“La verità, anche se non ci salva
dalle alluvioni, almeno ci rende liberi e rispettosi gli uni degli altri”
di Gianfranco Pazienza
Il Sindaco Luigi Pompilio e il Consigliere (Presidente
dell’assemblea) Mauro Cappucci, in un solo giorno su immigrati e difesa
idraulica, hanno riacceso riflettori spietati. Con le loro dichiarazioni: Vendola e Amati non ci lasciano sforare il
patto di stabilità per realizzare in proprio le opere; non vogliamo gli immigrati "infedeli" imposti
dalla regione.
Hanno espresso posizioni con le quali si sono aperte
discussioni velenose sull’essere città mondiale della cristianità. I nostri politici essenzialmente sono riusciti
ad irretire l’Assessore Amati, persona di grande moderazione e di buone
pratiche politiche, ricevendone risposte puntuali e documentate (di questo
dobbiamo essere grati all’assessore regionale). Amati, ora tutti lo sappiamo,
oltre ad essere assessore alla protezione civile e applicato il decreto
ministeriale per l’accoglienza immigrati rifugiati politici, ha pure la delega
alle opere pubbliche e alla difesa del suolo. Da lui dipende l’Autorità di
Bacino (AdB) cui dobbiamo affidare i buoni auspici per la realizzazione delle
opere di difesa idraulica. I fondi per le opere di difesa idraulica, anche
questo tutti sanno (2 milioni e 200 mila euro bloccati dalla manovra del
Governo), ci ricorda Amati, si ottengono e si potranno spendere con buoni
progetti, come ora pare vi siano sul tavolo dell’AdB.
Tuttavia i buoni progetti presentati, se
non sono false le notizie circolate a riguardo, non vengono richiamati da
Cappucci membro autorevole di questa amministrazione. Stranamente nelle note
polemiche egli richiama (inutilmente) il piano del 2010, già esaminato e non
giudicato idoneo dall’AdB, poiché progetto di fogna bianca. Mauro Cappucci (nessuna
accusa personale) non è nuovo a queste scelte “stravaganti”; già nel 2003 lui
assessore all’ambiente, quando già eravamo riusciti ad ottenere il
finanziamento di 10 miliardi delle vecchie lire per il nuovo depuratore (me ne
ero occupato personalmente presso il ministero dell’ambiente tra il 1997 e il
1999) ci ha sorpreso. Contrariamente al dare via al progetto finanziato, ha
firmato un progetto di adeguamento del depuratore vecchio contestato, per la
cifra di 1milione e settecentomila euro. Una scelta al ribasso incomprensibile.
Voglio precisare, con questo, di non volere
polemizzare anzi, con quella scelta Cappucci mi ha offerto una ulteriore
possibilità di dimostrare, ancora una volta, come la buona politica e il
disinteresse personale, siano l’unica soluzione positiva per il futuro di
questa città, cui tutti dobbiamo offrire il nostro servizio appassionato.
Infatti nel 2006, con le forze della sinistra e ambientaliste siamo riusciti,
con il supporto dell’amministrazione Mangiacotti e delle altre forze politiche
e sociali cittadine, con l’aiuto sostanziale della Giunta del Presidente
Vendola, a recuperare 6 milioni e settecentomila euro, realizzando il nuovo
depuratore, decentrato e già funzionante.
Voglio però cercare di capire il perché delle recenti
prese di posizioni dei nostri amministratori? E’ bene ricordare come nel corso
di questa settimana, mentre in Liguria e in tutta Italia si contavano i morti
dell’alluvione, qui a San Giovanni Rotondo abbiamo subito gli ennesimi,
frequenti, pesanti disagi dovuti alla cementificazione selvaggia. Allagamenti
provocati da pochi millimetri di pioggia (67 millimetri in 11 giorni
dall’inizio del mese, mentre a Genova sono precipitati in una sola ora 170 mm,
cosa sarebbe accaduto a SGR?).
