Il mister rossonero in pellegrinaggio a piedi come voto per la serie B
35 chilometri. Partenza alle 09:30, arrivo alle 18:00.
Otto ore e mezza di cammino tra campi di grano e uliveti. Giovanni Stroppa l’aveva pensata durante l’anno la ‘marcia della promozione’, un voto nato per caso: “E’ stata un’idea cresciuta pian piano – confessa il mister rossonero – durante la stagione, non legata ad un momento particolare. A San Giovanni Rotondo c’eravamo stati a Ottobre con tutta la squadra a visitare il reparto di oncologia pediatrica e la tomba di Padre Pio, poi durante l’anno è nata questa promessa: ringraziare Padre Pio in caso di promozione con una passeggiata a piedi fino al Santuario”.
Credente ma non praticante, Giovanni Stroppa descrive così il suo rapporto con la religione: “Sono sempre stato devoto a Padre Pio, venire a Foggia, già da calciatore, ha accresciuto la mia devozione”. Così, a promozione ottenuta, di buon mattino, Stroppa ed il fido Andrea Guerra, si fanno accompagnare in auto dal magazziniere Gino Boscaino all’incrocio tra la statale 89 Garganica e la provinciale 26 per Borgo Celano e da lì partono. In dotazione solo uno zaino con acqua, integratori, barrette energetiche e i telefonini. Per orientarsi ma anche… per aggiornare, via whatsapp, tutti i componenti dello staff sullo stato di avanzamento dell’impresa.
“Abbiamo beccato una giornata molto calda e senza vento – racconta Stroppa – si vedeva già dal mattino”. Nel primo tratto tutto ok a metà mattinata la fatica comincia a farsi sentire. Su whatsapp Stroppa, incredulo, posta una video di Guerra che cammina e canticchia: “Mi fa una rabbia, viaggia spedito, non suda, non fa fatica”. Alle 13:30 la crisi: le vesciche tormentano il mister rossonero, fa caldo, quasi non si respira. Si decide per una sosta: sotto uno splendido ulivo, via le scarpe, ci si riposa un po’. Diego Valente, il Team Manager, sulla chat, timidamente, lancia un appello: “Vi vengo a prendere?”. La risposta è perentoria: “Non molliamo!”. Alle 14:30 si riparte. Guerra manda la posizione al gruppo: mancano 19 chilometri al Santuario, il traguardo è ancora lontano, ci si aiuta con l’allegria e con gli incitamenti che arrivano sulla chat. La fiducia è totale. Arriva la salita, adesso si fa dura: “Sui tornanti paradossalmente è andata meglio – racconta Stroppa – cambiando la postura della camminata è scomparso il dolore delle vesciche”. Quando Stroppa e Guerra arrivano sotto la torre di ferro, all’ingresso di San Giovanni Rotondo, che issa in alto Padre Pio, la certezza di essere vicini ridà le forze anche se il caldo quasi soffoca: “Ci siam dovuti riparare un po’ al fresco, una piccola pausa prima del rush finale”, che comincia poco dopo. Alle 18:00 Stroppa e Guerra sono davanti al Santuario di Santa Maria delle Grazie, Diego Valente è lì, ad immortalare con una foto l’impresa: stanchi ma soddisfatti con l’immancabile smartphone all’orecchio: “Sul sagrato è scomparso tutto – racconta Stroppa – fatica, dolori, scottature. La felicità di essere riusciti nell’impresa ha azzerato tutto”. Dopo la foto e la visita al Santo, Valente sollecita i due eroi: “Torniamo allo stadio?”. “Prima passiamo dalla polleria D’Aloia – intima Stroppa – ho fame”.
Al ritorno allo Zaccheria le vasche di ghiaccio ed una lunga doccia fanno rinascere i due mister. Davanti a pollo e patatine, Stroppa e Guerra mostrano una abbronzatura da… ciclista: “Adesso va molto meglio – ammette Stroppa – E’ stata durissima, ma essere riusciti ci dà una soddisfazione enorme: sono felicissimo. Ora, dopo le vasche con il ghiaccio mi sento rinato, potrei anche ripartire”.
Poi si guarda le vesciche e sospira: “Meglio di no!”. E si ride di gusto. Anche questa è fatta! E’ proprio vero: è stata una stagione memorabile!
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