
come solo loro sanno essere, non siamo capaci di rispondere perché non siamo
capaci di vedere oltre il nostro orgoglio e le nostre ipocrisie.
Non si fa, ma possiamo rispondere alla loro
domanda con un’altra domanda: “Tu cosa
sogni?”
Maria Pia Carruozzi