Di fronte a questi allagamenti e ai disagi estenuanti
subiti da tutta la cittadinanza, e da sempre più famiglie costrette a vivere
nel rischio, i nostri amministratori sono sempre più pressati e impotenti. Fino
ad ora si sono proposti interventi inadeguati. Dal 2006, i progettisti e le
nuove lottizzazioni non hanno fatto altro che ignorare le norme di salvaguardia
contenute nel Piano di Assetto Idrogeologico. Nella nostra piana alluvionale le
famose “tre caravelle” non sono più sole: si continua a cementificare, senza
sosta, come se si temessero blocchi da provvedimenti amministrativi. Mentre
sono i pochi millimetri di pioggia a provocare ogni blocco. Quelle
lottizzazioni sono state autorizzate consapevoli del rischio e sulla base del
solito scambio di voti e favori clientelari? Questo può assolvere dalla
responsabilità e dal rischio a cui si espongono le centinaia di famiglie che li
andranno ad abitare? Sono tutti interrogativi cui i politici ora fanno fatica a
offrire una risposta?
Chi mi conosce può
perdonare tali considerazioni impietose, perché mi è testimone di quanta
attenzione continuo a richiamare (quando posso) per evitare il ripetersi di
situazioni drammatiche, già verificate il 12 settembre 2009 proprio a San
Giovanni Rotondo. Voglio ricordare la proposta di potere salvaguardare la piana
ampliando il Parco del Papa e lo scambio di aree edificabili per evitare la
cementificazione della nostra "conca salva vita", spugna naturale per
drenare le piene. Mentre, al contrario, si continua senza preoccupazione del
rischio anzi, con una progettazione delle opere ordinarie e di previsione
assolutamente inadeguate e inidonee a sopravvivere alle evidenti precipitazioni
eccezionali, sempre più frequenti. Fare tesoro della tragica situazione del
dissesto idrogeologico (italiano) ora è più difficile, soprattutto da noi dove,
nonostante la nostra piccola alluvione, si è continuato
"legittimamente" e imperterriti a dare il via alle nuove
lottizzazioni, tollerando abusivismi e cementificazioni non necessarie. Continuando
incoscienti a realizzare la tipologia abitativa di interi appartamenti ricavati
(le così dette " cantinette") in interrati potenziali tombe d’acqua.
Solo per dovere di cronaca, senza timore di essere
smentito, dopo il nuovo depuratore da assessore avrei portato a buon frutto
anche la soluzione per il dissesto idrogeologico. Ricordo una data, il 24
aprile 1996, quando con l’AdB avevamo prodotto lo studio per il PAI (Piano di
Assetto Idrogeologico); io
da assessore mi sono recato sul campo e nei valloni a verificare le stime della
regione con l’aiuto del consigliere Carmine
Masciale e il supporto di alcuni tecnici locali e della Segreteria Tecnica
dell’AdB, dopo svariati sopralluoghi. Concluse le misure e le stime per la revisione dei rischi (successivamente
è intervenuta l’alluvione del 12 settembre 2009 ad estendere l’area di rischio
rilevante su San Giovanni Rotondo), il
passo successivo da compiere doveva essere quello di sostenere e deliberare la
proposta di interventi (da alcuni mesi una ipotesi di opere di difesa idraulica
era esposta nel mio ufficio di Assessore).
Invece quel 24 aprile ritornati da Bari,
il sindaco di allora accompagnato da due autorevoli assessori, decisero che la
soluzione fin li individuata penalizzava le “sorti delle future lottizzazioni“ della
piana e dell’economia edilizIa. E’ bene ricordare come tutte le altre
lottizzazioni della piana, l’AdB, neppure le prendeva in considerazione,
giacchè le norme di salvaguardia per la difesa idraulica richiedevano che la
piana alluvionale non fosse ulteriormente cementificata. Dunque, noi con quelle
premesse non potevamo più proseguire nella conclusione di quel lavoro e il
respiro più ampio, ed operare con le soluzioni individuate da realizzarsi
contestualmente alla realizzazione della lottizzazione di “cavallo stallone” (per
questa in particolare ve ne era una da me proposta, quasi a costo zero, ma non
è stata presa in considerazione, perché si doveva rivedere il piano di
lottizzazione, orrore!).
Ovviamente non se n’è fatto più nulla, come ben si
nota, mentre i problemi da affrontare diventano sempre più complessi e le opere
di difesa idraulica per mettere in scurezza il territorio, sempre più
complesse, urgenti e onerose. Intanto sono trascorsi altre sei anni e sono
sempre meno i finanziamenti disponibili per la cura del territorio italiano,
ulteriormente assottigliati tagliati dal governo. Allora stringiamoci la mano
come propone Gaetano Cusenza e con l’Assessore Amati facciamo fronte comune per
pretendere dal governo (alluvionato anche lui) che i fondi per la difesa
idraulica vengano potenziati.