Animi infuocati alla riunione di ieri tra amministrazione e operatori
Mentre in Italia infiamma la protesta dei ‘forconi’ a San Giovanni Rotondo la situazione è incandescente per via della famigerata Tares, arrivata nelle case dei contribuenti in questi giorni.
Per fare chiarezza sulla situazione la Confcommercio di San Giovanni Rotondo ha indetto una assemblea pubblica presso la sua sede di Viale della Gioventù alla quale hanno partecipato l’Amministrazione comunale (presente con il vicesindaco Centra e gli assessori Di Maggio e Sauchelli) e gli operatori iscritti alla Confcommercio, Assoalbergatori e sindacato Arti e Professioni.
Ad aprire il dibattito il nuovo responsabile di zona della Confcommercio Aldo Latella il quale si è fatto portavoce della situazione disastrosa dell’economia locale: “I nostri iscritti presenti in massa quest’oggi – ha dichiarato rivolgendosi agli amministratori – hanno tutta l’intenzione di pagare ma nella situazione economica attuale non è possibile farlo, anche perché molti devono far fronte a moltissime altre scadenze. Non capiamo perché a San Giovanni Rotondo c’è stato un aumento smisurato delle tariffe, fino a quasi 26 euro a mq mentre in altre città del circondario sono molto più basse”.
A prendere la parola successivamente è stato il vicesindaco, nonché assessore al bilancio Antonio Centra: “Le tariffe sono state deliberate nello scorso mese di ottobre con il governo centrale che ha messo dei paletti ben precisi entro i quali dovevamo mantenere i nostri parametri. Il costo complessivo del servizio di raccolta rifiuti è di circa 4milioni e 600mila euro”.
La risposta dell’assessore non ha soddisfatto la platea che ha iniziato a lanciare accuse all’amministrazione, soprattutto per quel che riguarda il mancato inizio della raccolta differenziata porta a porta, causa principale dell’aumento smisurato delle tariffe. Uno dei più battaglieri è stato, come sempre, Saverio Siorini che ha chiesto senza mezzi termini agli amministratori di andare a casa.
“L’attuale situazione economica della città non permette un esborso di tali cifre. Molti operatori, in particolare gli albergatori – hanno dichiarato all’unisono Franco Fini e Franco Gorgoglione – hanno preso una mazzata tra capo e collo che acuisce ancora di più la crisi del settore. L’amministrazione in tre anni è stata assente, mentre doveva farsi portavoce dei problemi reali delle realtà produttive del territorio. San Giovanni Rotondo non è più la miniera d’oro di una volta. In Trentino un albergo di 1000 mq paga 2500 euro, a San Giovanni Rotondo ben 11.000 euro, evidentemente qui c’è qualcosa che non funziona”.
La situazione si è ben presto animata con tutti gli operatori che a turno hanno posto le loro legittime domande agli amministratori. L’Assessore Centra ha dichiarato chiaramente che l’unica possibilità per alleggerire il peso della Tares è quella di chiedere un pagamento dilazionato. E su questa affermazione è scoppiata la protesta dell’assemblea che ha urlato tutta la propria rabbia. Dopo svariati minuti di battaglia verbale ci ha pensato il consigliere comunale PD Giuseppe Mangiacotti a calmare le acque: “Nel prossimo consiglio comunale di giovedì proporremo all’amministrazione di ripristinare le tariffe dello scorso anno annullando la delibera che ha stabilito le attuali tariffe attraverso la convocazione di un apposito consiglio comunale entro Natale”.
Una proposta che l’amministrazione si è detta disposta ad ascoltare ed eventualmente attuare per venire incontro alle esigenze di tutti in questo momento di difficoltà.
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